lunedì 13 febbraio 2006

Ricordo di Suor Lucia di Fatima

Oggi, 13 Febbraio 2006, oltre alla giornata mensile in onore di S. Lucia, ricorre il primo anniversario di morte di Suor Lucia dos Santos, veggente di Fatima: anche le apparizioni della Madonna ai tre pastorelli portoghesi avvennero sempre il 13 del mese.
In questo blog dedicato a S. Lucia di Siracusa (anch'ella morta un giorno 13), ricordiamo con devozione quest'altra santa di nome Lucia, depositaria delle parole della Madre di Dio.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta Tu in mulieribus et benedictus fructus ventris Tui, Jesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

Pensiero mensile dedicato a S. Lucia: "DEUS CARITAS EST"

Cari devoti di Santa Lucia, oggi, 13 del mese, abbiamo ricordato più intensamente la nostra Protettrice. Cogliamo l'occasione per fare una breve riflessione: prendiamo spunto dalla recentissima enciclica "Dio è Amore", la prima enciclica di Sua Santità Benedetto XVI, pubblicata da alcune settimane. E' un inno all'Amore di Dio rivelatosi agli uomini, motivo di immensa gioia e consolazione per tutti noi cristiani. Eccone alcuni stralci (ma vi invitiamo a leggerla per intero):
"Abbiamo creduto all'amore di Dio: così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva...
L'amore per il prossimo è una strada per incontrare anche Dio e il chiudere gli occhi di fronte al prossimo rende ciechi anche di fronte a Dio...
La storia d'amore tra Dio e l'uomo consiste nel fatto che questa comunione di volontà cresce in comunione di pensiero e di sentimento e, così, il nostro volere e la volontà di Dio coincidono sempre di più: la volontà di Dio non è più per me una volontà estranea, che i comandamenti mi impongono dall'esterno, ma è la mia stessa volontà, in base all'esperienza che, di fatto, Dio è più intimo a me di quanto lo sia io stesso. Allora cresce l'abbandono in Dio e Dio diventa la nostra gioia...
Io vedo con gli occhi di Cristo e posso dare agli altri ben più che le cose esternamente necessarie: posso donargli lo sguardo di amore di cui egli ha bisogno...
Solo il servizio al prossimo apre i miei occhi su quello che Dio fa per me e su come Egli mi ama. I santi - pensiamo ad esempio alla beata Teresa di Calcutta - hanno attinto la loro capacità di amare il prossimo, in modo sempre nuovo, dal loro incontro col Signore eucaristico e, reciprocamente questo incontro ha acquisito il suo realismo e la sua profondità proprio nel loro servizio agli altri. Amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili, sono un unico comandamento...
Guardiamo infine ai Santi, a coloro che hanno esercitato in modo esemplare la carità...
I santi sono i veri portatori di luce all'interno della storia, perché sono uomini e donne di fede, di speranza e di amore...
Alla vita dei Santi non appartiene solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere ed operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino."
Tanti Santi ci insegnano la carità, e per prima Maria Santissima.
La nostra Lucia, che in vita dimenticò se stessa donandosi agli altri (prendendosi cura della madre malata, donando tutti i suoi beni ai poveri) e anche dopo la morte ha dispensato innumerevoli grazie ai suoi concittadini ed ai suoi devoti di tutto il mondo, sia per noi modello di santità e di carità, per una vera conversione della nostra vita verso il pieno adempimento della Volontà di Dio su ciascuno di noi.
Santa Lucia, prega per noi.

venerdì 3 febbraio 2006

Omaggio dei Concittadini di SANTA LUCIA a SANT'AGATA, Patrona di Catania

O gloriosa Sant’Agata, Vergine e Martire di Catania, si avvicina ormai il giorno anniversario del Tuo Martirio, festa per tutta la Sicilia e memoria obbligatoria per la Chiesa universale!
Anche noi Siracusani, concittadini della Tua devota Sorella Santa Lucia, vogliamo unirci al coro dei Tuoi devoti d’ogni luogo e d’ogni tempo, e Ti rendiamo onore e venerazione, per la fulgida testimonianza della Tua vita cristiana, suggellata con la verginità e coronata col martirio.
Ti preghiamo di benedirci e proteggerci tutti, nel nome della Comunione dei Santi e del vincolo che Ti lega alla nostra Lucia.
Facciamo nostre le parole che pronunziò per Te un nostro illustre concittadino, San Metodio Siracusano, Patriarca di Costantinopoli (790-846), che oltre a lodare Santa Lucia in un bellissimo “Canone”, elogiò Te in una splendida “Omelia”:

La commemorazione annuale di Sant’Agata ci ha qui radunati perché rendessimo onore a una Martire che è sì antica, ma anche di oggi. Sembra infatti che anche oggi vinca il suo combattimento perché tutti i giorni viene come coronata e decorata di manifestazioni della grazia divina.
Agata, che ci ha invitati al religioso banchetto, è la Sposa di Cristo, la Vergine che ha imporporato le Sue labbra del Sangue dell’Agnello e ha nutrito il Suo spirito con la meditazione sulla morte del Suo Amante Divino.
La stola della Santa porta i colori del Sangue di Cristo, ma anche quelli della verginità. Quella di Sant’Agata, così, diviene una testimonianza di una eloquenza inesauribile per tutte le generazioni seguenti.
Sant’Agata è veramente “Buona”, perché essendo di Dio, si trova dalla parte del Suo Sposo per renderci partecipi di quel Bene, di Cui il Suo nome porta il valore e il significato: Agata (cioè “Buona”) a noi data in dono dalla stessa sorgente della Bontà, Dio.
Infatti cos’è più benefico del Sommo Bene? E chi potrebbe trovare qualcosa degno di essere maggiormente celebrato con lodi del Bene? Ora Agata significa “Buona”. La Sua bontà corrisponde così bene al nome e alla realtà. Agata, che per le Sue magnifiche gesta porta un glorioso nome e nello stesso tempo ci fa vedere le gloriose gesta da Lei compiute. Agata, ci attrae persino con il Proprio nome, perché tutti volentieri Le vadano incontro ed è di insegnamento con il Suo esempio, perché tutti, senza sosta, gareggino fra loro per conseguire il vero Bene, che è Dio solo.

O cento e mille volte veramente Vergine e Martire “Buona”! O “Buona”, dico, a Te e allo Sposo Tuo Cristo; “Buona”, anche alla patria e ai Tuoi concittadini che con tanto palese miracolo conservasti incolumi! Veramente non c’è altra città che abbia sperimentato i suoi santi concittadini così a sé propizi come Agata lo è stata per la regale città di Catania. Tuttavia la Vergine “Buona” non ebbe favorevole benevolenza soltanto per i Suoi concittadini, ma anche sparse a piene mani le Sue grazie verso tutti i forestieri. Lucia, Vergine nobilissima tra le siracusane, attratta dalla fama di tanti miracoli, persuase la madre Eutichia, che soffriva di flusso di sangue, di recarsi insieme a Lei a Catania al tempio e al sepolcro della Santa Vergine Agata. Ed Ella, avendo ivi già curato di offrire l’incruento sacrificio per la guarigione della madre e avendo mescolato alle Sue lacrime le Sue preghiere, guardando e baciando piamente il sepolcro di Agata, si assopì dolcemente. E Le sembrò di vedere in visione distintamente la Beata Agata splendente in Cielo tra i Cori degli Angeli e delle Vergini, sopra tutti di più augusta bellezza, e di ascoltare per sé, nell’anima, queste parole: “O Vergine Lucia, la Tua verginità mi sollecita a chiamarTi sorella, perché implori mediante me, da Cristo Nostro Sposo, la guarigione di Tua madre? Sicuramente Tu stessa l’ottenesti per l’illibato fiore della Tua verginità; ed ecco Tua madre è già guarita. Invece, io Ti rivelo le cose che a Te accadranno: fra breve, infatti, dopo che avrai la corona del martirio, Tu Sposa di Cristo entrerai con Me nel Celeste talamo; e come per Me la città dei Catanesi è resa illustre da Cristo, così per Te sarà decorata la città di Siracusa”. E dette queste cose, la sublime Agata scomparve e Lucia, risvegliatasi, trovò la madre guarita.



VIVA SANT'AGATA E SANTA LUCIA!