sabato 13 settembre 2008

IMPORTANTE NOTIZIA PER LA CHIESA SIRACUSANA!

Monsignor Salvatore Pappalardo, nuovo Arcivescovo Metropolita di Siracusa
Il Papa accetta la rinuncia di monsignor Giuseppe Costanzo


CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 12 settembre 2008 - Papa Benedetto XVI ha nominato Arcivescovo Metropolita di Siracusa monsignor Salvatore Pappalardo, finora Vescovo di Nicosia, secondo quanto ha reso noto la Sala Stampa della Santa Sede questo venerdì. Sostituisce nell'incarico monsignor Giuseppe Costanzo, di cui il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale presentata in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Monsignor Pappalardo è nato a Nicolosi, nell'Arcidiocesi e nella provincia di Catania, il 18 marzo 1945. Dopo gli studi nel Seminario arcivescovile di Catania, ha conseguito la Licenza in Teologia e il Dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense. Ordinato sacerdote il 30 giugno 1968, ha ricoperto nell'Arcidiocesi di appartenenza vari incarichi: cooperatore nella parrocchia cittadina di S. Luigi; insegnante di religione nelle scuole statali; incaricato dell'Ufficio Catechistico diocesano; vice-rettore del Seminario; vice-cancelliere della Curia arcivescovile di Catania; parroco; cancelliere. Dal 1989 al 1998 è stato Vicario Generale di Catania. Eletto alla Chiesa di Nicosia il 5 febbraio 1998, ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 5 marzo dello stesso anno. È delegato per la liturgia nella Conferenza Episcopale Siciliana. (fonte: www.zenit.org)
A mons. Costanzo: grazie di cuore!!!
A mons. Pappalardo: con affetto filiale, benvenuto!!!
Gli "Amici di Santa Lucia"
Uno speciale con servizi più dettagliati sul sito ufficiale dell'Arcidiocesi di Siracusa (http://www.arcidiocesi.siracusa.it/)

Una preghiera al mese - settembre 2008

Ciao a tutte e tutti!!!
Oggi, giorno 13, appuntamento mensile in memoria di Santa Lucia, inauguriamo una nuova rubrica del nostro blog, una tra le tante novità che Vi abbiamo promesso per il nuovo anno: "Una preghiera al mese"! Si tratta di una nuovissima idea della nostra Redazione, con la quale intendiamo farVi dono ogni mese del testo di una delle tante preghiere composte dalla Chiesa in onore della nostra cara patrona, segno dell'immensa popolarità del Suo culto. Vedrete che bello: ogni 13 del mese Vi porteremo alla scoperta di preghiere antiche e nuove, alcune rare e introvabili, tutte bellissime, rintracciate su libretti e santini provenienti da ogni parte d'Italia, grazie alle appassionate e capillari ricerche della nostra Redazione. Così anche Voi, carissimi devoti di Santa Lucia, potrete rinnovare le Sue lodi con sempre nuove espressioni d'amore, quasi musicali "variazioni sul tema" della devozione luciana. Ma adesso basta con i discorsi, e andiamo immediatamente al sodo: iniziamo il nostro "viaggio" orante con un'antica preghiera stampata su un santino che riproduce la "Immagine Taumaturga venerata nella Chiesa S. Lucia del Gonfalone dei PP. Clarettiani, Via Banchi Vecchi - Roma", incantevole e imponente simulacro marmoreo della martire siracusana (nella foto in alto). Ecco il testo dell'orazione:

Vergine tutta luce e martire invitta, S. Lucia! Prostrati ai vostri piedi, noi vi veneriamo e imploriamo la vostra protezione. E mentre vi supplichiamo a preservare da ogni male i nostri occhi corporali, vi chiediamo ancora ad ottenerci soprattutto quella luce spirituale che ci faccia conoscere i nostri falli e il modo di ripararli. Confessiamo di avere le tante volte meritato di rimanere privi della luce degli occhi nostri, per l'abuso che ne abbiamo fatto, offendendo con essi Dio. Solo da Lui e dalla vostra protezione riconosciamo la vista di cui godiamo. Perciò, pieni di fiducia nella vostra potente intercessione, gloriosa S. Lucia, vi supplichiamo ad interporvi ancora presso il vostro divino sposo Gesù, affinché si degni di conservarci sempre sana la luce degli occhi del corpo, dandoci insieme la grazia di farne buon uso, cosicché nel giorno della universale risurrezione siano essi raggianti di quella luce celeste che degni li renderà di vedere le bellezze ineffabili della patria beata. Così sia.

