mercoledì 28 dicembre 2011

28 dicembre: il giorno della memoria

In questo clima di speranza che viviamo nella gioia del S. Natale di nostro Signore Gesù Cristo, con S. Lucia, nostra celeste e sempre premurosa protettrice, la Chiesa e la comunità civile commemora oggi eventi della storia nostra e dell'umanità, del passato più recente e di quello un po' più lontano: l'occasione tradizionale che ci riunisce oggi tutti attorno alla nostra S. Patrona, dopo appena una settimana dall'Ottava della Sua festa principale, è l'anniversario del tristemente noto e disastroso maremoto di Messina nel 1908. In quella circostanza, l'amore di S. Lucia per i Suoi diletti concittadini siracusani e per la Sua amata e benedetta città si mostrò ancora una volta con potenza scongiurando e preservando il capoluogo aretuseo dalle possibili conseguenze che dal non lontano epicentro messinese già si paventavano, e l'ardente carità dei cristiani siracusani, guidati da un santo e saggio pastore che all'epoca occupava il seggio episcopale, si mostrò con evidenza nei soccorsi amorevoli e generosi che vennero prestati senza risparmio di energie verso la popolazione messinese così duramente colpita. Ma come dimenticare, insieme a quest'evento storico, i più recenti e recentissimi avvenimenti che inevitabilmente tornano alla mente in questo tragico anniversario? Le alluvioni degli ultimi inverni sempre nel messinese, e poi il catastrofico tsunami al di là dell'oceano. Affidiamo all'infinita misericordia del Signore le anime di tutte le vittime di queste calamità, alla Sua instancabile provvidenza le loro famiglie, alla protezione e intercessione di S. Lucia tutti i Suoi devoti, affinché Ella, con le Sue preghiere dinanzi al Suo Sposo divino, li custodisca e preservi sempre da ogni pericolo e avversità. Oggi stringiamoci tutti ai piedi della nostra gloriosa vergine megalomartire, in segno di ringraziamento, lode e sempre rinnovato amore: l'appuntamento è per tutti i siracusani, questa mattina, nella Cappella della Patrona in Cattedrale! Sarausana jè, viva S. Lucia!

giovedì 15 dicembre 2011

Infra Octavam 2011. ANNIVERSARIO DI LUCE





CARISSIMI FRATELLI E SORELLE, OGGI, 15 DICEMBRE, TUTTA LA CHIESA E LA CITTA' DI SIRACUSA COMMEMORA CON GIOIA, COMMOZIONE, GRATITUDINE E IMMUTATO ARDORE UN EVENTO STORICO ECCEZIONALE: LA PRIMA TRASLAZIONE DEL CORPO DI SANTA LUCIA DA VENEZIA A SIRACUSA, AVVENUTA IN OCCASIONE DEL XVII CENTENARIO DEL MARTIRIO DELLA SANTA, DAL 15 AL 22 DICEMBRE 2004. QUESTO BLOG, CHE E' NATO PROPRIO PER CELEBRARE LA PERENNE MEMORIA DI QUESTO STRAORDINARIO AVVENIMENTO ATTESO CON VIVA TREPIDAZIONE DA TUTTE LE GENERAZIONI DI SIRACUSANI PER QUASI MILLE ANNI, RENDE LODE E GLORIA A DIO PER LA FULGIDA LUCE CHE EMANA DALLA SANTITA' DELLA CONCITTADINA LUCIA, VERGINE E MARTIRE AMATISSIMA E CELEBRATISSIMA IN TUTTO IL MONDO CRISTIANO, SANTA CHE PRIMEGGIA FRA TUTTI I POPOLI NEL CULTO E NELLA DEVOZIONE CHE ESSI TRIBUTANO AI SANTI DELLA CHIESA DI DIO.

mercoledì 14 dicembre 2011

Infra Octavam 2011. "Le recensioni della redazione"

Reduci da un'emozionante e sempre indescrivibile Solennità di S. Lucia, che anche noi della redazione, come tutti i veri siracusani e tutti i devoti luciani, abbiamo vissuto con grande intensità, gioia e ardore ogni anno più grandi, ritorniamo in rete con la nostra tradizionale rubrica annuale Infra Octavam, che ci accompagna quotidianamente nel corso di questo splendido solenne ottavario dei festeggiamenti decembrini in onore della Patrona Principale di Siracusa. Con sincero piacere ed entusiasmo Vi presentiamo, nell'àmbito delle nostre periodiche recensioni a tutte le migliori nuove pubblicazioni riguardanti S. Lucia, un ottimo contributo scientifico d'alto valore, che sinceramente mancava da ormai troppo tempo negli studi luciani:

ARTURO ANZELMO, La statua argentea di Santa Lucia in Siracusa: inventio et opus di Pietro Rizzo da Palermo (documenti 1598-1600), in: «Manierismo siciliano. Antonino Ferraro da Giuliana e l'età di Filippo II di Spagna», Atti del Convegno - Giuliana, 18/20 ottobre 2009, a cura di A. G. Marchese, 2 voll., ed. Ila Palma editrice, Palermo 2010, vol. I, pp. 478-502.

Si tratta di un lavoro davvero inedito che rende degno onore ad un artista geniale quanto ingiustamente poco noto, cioè l'orafo palermitano Pietro Rizzo, e della sua opera più bella (anzi "la più bella opera d'arte ch'è in Italia", come venne giustamente definita), e cioè il meraviglioso simulacro-reliquiario argenteo di S. Lucia che si venera nel Duomo di Siracusa, e che venne commissionato dalla Chiesa e dal Senato siracusani nel 1590, consegnato poi completo della cassa reliquiaria che lo sostiene e che è di scuola gaginiana (oltre tutto splendido e unico il ciclo dei sei bassorilievi con scene dalla vita e dal martirio della Santa) nel 1616, tra il tripudio del popolo siracusano, che aveva contribuito di cuore, con il proprio obolo, alla realizzazione dell'opera, protagonista poi di eventi storici cruciali nella storia della città, primo fra tutti il miracolo di S. Lucia della liberazione dalla carestia il 13 maggio 1646, a soli 30 anni dalla benedizione del nuovo simulacro. L'Autore del saggio ha svolto con grande passione e acribia una ricerca meticolosissima e rigorosa, che lo ha impegnato per diversi anni, compulsando archivi e fonti, tra l'alto rinvenendo documenti inediti preziosissimi per il rilievo che danno alla storia della genesi di questa grande opera d'arte. Il prof. dott. Anzelmo rende giustizia all'importanza storico-artistica del simulacro di S. Lucia e mette in luce un appassionante intreccio di vicende di storia locale che certamente interesseranno, com'è successo per noi, tutti i lettori che coltivano l'amore per i nostri tesori più belli. Da non perdere davvero, anche perché si tratta di una pagina di storia del culto a S. Lucia che attendeva di essere finalmente scritta. Viva Santa Lucia!

martedì 13 dicembre 2011

EVVIVA LA NOSTRA SANTA LUCIA! ALLELUIA!

Vergine tutta luce e martire invitta, Santa Lucia! Noi Ti veneriamo e imploriamo la Tua protezione. E mentre Ti supplichiamo di preservare da ogni male i nostri occhi corporali, Ti chiediamo di ottenerci soprattutto quella luce spirituale che ci faccia conoscere i nostri errori e il modo di ripararli.


Confessiamo di avere tante volte meritato di rimanere privi della luce degli occhi nostri per l'abuso che ne abbiamo fatto offendendo con essi Dio. Solo da Lui e dalla Tua protezione riconosciamo la nostra vista di cui godiamo.Perciò pieni di fiducia nella Tua potente intercessione, o gloriosa S. Lucia, Ti supplichiamo ad interporTi ancora presso il Tuo Divino Sposo Gesù, affinché si degni di conservarci sempre sana la luce degli occhi del corpo, dandoci insieme la grazia di farne buon uso, cosicché nel giorno della universale resurrezione siano essi raggianti di quella luce celeste che li renderà degni di vedere le bellezze ineffabili della patria beata. Così sia.


(preghiera della tradizione romana - con approvazione ecclesiastica)




BUONA FESTA DI S. LUCIA A TUTTI!!!


SARAUSANA JE', VIVA SANTA LUCIA!

lunedì 12 dicembre 2011

LA VIGILIA


Lucia,
Sponsa Christi,
omnis plebs
Te expectat!

domenica 11 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -2




Ultimo giorno di triduo solenne in onore della Santa Patrona! Ricordiamo che domani l'appuntamento per tutti i devoti è in Cattedrale a Siracusa per l'attesissima e sentitissima solenne traslazione dello splendido simulacro argenteo di Santa Lucia dalla Sua Cappella per essere fastosamente intronizzato sull'Altare Maggiore. E la sera, come da tradizione plurisecolare, i solenni Primi Vespri Pontificali di S. Lucia con la benedizione della "cuccìa", festosa conclusione del digiuno della vigilia. Sarausana jè, viva Santa Lucia!!!


Triduo a S. Lucia - 3° giorno:

Noi Vi esaltiamo, o gloriosa Santa Lucia, per quell'amore ardente che aveste per Gesù, al Quale con irrevocabile voto consacraste la Vostra verginità, per Lui sacrificando non solo le gioie di nozze terrene, ma anche i Vostri beni, donandoli ai poveri, e la Vostra stessa vita, generosamente affrontando il martirio nel fiore degli anni.

Per 'sì generosa Vostra consacrazione impetrateci, o gloriosa Santa Lucia, dal Vostro celeste Sposo, di essere preservati da ogni male dei nostri occhi, e soprattutto un amore per Gesù simile al Vostro, affinché prontamente e lietamente sappiamo rinunziare ai beni terreni e sostenere qualsiasi male, anziché divenire infedeli al nostro Dio. Amen.

PATER, AVE, GLORIA.

sabato 10 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -3

Andare contro la mentalità del mondo.

L'intera luminosissima esistenza terrena di S. Lucia è stata, si può dire, una continua serie di scelte controcorrente, contro la mentalità mondana dell'epoca, in fondo non molto differente da quella odierna. La scelta della perpetua verginità per una totale consacrazione a Dio, anzitutto, suonava strana allora come oggi di fronte al mondo, ignaro del significato più profondo e soprannaturale di tale scelta per i cristiani. La scelta della povertà: la famiglia di Lucia era nobilissima, uno dei più illustri casati di Siracusa, e possedeva molte ricchezze e proprietà accresciutesi negli anni, come dichiara esplicitamente la madre Eutichia negli Atti del martirio. Ma Lucia, che era unica erede, ha rinunciato a tutto il suo patrimonio e lo ha elargito ai poveri della sua città, che le si affezionarono di un amore e una gratitudine indicibili. La scelta di confessare e professare liberamente, apertamente e coraggiosamente la propria incrollabile fede in Gesù Cristo, proprio quando infuriava la peggior persecuzione anticristiana dell'impero romano. Lucia conosceva bene le divine parole del suo Sposo celeste, che aveva pregato il Padre proprio per i Suoi discepoli, odiati dal mondo, perché nel mondo ma non del mondo, perché il mondo non li conosce e non può capirli. Lucia sapeva che non è possibile vivere davvero una coerente vita evangelica senza imbattersi nell'incomprensione, nella derisione, nell'emarginazione, nell'odio da parte del mondo. Tuttavia ella ricordava altrettanto bene che frutto della vita della Parola, cioè della vita evangelica vera, è l'odio del mondo ma anche e soprattutto la santità. Quindi è andata avanti con decisione e senza titubanze nelle proprie scelte così divinamente ispirate. E oggi? Anche oggi in alcuni Paesi i cristiani sono perseguitati fisicamente, torturati e uccisi: sono i nuovi martiri, i confessori ardenti e intrepidi che offrono la propria vita per testimoniare la fede in Gesù Cristo. Ma, più in generale, in ogni parte del mondo, e anche nella nostra società di tutti i giorni, il cristiano può incontrare facilmente ostilità da parte del mondo, e in un certo senso così dev'essere. Per essere fedele e coerente con la propria fede, il cristiano è chiamato anche oggi, pressoché quotidianamente, a compiere e testimoniare scelte che vanno controcorrente rispetto alle consuetudini invalse in altri ambienti della società, spesso intrise di suggestioni demoniache dalle quali il cristiano prega di essere liberato, come ben esprime la preghiera a S. Lucia che Vi offriamo oggi. Tutte le virtù cristiane richiedono di essere, come Gesù, segno di contraddizione. Questa è la via che porta veri frutti di santità, in noi e attorno a noi. Coraggio, allora: con Lucia e come Lucia, andare contro la mentalità del mondo!


Triduo a S. Lucia - 2° giorno:

Ci congratuliamo con Voi, o gloriosa Santa Lucia, per la predilezione che Vi dimostrò Gesù, quando con prodigio non mai udito Vi rese immobile a tutti gli sforzi dei Vostri nemici i quali Vi volevano trascinare in luogo di peccato e di infamia.

Per l'amore che Gesù Vi porta, otteneteci di conservare sempre sana la nostra vista e di non cedere alle lusinghe del mondo e alle suggestioni del demonio e della carne, ma di respingere i loro assalti con la mortificazione dei sensi e delle passioni.

PATER, AVE, GLORIA.

venerdì 9 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -4

(Ignazio Marabitti, S. Lucia,

facciata del Duomo di Siracusa)



SPECIALE TRIDUO DI S. LUCIA


Carissimi devoti della nostra S. Patrona, all'indomani della festosa ricorrenza dell'Immacolata, inizia oggi il Triduo Solenne di S. Lucia, che a Siracusa riveste una speciale connotazione in quanto viene tradizionalmente celebrato nel segno della carità e della solidarietà cristiana verso i poveri e verso i non vedenti, protetti e prediletti in modo particolare dalla nostra celebre e invitta megalomartire. Intensificando quindi la preparazione spirituale alla solennità del 13 dicembre che ormai si avvicina, possiamo ancor di più vivere nella preghiera e nella pratica delle opere di misericordia questi giorni dal sapore così forte. Carità verso i poveri e verso tutti i bisognosi è stata la cifra che ha contraddistinto la pur breve vita di S. Lucia, consacrata ad una donazione totale a Dio che ella ha immediatamente e illuminatamente tradotto in concreto impegno a favore di tutti coloro in cui più evidente è l'immagine riflessa di Gesù Crocifisso, Sposo diletto di Lucia. Per aiutarci a vivere nella preghiera questo triduo, condividiamo con voi oggi e nei prossimi due giorni la seguente bella coroncina per il triduo di S. Lucia appartenente alla tradizione dell'Arciconfraternita di S. Lucia del Gonfalone in Roma:


Triduo a S. Lucia - 1° giorno:

Noi vi ammiriamo, o gloriosa Santa Lucia, per quel lume di viva fede dal quale rischiarata, sapeste rispondere al tiranno che nessuna violenza vi avrebbe potuto togliere lo Spirito Santo che abitava, come in Suo tempio, nel Vostro cuore.

Per tanto Vostro merito ci conceda il Signore la salute degli occhi del nostro corpo e un salutare timore di perdere la grazia divina, affinché prontamente fuggiamo tutte le occasioni che ci potrebbero far perdere sì inestimabile tesoro.

PATER, AVE, GLORIA.

giovedì 8 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -5


SPECIALE SOLENNITA' DELL'IMMACOLATA


Tutta bella sei, o Maria,
in Te Dio ha preparato la Sua degna dimora, tenda, tabernacolo del Verbo!
Gioisci, Figlia di Sion,
Dio Ti ha preservata immune da ogni macchia di peccato!
Salve, o Regina Immacolata,
il Creatore del cielo e della terra Ti ha predisposta fin dal grembo materno
per divenire degna Madre del Redentore!

O Maria, concepita senza peccato,
prega per noi che ricorriamo a Te
e per quanti a Te non ricorrono,
in particolare i nemici della Santa Chiesa
e coloro che Ti vengono raccomandati.

Cuore Immacolato e Addolorato di Maria,
abbi pietà di noi!