giovedì 11 settembre 2008

Parola di Vita - settembre 2008

Prendendo spunto dall'esortazione di S. Paolo a "tenere alta la Parola di Vita", che ci siamo proposti di seguire durante questo Anno Paolino, inauguriamo oggi una nuova rubrica mensile del nostro blog: "Parola di Vita", meditazione e proposta spirituale su un versetto della Sacra Scrittura attinto dalla liturgia del mese. Abbiamo scelto di farci accompagnare in questo percorso formativo e performativo (come dice il papa Benedetto XVI nella sua enciclica Spe salvi) dagli scritti spirituali di Chiara Lubich, grande santa del nostro tempo, che quest'anno è partita per il Paradiso.

Nella pericope evangelica proclamata nella liturgia di oggi, Gesù ci dice:
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"Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio"
(Luca 6, 26-38).
"Amate i vostri nemici". Questo sì che è forte! Questo sì che capovolge il nostro modo di pensare e fa dare a tutti una sterzata al timone della propria vita! Perché, non nascondiamocelo: qualche nemico… nemichino, nemicone lo abbiamo tutti. E’ lì dietro la porta dell’appartamento accanto, in quella signora così antipatica e intrigante, che cerco sempre di sfuggire ogni volta che minaccia di entrare con me nell’ascensore… E’ in quel mio parente che trent’anni fa ha recato un torto a mio padre, per cui gli ho tolto il saluto… Siede dietro il tuo banco di scuola e mai, mai l’hai guardato in faccia, da quando t’ha accusato al professore… E’ quella ragazza che ti era amica e poi ti ha piantato in asso per andar con un altro… E’ quel commerciante che t’ha imbrogliato… Sono quei tali che in politica non la pensano come noi, per cui li dichiariamo nostri nemici. (…) Come c’è, e c’è sempre stato, chi vede nemici i sacerdoti e odia la Chiesa. Ebbene, tutti questi e un’infinità di altri che chiamiamo nemici, vanno amati. Vanno amati? Sì, vanno amati! E non credere che ce la possiamo cavare semplicemente mutando il sentimento d’odio in un altro più benevolo. C’è di più. Senti cosa Gesù dice: "Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male". Vedi? Gesù vuole che vinciamo il male col bene. Vuole un amore tradotto in gesti concreti. Vien da chiederci: come mai Gesù dà un simile comando? La realtà è che Lui vuole modellare la nostra condotta su quella di Dio, suo Padre, il quale "fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti". Questo è. Non siamo soli al mondo: abbiamo un Padre e gli dobbiamo assomigliare. Non solo, ma Dio ha diritto a questo nostro comportamento perché, mentre noi gli eravamo nemici, eravamo ancora nel male, Lui ci ha amato per primo, mandandoci suo Figlio, che morì in quella terribile maniera per ciascuno di noi.
"Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano…". Questa lezione l’aveva imparata il piccolo Jerry, il bambino nero di Washington, che, per il quoziente alto di intelligenza, era stato ammesso ad una classe speciale con tutti ragazzi bianchi. Ma l’intelligenza non gli era bastata per far capire ai compagni che era uguale a loro. La sua pelle nera gli aveva attirato l’odio generale, tanto che il giorno di Natale tutti i ragazzi si fecero reciproci doni, ignorando Jerry. Il fanciullo ne pianse; si capisce! Ma arrivato a casa pensò a Gesù: "Amate i vostri nemici" e d’accordo con la mamma comprò doni che distribuì con amore a tutti i suoi "fratelli bianchi".
"Amate i vostri nemici… pregate per coloro che vi trattano male". Che dolore quel giorno per Elisabetta, la ragazzina di Firenze, quando salendo i gradini per andare alla Messa si sentì deridere da un gruppo di coetanei! Pur volendo reagire, sorrise, ed entrata in Chiesa pregò tanto per loro. All’uscita la fermarono e le chiesero il motivo del suo comportamento che lei spiegò col fatto d’esser cristiana. Doveva quindi amare sempre. Lo disse con una convinzione infuocata. La sua testimonianza fu premiata: la domenica seguente vide tutti quei giovani in Chiesa, attentissimi, in prima fila. Così i ragazzi prendono la Parola di Dio. Per questo sono grandi davanti a Lui. Forse conviene che anche noi sistemiamo qualche situazione, tanto più che saremo giudicati da come noi giudichiamo gli altri. Siamo noi infatti a dare in mano a Dio la misura con la quale Egli deve misurarci . Non gli chiediamo forse: "Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori"? Dunque amiamo il nemico! Solo agendo così si possono aggiustare disunità, abbattere barriere, si può costruire la comunità. E’ grave? E’ penoso? Non ci lascia dormire al solo pensarlo? Coraggio. Non è la fine del mondo: un piccolo sforzo da parte nostra, poi il 99 per cento lo fa Dio e… nel nostro cuore un fiume di gioia.
Chiara Lubich