Questa sera, a conclusione dei solenni festeggiamenti cittadini che per immutata tradizione vengono celebrati a Siracusa, al passaggio della processione con l'artistico e ammirevole simulacro dell'Immacolata dal Duomo della città, avviene un ideale "incontro" fra Maria e Lucia: domani mattina, infatti, riposto ormai nella sua nicchia il simulacro dell'Immacolata nell'omonima chiesa barocca del centro storico, inizierà a venir esposto il simulacro di S. Lucia nella Sua Cappella in Cattedrale, secondo il consueto susseguirsi di emozionanti momenti di festa religiosa vissuti con amore dal popolo siracusano. Il passaggio di Maria vicino alla Cappella di S. Lucia, che si svolge stasera, nella pia e cara devozione popolare indica il gesto della Madre di "svegliare" la piccola vergine sposa del Suo Figlio, nella notte tra la solennità dell'Immacolata e l'inizio del Triduo di S. Lucia. Ad Jesum per Mariam cum Lucia!

mercoledì 7 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -6

(Michelangelo Grigoletti, S. Lucia,
chiesa di S. Maria Nascente, Agordo - Belluno)

Stiamo seguendo da vicino, in questi giorni di preparazione alla festa di S. Lucia, il testo degli Atti del suo martirio, meditandone i luminosi spunti di riflessione ed esortazione alla conversione.
Che sublimità di coerenza cristiana e di intrepida franchezza nelle parole di Lucia al cospetto del suo persecutore Pascasio! Col coraggio che le viene dalla fede, dall'amore per Cristo e dalla Sua divina grazia elargita alla vergine siracusana, a ritmo serrato Lucia offre a Pascasio una vera e propria catechesi sapienziale, che presenta "le due vie" diverse intraprese dai due interlocutori:

"Tu osservi i decreti degli imperatori,

e io medito giorno e notte la Legge del mio Signore;
tu onori i cesari,
e io adoro il mio Dio;
tu rispetti i sovrani terreni,
e io ho il timore di Dio;
tu ti sforzi di piacere a loro,
e io bramo di piacere solo a Dio:
agisci dunque secondo questi tuoi princìpi,
ma anch'io opererò come è grato al mio animo".

martedì 6 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -7

Ogni Parola di Dio è amore

Carissimi, manca ormai soltanto una settimana al giorno grandemente atteso da tutti: la solennità di Santa Lucia di Siracusa, vergine megalomartire, protettrice della vista. Andiamo avanti con gioia nel cammino di intensa preparazione spirituale a questa lieta festa, che è idealmente tenuta per mano da altre due grandissime feste, cioè la solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria e la massima solennità del Natale di nostro Signore Gesù Cristo. Ad Jesum per Mariam cum Lucia!
Cosa ci dice oggi la luminosa vita di Santa Lucia? Quale raggio di luce giunge proprio questa mattina su ciascuno di noi, sul nostro spirito? Oggi meditiamo sull'amore di predilezione e sull'ardente familiarità che la vergine Lucia ha posseduto sin da fanciulla nei riguardi della Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura. Ella leggeva, meditava, pregava e contemplava ogni giorno quel Libro santo, dal quale ascoltava la voce dello Sposo Divino che la chiamava decisamente a donarsi tutta a Lui. Nel silenzio sacro e orante del segreto della sua stanza, Lucia dialogava cuore a cuore con Gesù, che sembrava le dicesse: "Lucia, hai una vita sola: spendila bene! Datti tutta a Me!". E Lucia disse il suo "sì", al quale è rimasta fedelissima fino alla fine, coerente testimone fino al martirio, per quell'unico amore della sua vita: Gesù Cristo. Che Lucia avesse assimilato e ormai perfettamente interiorizzato la Parola di Dio è chiaramente dimostrato dal verbale del suo processo tramandato negli Atti greci e latini del suo martirio, dai quali emerge limpida e luminosa la sua vigorosa difesa in nome della Parola di Dio, sua regola di vita, che ella spesso cita e richiama durante lo svolgimento dell'interrogatorio di fronte al consolare Pascasio.
Amiamo anche noi, come Lucia, la Parola di Dio, ricordando che ogni Parola di Dio è amore, amore di Dio per noi!

lunedì 5 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -8

Particolare del simulacro-reliquiario di S. Lucia venerato ad Acicatena, in provincia di Catania.



Riscopriamo il digiuno

Un'antichissima e radicata tradizione, vigente soprattutto in Italia, vuole che il giorno della vigilia di S. Lucia - e cioè il 12 dicembre - i fedeli cristiani osservassero un digiuno per devozione e in onore della martire siracusana, in particolare offrendo questa pia pratica con l'intenzione di preghiera di domandare alla santa la protezione e conservazione della sanità della vista e degli occhi. Storicamente, infatti, ormai da molti secoli, la pietà cristiana occidentale attribuisce a Lucia di Siracusa il patronato contro tutte le malattie di quell'organo preziosissimo e delicatissimo che è l'occhio, nonché la protezione speciale su tutti coloro che già soffrono di cecità. La vita luminosa di Lucia, profetessa della pace sulla Chiesa di Dio, ci suggerisce poi anche altre intenzioni particolari nella nostra intensa preghiera in preparazione alla sua festa: innanzitutto possiamo offrire ogni nostro gesto di carità e penitenza per invocare da Dio il dono della pace e della fraternità universale, per l'intercessione potente della nostra Patrona. Il digiuno in preparazione di importanti solennità è una tradizione antica tenuta in gran considerazione nel cristianesimo: è un'ascetica dai profondi significati spirituali, un'offerta a Dio della nostra libertà sulla dipendenza dai sensi e dai bisogni temporali, nonché un segno di solidarietà e l'occasione di condividere il nostro pane con i poveri, sull'esempio eloquente che ancora una volta ci è dato dalla breve ma grandiosa vita di Santa Lucia.

domenica 4 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -9

Denunciata come cristiana e condotta in tribunale per essere processata, Lucia affrontava con fierezza l'interrogatorio che avrebbe decretato il suo martirio. Erano le Idi del mese di dicembre dell'anno 304, e Diocleziano aveva promulgato da alcuni mesi la più grande persecuzione anti-cristiana dell'impero romano. Ma il consolare Pascasio voleva tentare di far apostatare la nobile e bella fanciulla siracusana, appartenente a uno dei casati più illustri della città siciliana, ed evitare così lo scandalo di una morte ignominiosa, con l'intenzione di farla abiurare al cristianesimo in modo clamoroso ed esemplare... che colpo doveva risultare alla mente del misero funzionario dell'impero! Lucia non aveva però paura di torture e supplizi e giammai avrebbe rinnegato la propria fede, il proprio Sposo celeste e Divino. Pascasio le aveva appena ordinato di sacrificare agli dèi pagani e offrire l'incenso all'effige dell'imperatore, ma la piccola e forte vergine cristiana gli rispose prontamente: "Sacrificio puro presso Dio e gradito a Lui è soccorrere i poveri, gli orfani e le vedove". Ella, che conosceva bene le Sacre Scritture, sapeva che Dio aveva tante volte parlato ai profeti avvertendo il Suo popolo che Egli era stanco di riti esteriori, incensi e sacrifici, che non erano espressione di un amore e un'adorazione sinceri. Lucia ricordava che Dio vuole la carità concreta verso tutti, soprattutto verso le fasce più deboli e bisognose della società: al tempo della Legge erano vedove, orfani e stranieri i più indifesi e privi di diritti e garanzie di una sopravvivenza dignitosa. E Dio vuole che ci prendiamo a cuore sempre, ancora oggi, dei nostri fratelli in umanità che sono più provati dalla vita: Lucia ci rammenta oggi la Parola di Gesù nel Vangelo "Qualunque cosa farete a uno di questi piccoli l'avrete fatta a me", e quella dell'Apostolo Giacomo nella sua Epistola "Una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo".

sabato 3 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -10

(Tiepolo, Comunione di S. Lucia)


«L’Apostolo dice: “Coloro che vivono castamente e piamente sono tempio di Dio, e lo Spirito Santo abita in essi”».



Al consolare romano Pascasio, che la interrogava durante il processo, Lucia ha professato con fermezza e fortezza la sua granitica fede nell’inabitazione dello Spirito Santo nei veri credenti, citando San Paolo, l’evangelizzatore di Siracusa, le cui Lettere ella conosceva perfettamente, per averle a lungo meditate e ruminate nel segreto del suo intimo e amoroso colloquio con l’adorato Sposo Gesù.



Lucia ricorda che l’Apostolo delle genti ha scritto ai Corinzi: «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio che siete voi» (1Cor 3,16-17).



Ora, la comunità cristiana di Siracusa fu una delle prime a poter leggere direttamente una copia delle due epistole che Paolo inviò ai cristiani di Corinto, poiché i Corinzi – giova ricordarlo – furono i fondatori colonizzatori di Siracusa nel 734 a. C. La colonia siciliana mantenne sempre strettissimi rapporti commerciali e politici con la madrepatria dorica, e quindi non tardò l’occasione per i Corinti che avevano aderito alla nuova fede in Gesù Cristo di trasmettere ai compatrioti Siracusani l’ardente insegnamento paolino ad essi destinato.



Lucia ci mostra come a distanza di oltre due secoli quelle parole vibrassero ancora fortemente nel cuore del suo popolo e attraverso i cristiani d’ogni tempo esse risplendono di luce anche per noi cristiani di oggi. Coraggio, allora, facciamo tesoro anche noi della Parola di Dio, ispirata alla penna di Paolo e tramandata dalla voce di Lucia, e rinnoviamo con i nostri grandi santi la loro e nostra medesima fede in Colui di cui siamo tempio santo!



Lucia, nostra santa prediletta, aiutaci a vivere secondo la volontà di Dio in ogni momento della nostra vita, per poter essere degno tempio di Dio, che accolga in sé e non respinga lo Spirito Santo, desideroso di abitare dentro ciascuno di noi. Santa Lucia, prega per noi!

venerdì 2 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -11

"FRATELLI, RINGRAZIAMO CON GIOIA IL PADRE CHE CI HA MESSI IN GRADO DI PARTECIPARE ALLA SORTE DEI SANTI NELLA LUCE"


(Col 1,12)




Carissimi, con queste parole di San Paolo di Tarso, l'Apostolo delle Genti, grande padre spirituale della Chiesa Siracusana, che egli visitò, ammaestrò, illuminò, esortò e incoraggiò per ben tre giorni nella primavera dell'anno 61 accompagnato dall'Evangelista San Luca, immensa benedizione per tutta la primitiva comunità cristiana di Siracusa, percorriamo il gradino odierno della preparazione alla festa di Santa Lucia.


Lucia, degna figlia di San Paolo, che aveva seminato nella nostra città il fuoco e la spada a doppio taglio della Parola di Dio, ha fatto sue le parole di vita dell'Apostolo e le ha testimoniate a gran voce durante il suo martirio, al tal punto le aveva interiorizzate per tutta la vita. Oggi ascoltiamo questa Parola di Dio che ci dice gratitudine, gioia e luce, vòlti a Dio Padre che ci fa partecipi della comunione dei Santi, insieme alla nostra amata Santa Lucia.

giovedì 1 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -12

Insieme alla nostra Lucia, piccola grande luce nelle nostre notti, camminiamo in questo Avvento nella grata memoria della prima venuta di Gesù sulla terra e nell'attesa del Suo glorioso ritorno, attesa sempre viva e palpitante che fa di tutti i cristiani "sentinelle del mattino". Leggiamo insieme la seguente meditazione biblica di Chiara Lubich:

PAROLA DI VITA - DICEMBRE 2011

«Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!» (Lc 3,4).
In questo tempo d’Avvento, ecco una nuova “parola”, che siamo invitati a vivere. L’evangelista Luca la riprende da Isaia, il profeta della consolazione. Per i primi cristiani, essa va riferita a Giovanni il Battista, che ha preceduto Gesù.
E la Chiesa, in questo tempo che precede il Natale, presentando appunto il Precursore, ci invita alla gioia, perché il Battista è come un messaggero che annunzia il Re. Questi, infatti, sta per venire. È vicino il tempo in cui Dio compie le sue promesse, perdona i peccati, dona la salvezza.
«Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!»
Ma se questa è parola di gioia, è anche un invito ad un nuovo orientamento di tutta la nostra esistenza, ad un cambiamento radicale della vita.
Il Battista invita a preparare la strada del Signore. Ma qual è questa strada?
Gesù, annunziato dal Battista, prima d’uscire a vita pubblica per iniziare la sua predicazione, è passato per il deserto. Questa la sua strada. E nel deserto, se ha trovato la profonda intimità col Padre suo, ha incontrato anche le tentazioni, facendosi solidale così con tutti gli uomini. E ne è uscito vincitore. È la stessa strada che ritroviamo poi nella sua morte e resurrezione. Avendo Gesù percorso la sua strada sino in fondo, diventa egli stesso “via” per noi che siamo in cammino.
È lui stesso la via per la quale dobbiamo incamminarci per poter realizzare sino in fondo la nostra vocazione umana, che è entrare nella piena comunione con Dio.
Ognuno di noi è chiamato a preparare la via a Gesù, che vuole entrare nella nostra vita. Occorre, allora, raddrizzare i sentieri
della nostra esistenza, perché egli possa venire in noi.
Bisogna preparargli la strada, togliendo gli ostacoli ad uno ad uno: quelli posti dal nostro modo limitato di vedere, dalla nostra volontà debole.
Occorre avere il coraggio di scegliere fra una nostra strada e la sua per noi, fra la nostra volontà e la sua volontà, fra un programma voluto da noi e quello pensato dal suo amore onnipotente.
E una volta presa questa decisione, lavorare per adeguare la nostra volontà recalcitrante alla sua.
Come? I cristiani realizzati insegnano un metodo buono, pratico, intelligente: ora, adesso.
Nel momento, togliere sasso dopo sasso perché non più la nostra volontà viva in noi, ma la sua.
Avremo così vissuto la Parola: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».

Lucia, com'è bello dinanzi ai nostri occhi il Tuo esempio, la via che hai aperto e che noi vogliamo seguire: vivere, vegliare, vigilare nella gioia dell'attesa del ritorno più bello, la gloriosa parusìa del Signore nostro, il Tuo Sposo Gesù.
Cammina al nostro fianco, o dolce vergine siracusana, per indicarci questa via rimanendo vigilanti nell'esercizio delle virtù e delle opere di misericordia, come hai fatto Tu, e Gesù ci troverà con le lampade accese ad attenderLo!

mercoledì 30 novembre 2011

Una luce per lo spirito -13

Statua di S. Lucia, Duomo di Milano (esterno)

Carissimi amici, ben ritrovati!

Oggi, 30 novembre, festa dell’apostolo S. Andrea, il protòclito (il primo chiamato da Gesù con la divina e trasformante vocazione “Seguimi”), fratello di S. Pietro, corifeo degli apostoli, inizia la tradizionale ‘tredicina’ di S. Lucia, periodo di intensa preparazione spirituale all’attesissima solennità del 13 dicembre, in cui celebreremo il dies natalis della nostra amata Patrona!

Quest’anno la nostra redazione, sempre alla ricerca di nuove idee per poter vivere sempre più in profondità la splendida vita della vera devozione a S. Lucia, ha pensato per voi una nuovissima rubrica, dal titolo “Una luce per lo spirito”: si tratterà di piccole ma certamente preziose ‘pillole’ di riflessione e meditazione per nutrire l’anima e accompagnarla a prepararsi degnamente alla più grande festa siracusana… la festa di S. Lucia! Sarà un bel modo per vivere insieme a tutti voi il conto alla rovescia che fermenta l'attesa del grande giorno!

E’ bene infatti, come ricordiamo sempre, che i segni esterni – legittimi, beninteso – della gioia di questa festa siano espressione di una viva esperienza spirituale e di una vera intensità interiore vissuta da tutti coloro che vogliono essere devoti autentici e graditi alla nostra celeste Protettrice.

Riscopriamo pertanto il significato più profondo di questa festa: la celebrazione lieta e festante di un’eroina della fede cristiana, di un'altissima testimone dell’amore per Cristo, di un fulgido esempio di radicalità evangelica! Lucia, una luce per lo spirito.

Buona tredicina a tutti! Sarausana jè, viva SANTA LUCIA!

martedì 22 novembre 2011

FESTA DI S. LUCIA - SIRACUSA 2011



Carissimi concittadini siracusani e devoti di S. Lucia d'ogni dove, con la grazia di Dio torna anche quest'anno l'appuntamento tanto atteso per tutto l'anno, l'emozionante festa in onore della nostra celeste Patrona, che tanto amiamo e che tanto ci ama e protegge sempre.
Auguri a tutti di conversione e frutti di santità, sull'esempio luminosissimo della vergine e martire Lucia, che invochiamo qual taumaturga protettrice e seguiamo qual modello di vita cristiana.
Adoriamo la Santissima Trinità e veneriamo Santa Lucia! Sarausana jè, viva Santa Lucia!
O Lucia, di Gesù Sposa diletta, prega per noi!

PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI RELIGIOSE
IN ONORE DI S. LUCIA - 2011

Dal 30 novembre al 12 dicembre: Tredicina
In Cattedrale:
GIORNI FERIALI ore 17.30 - nella Cappella di S. Lucia: S. Rosario, S. Messa, pia pratica della coroncina di S. Lucia, rito del bacio della Sacra Reliquia
GIORNI FESTIVI (4, 8, 11) ore 08.00, 10.30, 12.00, 19.00 - Ss. Messe festive
sabato 3: ore 18.00 - omaggio alla Patrona dei bambini e dei ragazzi della Parrocchia Metropolitana
domenica 4: ore 12.30 - giornata della carità di S. Lucia presso la mensa Caritas
da venerdì 9 a domenica 11: Triduo della solidarietà. Esposizione alla venerazione dei fedeli delle Sacre Reliquie e del simulacro-reliquiario argenteo nella Cappella di S. Lucia, per l'intera giornata. S. Messa mattutina: ore 10.30. Alla S. Messa vespertina (venerdì per i non vedenti, sabato per la Caritas, domenica festiva), predicherà p. Felice M. Pumilia OSM.
lunedì 12: Vigilia di S. Lucia. Esposizione del simulacro e S. Messa: ore 08.00. Solenne traslazione del simulacro dalla Cappella e intronizzazione sull'altare maggiore: ore 11.30.
ore 19.00 - solenni Primi Vespri Pontificali di S. Lucia officiati da S. E. mons. Giuseppe Costanzo, nostro arcivescovo emerito; benedizione della tradizionale "cuccìa" di S. Lucia e distribuzione delle "candele della luce", nel Palazzo Municipale.

MARTEDI' 13 DICEMBRE:
SOLENNITA' DI S. LUCIA VERGINE E MARTIRE SIRACUSANA
PATRONA PRINCIPALE DELLA CITTA' E DELL'ARCIDIOCESI DI SIRACUSA
In Cattedrale:
ore 07.00, 08.00, 09.00 - Ss. Messe
ore 10.30 - solenne Concelebrazione Eucaristica Pontificale con il Panegirico di S. Lucia presieduta da S. Em.za Rev.ma il Sig. Card. Bernard Francis Law, con la partecipazione di tutto il Clero diocesano, Religiosi, Seminario, Autorita, e il servizio dell'Orchestra e Coro Giovanili Siracusani
ore 15.30 - solenne Processione delle Sacre Reliquie e del simulacro-reliquiario di S. Lucia dalla Cattedrale alla Basilica del Suo S. Sepolcro per le vie: Picherali, passeggio Aretusa, Ruggero Settimo, Savoia, corso Umberto I, Regina Margherita, Arsenale, Piave e Ragusa. Onori militari alla S. Patrona in piazza Porta Marina. All'arrivo in Basilica: S. Messa.

Dal 14 al 19 dicembre: Ottavario
In Basilica:
ore 08.00, 9.00, 10.30, 17.30, 19.00 - Ss. Messe, predicheranno i Rev.i Padri OFM
ore 22.30 - Compieta
venerdì 16:ore 16.30 - tradizionale e antico pellegrinaggio penitenziale "del perdono", dalla parrocchia S. Rita al Sepolcro di S. Lucia, guidato dal Guardiano del Convento di S. Lucia, e S. Messa propiziatrice.
ore 21.00 - nei locali della Basilica di S. Lucia: lettura scenica "Lucia, luce dell'anima. Riflessione e narrazione del Martirio di S. Lucia, Patrona di Siracusa"

martedì 20: Ottava di S. Lucia
In Basilica:
ore 10.30 - solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S. E. mons. Salvatore Pappalardo, nostro arcivescovo metropolita
ore 16.00 - solenne Processione delle Sacre Reliquie e del simulacro di S. Lucia dalla Basilica alla Cattedrale, per le vie: Ragusa, Dinologo, Testaferrata, corso Gelone, Catania, corso Umberto I, corso Matteotti, Roma e Minerva. Tradizionali soste di preghiera e riflessione al Santuario Madonna delle Lacrime e all'Ospedale Generale; spettacolo pirotecnico (rievocazione dell'antico "saluto dell'artiglieria" al rientro di S. Lucia nel centro storico di Ortigia) in piazza delle Poste.

mercoledì 28: commemorazione del terremoto del 1908
solenne esposizione delle Sacre Reliquie e del simulacro-reliquiario di S. Lucia nella Sua Cappella in Cattedrale; S. Messa solenne della commemorazione: ore 10.30.

solenni ricorrenze luciane di gennaio 2012 (festa della dedicazione del Duomo, commemorazione del terremoto del 1693, memoria delle traslazioni delle Reliquie di S. Lucia)
PROGRAMMA UFFICIALE NON ANCORA COMUNICATO.

martedì 1 novembre 2011

PAROLA DI VITA - NOVEMBRE 2011

Meditazione di Chiara Lubich:

"Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora" (Mt 25,13)

Gesù è appena uscito dal tempio. I discepoli gli fanno notare con orgoglio l’imponenza e la bellezza dell’edificio. E Gesù: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata». Poi sale sul monte degli Ulivi, si siede e, guardando Gerusalemme che gli è davanti, inizia a parlare della distruzione della città, e della fine del mondo.


Come avverrà la fine del mondo? – gli domandano i discepoli – e quando arriverà? È una domanda che anche le successive generazioni cristiane si sono poste, una domanda che si pone ogni essere umano. Il futuro è infatti misterioso e spesso fa paura. Anche oggi c’è chi interroga i maghi e indaga l’oroscopo per sapere come sarà il futuro, cosa accadrà…


La risposta di Gesù è limpida: la fine dei tempi coincide con la sua venuta. Lui, Signore della storia, tornerà. È Lui il punto luminoso del nostro futuro.


E quando avverrà questo incontro? Nessuno lo sa, può avvenire in qualsiasi momento. La nostra vita è infatti nelle sue mani. Lui ce l’ha data; Lui può riprenderla anche all’improvviso, senza preavviso. Tuttavia ci avverte: avrete modo d’essere pronti a questo evento se vigilerete.



“Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”


Con queste parole Gesù ci ricorda innanzitutto che Lui verrà. La nostra vita sulla terra terminerà ed inizierà una vita nuova, che non avrà più fine. Nessuno oggi vuole parlare della morte… A volte si fa di tutto per distrarsi, immergendosi completamente nelle occupazioni quotidiane, fino a dimenticare Colui che ci ha dato la vita e che ce la richiederà per introdurci nella pienezza della vita, nella comunione con il Padre suo, nel Paradiso.


Saremo pronti ad incontrarlo? Avremo la lampada accesa, come le vergini prudenti che attendono lo sposo? Ossia, saremo nell’amore? Oppure la nostra lampada sarà spenta perché, presi dalle tante cose da fare, dalle gioie effimere, dal possesso dei beni materiali, ci siamo dimenticati della sola cosa necessaria: amare?


“Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”


Ma come vegliare? Innanzitutto, lo sappiamo, veglia bene proprio chi ama. Lo sa la sposa che attende il marito che ha fatto tardi al lavoro o che deve tornare da un viaggio lontano; lo sa la mamma che trepida per il figlio che ancora non rincasa; lo sa l’innamorato che non vede l’ora d’incontrare l’innamorata… Chi ama sa attendere anche quando l’altro tarda.


Si attende Gesù se lo si ama e si desidera ardentemente incontrarlo.


E lo si attende amando concretamente, servendolo ad esempio in chi ci è vicino, o impegnandosi alla edificazione di una società più giusta. È Gesù stesso che ci invita a vivere così raccontando la parabola del servo fedele che, aspettando il ritorno del padrone, si prende cura dei domestici e degli affari della casa; o quella dei servi che, sempre in attesa del ritorno del padrone, si danno da fare per far fruttificare i talenti ricevuti.


“Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”


Proprio perché non sappiamo né il giorno né l’ora della sua venuta, possiamo concentrarci più facilmente nell’oggi che ci è dato, nell’affanno del giorno, nel presente che la Provvidenza ci offre da vivere.


Tempo fa mi venne spontaneamente di rivolgere a Dio questa preghiera. Vorrei ora ricordarla.


“Gesù,
fammi parlare sempre
come fosse l’ultima
parola che dico.
Fammi agire sempre
come fosse l’ultima
azione che faccio.
Fammi soffrire sempre
come fosse l’ultima
sofferenza che ho da offrirti.
Fammi pregare sempre
come fosse l’ultima
possibilità,
che ho qui in terra,
di colloquiare con Te”.

lunedì 10 ottobre 2011

Studenti universitari attorno a S. Lucia




La nostra dolcissima patrona Lucia è sempre di più al centro dell'attenzione anche di studiosi e studenti, non soltanto di semplici devoti.