mercoledì 10 settembre 2008

Lucia, la Sposa del Re

Il salmo responsoriale della liturgia di oggi è il celebre canto in onore della Sposa del Re, che dice: "La figlia del re è tutta splendore, gemme e tessuto d’oro è il suo vestito" (Salmo 44, versetto 14). Come non dedicarlo alla nostra amatissima Santa Lucia, della quale la devozione dei siracusani fece realizzare, alla fine del '500, uno splendente simulacro rivestito d'oro e argento e adorno di gemme preziose? Il diadema che è posto sul capo del venerato simulacro-reliquiario ci ricorda che anche Lei è Sposa del Re, incoronata Regina per la Sua verginità e il Suo martirio.
(immagini della processione delle reliquie e del simulacro di S. Lucia dalla basilica del Suo Sepolcro al duomo di Siracusa, 20 dicembre 2007 - fotografie a cura della nostra redazione)

lunedì 1 settembre 2008

Buon compleanno "Amici di Santa Lucia"!

(Facciata del duomo di Siracusa, uno dei più bei capolavori di barocco siciliano.
In primo piano: statua di San Paolo; in alto: statua di Santa Lucia)

Auguri ... al nostro blog!!!
Oggi, 1° settembre, solennità della Beata Vergine Maria delle Lacrime, festa speciale per tutti i siracusani, il blog degli "Amici di Santa Lucia" compie 3 anni e raggiunge il notevole traguardo di ben 100 post! 100 post tra spiritualità, preghiera, storia, cultura, informazione, tutto soltanto per rendere onore e venerazione ad una Persona amata, anzi amatissima: Lucia!
Nato con lo scopo di unire i devoti di Santa Lucia sparsi nel mondo accompagnandoli per tutto l'anno con un percorso di formazione spirituale e di puntuale aggiornamento sugli eventi riguardanti il culto della Santa, dopo tre anni il nostro blog continua a lavorare e prepara per il suo nuovo anno di vita importanti novità: innanzitutto un accrescimento delle proposte di spiritualità, e altre sorprese!
E per camminare in piena comunione con la Chiesa universale, che sta celebrando l'Anno Paolino, incominciamo subito il nuovo anno con un'esortazione dell'Apostolo San Paolo (che scrisse due lunghe lettere ai Corinzi, fondatori della Siracusa greca, e che proprio noi Siracusani abbiamo avuto la grazia di ospitare per ben tre giorni): "Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche, perché siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita. Allora nel giorno di Cristo, io potrò vantarmi di non aver corso invano né invano faticato" (Filippesi 2, 14-16).
Proponendoci di mettere in pratica questo brano della Parola di Dio per tutto quest'anno, aiutandoci fraternamente a crescere nella perfezione cristiana, potremo venerare adeguatamente San Paolo, dandogli la gioia di non aver corso e faticato invano! E splenderemo "come astri nel mondo", accanto alla nostra patrona Santa Lucia, "l'astro più fulgido del nostro Cielo", come a ragione la definì mons. Giacomo Carabelli, arcivescovo di Siracusa dal 1921 al 1932.