E, visto che siamo nel frizzante periodo della riapertura dei corsi universitari per il nuovo anno accademico, annunciamo una bella notizia: nell'àmbito del corso di Archeologia cristiana e medievale attivato presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Catania e tenuto dalla prof.ssa Mariarita Sgarlata, è previsto un tirocinio di scavo nelle Catacombe di S. Lucia a Siracusa destinato agli studenti.

La docente è anche autrice di alcuni contributi scientifici sull'epigrafe di Euskia, il più antico documento storico e archeologico comprovante la diffusione del culto di S. Lucia.

Auguriamo buon lavoro e fruttuoso studio ai giovani laureandi, invocando su ciascuno la protezione della nostra giovane vergine Lucia, presso il cui Santo Sepolcro essi avranno l'onore di accostarsi per questa campagna archeologica.
Pozzo inesauribile di meravigliose scoperte è ogni luogo legato alla figura splendida della gloriosa martire siracusana, "per la quale non vi è elogio condegno"!


domenica 2 ottobre 2011

PAROLA DI VITA - OTTOBRE 2011



meditazione di Chiara Lubich:


«Seguimi» (Mt 9,9).


Mentre usciva da Cafarnao, Gesù vide un esattore delle tasse di nome Matteo seduto al banco delle imposte. Matteo stava esercitando un mestiere che lo rendeva odioso alla gente e lo accomunava agli usurai e agli sfruttatori che si arricchiscono alle spalle degli altri. Gli scribi e i farisei lo mettevano sullo stesso piano dei pubblici peccatori, tanto da rimproverare a Gesù di essere «amico di gabellieri e peccatori» e di mangiare insieme a loro.


Gesù, andando contro ogni convenzione sociale, chiamò Matteo a seguirlo ed accettò di andare a pranzo a casa sua, così come farà più tardi con Zaccheo, il capo dei gabellieri di Gerico. Richiesto di spiegare questo suo atteggiamento, Gesù dirà che egli è venuto a curare i malati, non i sani e a chiamare non i giusti, ma i peccatori. Il suo invito, anche questa volta, era indirizzato proprio ad uno di loro:


«Seguimi».


Questa parola Gesù l’aveva già rivolta ad Andrea, Pietro, Giacomo e Giovanni sulle rive del lago. Lo stesso invito, con parole diverse, lo indirizzò a Paolo sulla strada di Damasco.

Ma Gesù non si è fermato lì; lungo i secoli egli ha continuato a chiamare a sé uomini e donne di ogni popolo e nazione. Lo fa anche oggi: passa nella nostra vita, ci incontra in luoghi diversi, in modi diversi, e ci fa sentire nuovamente il suo invito a seguirlo.


Ci chiama a stare con lui perché vuole instaurare un rapporto personale, e nello stesso tempo ci invita a collaborare con lui al grande disegno di un’umanità nuova.

Non gli importano le nostre debolezze, i nostri peccati, le nostre miserie. Lui ci ama e ci sceglie così come siamo. Sarà il suo amore a trasformarci e a darci la forza di rispondergli e il coraggio di seguirlo come ha fatto Matteo.

E per ognuno ha un amore, un progetto di vita, una chiamata particolari. Lo si avverte in cuore attraverso un’ispirazione dello Spirito Santo o attraverso determinate circostanze o un consiglio, un’indicazione di chi ci vuol bene… Pur manifestandosi nei modi più diversi, riecheggia la medesima parola:


«Seguimi».


Ricordo quando anch’io ho avvertito questa chiamata di Dio.

Era una freddissima mattina d’inverno a Trento. La mamma chiede a mia sorella più piccola di andare a prendere il latte a due chilometri da casa, ma fa troppo freddo e lei non se la sente; anche l’altra sorella si rifiuta. Allora mi faccio avanti: «Vado io, mamma», le dico e prendo la bottiglia. Esco di casa e a metà strada succede un fatto un po’ particolare: mi sembra quasi che il Cielo si apra e Dio mi inviti a seguirlo. «Datti tutta a me», avverto nel cuore.


Era la chiamata esplicita a cui ho desiderato rispondere subito. Ne ho parlato con il confessore che mi ha permesso di donarmi a Dio per sempre. Era il 7 dicembre ’43; non mi sarà mai possibile descrivere ciò che mi è passato nel cuore quel giorno: avevo sposato Dio. Potevo aspettarmi ogni cosa da lui.


«Seguimi».


Questa parola non riguarda soltanto il momento determinante della scelta della nostra vita, Gesù continua a rivolgercela ogni giorno. «Seguimi», sembra suggerirci davanti ai più semplici doveri quotidiani; «Seguimi» in quella prova da abbracciare, in quella tentazione da superare, in quel servizio da compiere…

Come rispondergli concretamente?


Facendo ciò che Dio vuole da noi nel presente, che porta sempre in sé una grazia particolare.

L’impegno di questo mese sarà dunque darsi alla volontà di Dio con decisione; darsi al fratello e alla sorella che dobbiamo amare, al lavoro, allo studio, alla preghiera, al riposo, all’attività che dobbiamo compiere.

Imparare ad ascoltare nel profondo del cuore la voce di Dio che parla anche con la voce della coscienza: ci dirà quello che egli vuole da noi in ogni momento, pronti a sacrificare tutto per attuarlo.


«Dacci d’amarti, o Dio, non solo ogni giorno di più, perché possono essere troppo pochi i giorni che ci restano; ma dacci d’amarti in ogni attimo presente con tutto il cuore, l’anima e le forze in quella che è la tua volontà».

È questo il sistema migliore per seguire Gesù.

lunedì 5 settembre 2011

PAROLA DI VITA - SETTEMBRE 2011



Meditazione di Chiara Lubich




"Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato" (Lc 15,32)


Questa frase si trova alla fine della parabola chiamata del figlio prodigo, che certamente conoscerai, e vuole manifestarci la grandezza della misericordia di Dio. Essa chiude un intero capitolo del Vangelo di Luca, nel quale Gesù narra altre due parabole per illustrare lo stesso argomento.



Ricordi l’episodio della pecora smarrita per cercare la quale il padrone lascia le altre novantanove nel deserto?



E ricordi il racconto della dramma perduta e la gioia della donna che, avendola ritrovata, chiama le amiche e le vicine perché gioiscano con lei?



“Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”



Queste parole sono un invito che Dio rivolge a te, e a tutti i cristiani, a godere insieme con lui, a far festa e a partecipare alla sua gioia per il ritorno dell’uomo peccatore prima perduto e poi ritrovato. E queste parole, nella parabola, sono rivolte dal padre al figlio maggiore che aveva condiviso tutta la sua vita, ma che dopo un giorno di duro lavoro, rifiuta di entrare a casa dove si festeggia il ritorno di suo fratello.



Il padre va incontro al figlio fedele, come è andato incontro al figlio perduto, e cerca di convincerlo. Ma è palese il contrasto fra i sentimenti del padre e quelli del figlio maggiore: il padre, con il suo amore senza misura e con la sua grande gioia, che vorrebbe tutti condividessero; il figlio pieno di disprezzo e di gelosia verso suo fratello che non riconosce più come tale. Parlando di lui dice infatti: “Questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi”.



L’amore e la gioia del padre per il figlio tornato, mettono ancor più in rilievo il rancore dell’altro, rancore che palesa un rapporto freddo e, si potrebbe dire, falso con lo stesso padre. A questo figlio preme il lavoro, il compimento del suo dovere, ma non ama il padre da figlio. Si direbbe piuttosto che obbedisce a lui come ad un padrone.



“Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”



Con queste parole Gesù denuncia un pericolo in cui anche tu puoi incorrere: quello di una vita vissuta per essere una persona perbene, basata sulla ricerca della tua perfezione, giudicando i fratelli meno bravi di te. Infatti, se tu sei “attaccato” alla perfezione, costruisci te stesso, ti riempi di te stesso, sei pieno di ammirazione verso te stesso. Fai come il figlio rimasto a casa, che enumera al padre i suoi buoni meriti: “Io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando”.



“Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”



Con queste parole Gesù va contro quell’atteggiamento per cui il rapporto con Dio sarebbe basato solo sull’osservanza dei comandamenti. Ma una tale osservanza non basta. Di questo anche la tradizione ebraica è ben conscia.



In questa parabola Gesù mette in luce l’Amore divino facendo vedere come Dio, che è Amore, fa il primo passo verso l’uomo senza tener conto se egli lo meriti o no, ma vuole che l’uomo si apra a lui per poter stabilire un’autentica comunione di vita. Naturalmente, come puoi capire, l’ostacolo maggiore a Dio-Amore è proprio la vita di coloro che accumulano azioni, opere, mentre Dio vorrebbe il loro cuore.



“Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”



Con queste parole Gesù invita te ad avere, nei confronti del peccatore, lo stesso amore senza misura che il Padre ha per lui. Gesù ti chiama a non giudicare secondo la tua misura l’amore che il Padre ha per qualsiasi persona. Invitando il figlio maggiore a condividere la sua gioia per il figlio ritrovato, il Padre chiede anche a te un cambiamento di mentalità: devi in pratica accogliere come fratelli e sorelle anche quegli uomini e donne verso i quali nutriresti soltanto sentimenti di disprezzo e di superiorità. Ciò provocherà in te una vera conversione, perché ti purifica dalla convinzione di essere più bravo, ti fa evitare l’intolleranza religiosa e ti fa accogliere la salvezza, che Gesù ti ha procurato, come puro dono dell’amore di Dio.

giovedì 1 settembre 2011

LA MADONNINA DI SIRACUSA

SIRACUSA, 1° SETTEMBRE 2011 - Solennità della Beata Vergine Maria delle Lacrime per l'Arcidiocesi Metropolitana di Siracusa: oggi si concludono solennemente i tradizionali festeggiamenti celebrativi in memoria della prodigiosa e reale lacrimazione del bassorilievo in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, dal 29 agosto al 1° settembre 1953 presso il luogo del martirio della nostra Santa Lucia, e precisamente nella casa della signora Antonina Giusto Iannuso, che proprio quest'anno è tornata in Paradiso, accolta dalla Santissima Madre di Dio, che l'ha amata con predilezione. Siracusa tutta in festa, dunque, in segno di immensa gratitudine e sconfinato amore verso la veneratissima Madre Immacolata e Addolorata. Questo, inoltre, è l'anno della beatificazione del papa Giovanni Paolo II, e quindi ci sembra che il modo migliore di salutare la nostra dolce Madonnina sia farlo con la meravigliosa preghiera che lo stesso Beato espresse ai Suoi piedi in occasione della Messa di dedicazione del Santuario siracusano il 5 novembre 1994, ricordando così questo papa così "mariano" (il cui motto di vita era proprio "Totus Tuus ego sum, Maria") ora accanto a Lei in Paradiso:



Madonna delle Lacrime, Madre nostra addolorata, Tu ci hai aperto il Tuo cuore, scegliendoci come destinatari e custodi delle Tue lacrime.

Il Tuo pianto, o Madre, segno del Tuo dolore, è reliquia del Tuo amore e pegno della Tua intercessione; prega per noi il Padre delle misericordie, perché tocchi i nostri cuori induriti, pieghi le volontà ribelli, ci scuota dal torpore spirituale, ci converta al Suo amore fedele.

Con le Tue lacrime intercedi, o Madre presso il Tuo Figlio, perché guardi con bontà alle nostre lacrime: nell'attesa che siano asciugate per sempre, Egli le raccolga perché non vadano perdute, le custodisca come perle nel Suo cuore, le trasformi in dono di redenzione.

Chiedi, o Vergine Santa, allo Spirito d'Amore, che inondi di luce e di grazia i Tuoi figli, perché vedendo la turpitudine del peccato, versino lacrime di compunzione; rispondendo con docilità al Maestro interiore, anelino con cuore grande alle vette della santità; imitando la Tua carità sollecita, sappiano condividere e asciugare il pianto dei fratelli.

O Madre, veglia su questa Città e sulla Diocesi che Ti onora con questo tempio. Benedici tutti coloro che si affidano alla Tua protezione, libera l'Italia, l'Europa, il mondo intero dal flagello della guerra, ottieni all'umanità la sospirata pace e l'universale fraternità. Amen.



venerdì 19 agosto 2011

BENEDETTO XVI ALLA GMG 2011 DI MADRID

Per riflettere


E' quasi d'obbligo pubblicare perlomeno il sottostante stralcio - capolavoro sapienziale e perla d'un granitico magistero - delle parole che il Santo Padre Benedetto XVI ha pronunciato nella grandiosa festa dei giovani cristiani in corso in Spagna. Egli, proprio riferendosi a loro - protagonisti dell'evento - ha detto tra il resto la seguente innegabile verità: i giovani cristiani «a causa della loro fede in Cristo, soffrono in se stessi la discriminazione, che arriva al disprezzo e alla persecuzione aperta od occulta che patiscono in determinate regioni e Paesi. Li si perseguita volendo allontanarli da Lui, privandoli dei segni della sua presenza nella vita pubblica, e mettendo a tacere perfino il suo santo nome». Diventa allora «urgente aiutare i giovani discepoli di Gesù a rimanere saldi nella fede e ad assumere la meravigliosa avventura di annunciarla e testimoniarla apertamente con la propria vita. Una testimonianza coraggiosa e piena di amore per il fratello, decisa e prudente al contempo, senza nascondere la propria identità cristiana, in un clima di rispettosa convivenza con altre legittime opzioni ed esigendo, nello stesso tempo, il dovuto rispetto per le proprie. Mi accingo a dire ai giovani, con tutta la forza del mio cuore: che niente e nessuno vi tolga la pace; non vergognatevi del Signore».

lunedì 1 agosto 2011

PAROLA DI VITA - AGOSTO 2011

Meditazione di Chiara Lubich



«Ecco, io vengo a fare la tua volontà» (Eb 10,9).



È questo un versetto del Salmo 40, che l'autore della lettera agli Ebrei mette sulle labbra del Figlio di Dio in dialogo con il Padre. L'autore vuole sottolineare in questo modo l'amore con il quale il Figlio di Dio si è fatto uomo per compiere l'opera della redenzione in obbedienza alla volontà del Padre.


Queste parole fanno parte di un contesto nel quale l'autore vuole dimostrare l'infinita superiorità del sacrificio di Gesù rispetto ai sacrifici dell'antica Legge. A differenza di questi ultimi, nei quali venivano offerti a Dio come vittime di animali o, comunque, cose esterne all'uomo, Gesù, spinto da un immenso amore, durante la sua vita terrena ha offerto al Padre la propria volontà, tutto sé stesso.



«Ecco, io vengo a fare la tua volontà».



Questa Parola ci offre la chiave di lettura della vita di Gesù, aiutandoci a coglierne l'aspetto più profondo e il filo d'oro che lega tutte le tappe della sua esistenza terrena: la sua infanzia, la sua vita nascosta, le tentazioni, le sue scelte, la sua attività pubblica, fino alla morte sulla croce. In ogni istante, in ogni situazione Gesù ha cercato una cosa sola: compiere la volontà del Padre; e l'ha compiuta in modo radicale, non facendo nulla fuori di essa e rifiutando anche le proposte più suggestive che non fossero in pieno accordo con quella volontà.



«Ecco, io vengo a fare la tua volontà».



Questa Parola ci fa comprendere la grande lezione a cui mirava tutta la vita di Gesù. E cioè che la cosa più importante è il compiere non già la nostra, ma la volontà del Padre; renderci capaci di dire di no a noi stessi per dire di sì a lui.


Il vero amore a Dio non consiste nelle belle parole, idee e sentimenti, ma nell'obbedienza effettiva ai suoi comandamenti. Il sacrificio di lode, che egli si aspetta da noi, è l'offerta amorosa fatta a lui di ciò che abbiamo di più intimo, di ciò che più ci appartiene: la nostra volontà.



«Ecco, io vengo a fare la tua volontà».



Come vivremo allora la Parola di Vita di questo mese? Anche questa è una delle parole che mette più in evidenza l'aspetto controcorrente del Vangelo, in quanto si contrappone alla nostra tendenza più radicata: cercare la nostra volontà, seguire i nostri istinti, i nostri sentimenti.


Questa Parola è anche una delle più urtanti per l'uomo moderno. Viviamo nell'epoca dell'esaltazione dell'io, dell'autonomia della persona, della libertà come fine a sé stessa, dell'autosoddisfazione come realizzazione dell'individuo, del piacere considerato come il criterio delle proprie scelte ed il segreto della felicità. Ma conosciamo anche le conseguenze disastrose a cui questa cultura conduce.


Orbene, a questa cultura fondata sulla ricerca della propria volontà, si contrappone quella di Gesù, totalmente orientata al compimento della volontà di Dio, con gli effetti meravigliosi che egli ci assicura.



Cercheremo allora di vivere la Parola di questo mese scegliendo anche noi la volontà del Padre, facendone cioè, come ha fatto Gesù, la norma e il movente di tutta la nostra vita.


Ci avventureremo verso una divina avventura di cui saremo eternamente grati a Dio. Per essa ci faremo santi e irradieremo l'amore di Dio in molti cuori.


venerdì 1 luglio 2011

PAROLA DI VITA - LUGLIO 2011



Meditazione di Chiara Lubich



«Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole» (Mt 26,41).


Queste sono parole che Gesù, durante l'agonia nel Getsemani, ha rivolto a Pietro, Giacomo e Giovanni quando li ha visti sopraffatti dal sonno. Egli aveva preso con sé questi tre apostoli – gli stessi che erano stati testimoni della sua trasfigurazione sul monte Tabor – perché gli fossero vicini in questo momento così difficile e si preparassero con la preghiera assieme a Lui, giacché quanto stava per accadere sarebbe stato una prova terribile anche per loro.


«Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito e pronto, ma la carne è debole».


Queste parole – lette alla luce delle circostanze in cui sono state pronunciate – prima ancora che una raccomandazione rivolta da Gesù ai discepoli, occorre vederle come un riflesso del suo stato d'animo, cioè del modo con cui egli si prepara alla prova. Di fronte alla passione imminente, egli prega, con tutte le forze del suo spirito, lotta contro la paura e l'orrore della morte, si getta nell'amore del Padre per essere fedele fino in fondo alla sua volontà ed aiuta i suoi apostoli a fare altrettanto.


Gesù qui ci appare come il modello per chi deve affrontare la prova e, nello stesso tempo, il fratello che si mette al nostro fianco in quel difficile momento.


«Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».


L'esortazione alla vigilanza ricorre spesso sulle labbra di Gesù. Vigilare per Lui vuol dire non lasciarsi mai vincere dal sonno spirituale, tenersi sempre pronti ad andare incontro alla volontà di Dio, saperne cogliere i segni nella vita di ogni giorno, soprattutto saper leggere le difficoltà e le sofferenze alla luce dell'amore di Dio.


E la vigilanza è inseparabile dalla preghiera, perché la preghiera è indispensabile per vincere la prova. La fragilità connaturale all'uomo ("la debolezza della carne") può essere superata mediante quella forza che viene dallo Spirito.


«Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».


Come vivere allora la Parola di vita di questo mese?


Anche noi dobbiamo mettere in programma l'incontro con la prova: piccole, grandi prove che s'incontrano ogni giorno. Prove normali, prove classiche in cui chi è cristiano non può un giorno o l'altro non imbattersi. Ora, la prima condizione per superare la prova, ogni prova – ci avverte Gesù – è la vigilanza. Si tratta di saper discernere, di rendersi conto che sono prove permesse da Dio non già perché ci scoraggiamo, ma perché, superandole, maturiamo spiritualmente.


E contemporaneamente dobbiamo pregare. È necessaria la preghiera perché due sono le tentazioni a cui siamo maggiormente esposti in questi momenti: da un lato la presunzione di cavarcela da soli; dall'altro il sentimento opposto, cioè il timore di non farcela, quasicché la prova sia superiore alle nostre forze. Gesù, invece, ci assicura che il Padre celeste non ci lascerà mancare la forza dello Spirito Santo, se vigiliamo e glielo chiediamo con fede.

domenica 26 giugno 2011

FESTA DEL CORPUS DOMINI



PREGHIERA

"DAVANTI A GESU' SACRAMENTATO"


Mi sono alzato all’alba perché l’anima sentiva il bisogno di essere nutrita della preghiera. Diradavano le ombre della notte fredda e piovosa. Affacciandomi alla finestra ganze di nebbia lasciavano intravedere sequenze di immagini in bianco e nero, una distesa di rami spogli somiglianti a una siepe intrecciata, sospesa nell’aria, quasi volesse stringere il mondo. La leggerezza dei pensieri movimenti smorzati dentro la casa radio e televisione spenti silenzio uno stato di nostalgia insieme e quiete per la felicità incontrata ieri, vissuta, inginocchiandomi davanti a Gesù Sacramentato. Nel respiro delle candele accese, l’ostia posta nell’ostensorio, aveva il candore di un fiocco di neve emanava il profumo del pane sprigionava il calore del sole d’estate. Mi sono sentito protetto da un abbraccio d’amore paterno, embrione inzuppato del tepore di un grembo materno, come se dovessi nascere nuovo alla vita. Imperscrutabilmente da lontananze sconfinate giungevano ai miei sensi incantati, un suono d’arpa, un coro d’Angeli. Sarei partito volentieri per conoscerti, mio Gesù.

giovedì 2 giugno 2011

FESTA DEL SACRO CUORE DI GESU' A SIRACUSA



Carissimi, ieri, con l'inizio del mese di Giugno, è iniziato anche il tradizionale mese che da secoli la pietà popolare dedica alla devozione verso il Sacro Cuore di Gesù, ricchissima di profondità teologica e intensità spirituale nell'esperienza mistica di molti grandi santi, quale ad esempio - fra tutti - Santa Margherita Maria Alacoque. La Chiesa, con ispirato acume, ha sempre incoraggiato tale culto e lo ha anche solennemente inserito nella liturgia ufficiale, con l'introduzione della festa del Sacro Cuore. Anche a Siracusa questo culto è molto vivo e molto sentito in tutte le comunità parrocchiali, e in particolare è intensificato visibilmente dall'opera meritoria della parrocchia del Sacro Cuore, che anche quest'anno ha in programma un ricco e gioioso calendario di solenni celebrazioni religiose e festeggiamenti esterni. Tutti i fedeli sono invitati a partecipare! Il programma può essere consultato sul sito internet ufficiale della parrocchia: http://www.parrocchiasacrocuoresr.it/.

mercoledì 1 giugno 2011

PAROLA DI VITA - GIUGNO 2011

“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,2)


Ci troviamo nella seconda parte della lettera di san Paolo ai Romani, dove l’apostolo ci descrive l’agire cristiano come espressione della nuova vita, del vero amore, della vera gioia, della vera libertà, che Cristo ci ha donato; è la vita cristiana come nuovo modo di affrontare, con la luce e la forza dello Spirito Santo, i vari compiti e problemi di fronte ai quali possiamo venirci a trovare.


In questo versetto, strettamente legato al precedente, l’apostolo enuncia lo scopo e l’atteggiamento di fondo che dovrebbero caratterizzare ogni nostro comportamento: fare della nostra vita una lode a Dio, un atto di amore disteso nel tempo, nella costante ricerca della sua volontà, di ciò che gli è più gradito.


“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”


E’ evidente che, per compiere la volontà di Dio, occorre innanzitutto conoscerla. Ma, ci lascia capire l’apostolo, questo non è facile. Non è possibile conoscere bene la volontà di Dio senza una luce particolare, la quale ci aiuti a discernere nelle varie situazioni quello che Dio vuole da noi, evitando le illusioni e gli errori in cui potremmo facilmente cadere.


Si tratta di quel dono dello Spirito Santo, che si chiama “discernimento” e che è indispensabile per costruire in noi un’autentica mentalità cristiana.


“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”


Ma come acquistare e sviluppare in noi questo dono così importante? Senza dubbio si richiede da parte nostra una buona conoscenza della dottrina cristiana. Ma non basta. Come ci suggerisce l’apostolo, è soprattutto una questione di vita; è una questione di generosità, di slancio nel vivere la parola di Gesù, mettendo da parte le paure, le incertezze e i calcoli mediocri. E’ una questione di disponibilità e di prontezza a compiere la volontà di Dio. E’ questa la via per avere la luce dello Spirito Santo e costruire in noi la nuova mentalità che qui ci viene chiesta.


“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”


Come vivremo allora la Parola di Vita di questo mese? Cercando di meritare anche noi quella luce che è necessaria per compiere bene la volontà di Dio.


Ci proporremo allora di conoscere sempre meglio la sua volontà così come ci viene espressa dalla sua Parola, dagli insegnamenti della Chiesa, dai doveri del nostro stato, ecc.


Ma soprattutto punteremo sulla vita, giacché, come si è appena visto, è dalla vita, è dall’amore che scaturisce la vera luce. Gesù si manifesta a chi lo ama, mettendo in pratica i suoi comandamenti (cf Gv 14,21).


Riusciremo così a compiere la volontà di Dio come il dono più bello che gli possiamo offrire. E questo gli sarà gradito non soltanto per l’amore che potrà esprimere, ma anche per la luce ed i frutti di rinnovamento cristiano che susciterà attorno a noi.


Chiara Lubich