lunedì 29 novembre 2010

... TRE, DUE, UNO ... FESTAAA!!!


EH SI', SCUSATE LO SFOGO D'ENTUSIASMO, MA NON POSSIAMO CONTENERE LA TREPIDAZIONE E L'EMOZIONE PERCHE' ANCHE QUEST'ANNO, GRAZIE A DIO, SIAMO GIUNTI AL TERMINE DEL FRIZZANTE CONTO ALLA ROVESCIA ANNUALE PER L'INIZIO DEGLI ATTESISSIMI FESTEGGIAMENTI SOLENNI IN ONORE DELLA NOSTRA GRANDE PATRONA: SANTA LUCIA SIRACUSANA, VERGINE E MARTIRE, PROTETTRICE DELLA VISTA E TAUMATURGA VENERATISSIMA IN TUTTO IL MONDO!!!

AUGURI DI BUONA FESTA A TUTTI:

AI SIRACUSANI, CONCITTADINI, PRIMOGENITI ED EREDI DI LUCIA;

AI CIECHI E A TUTTI COLORO CHE SOFFRONO MALATTIE AGLI OCCHI, PER I QUALI LUCIA NUTRE UN AMORE DI PREDILEZIONE;

AI DEVOTI DI TUTTO IL MONDO;

AGLI ABITANTI DI TUTTE LE CITTA' CHE HANNO LUCIA PER PATRONA;

A TUTTE LE DONNE DI NOME "LUCIA";

A TUTTI I BAMBINI, PARTICOLARMENTE AFFEZIONATI A QUESTA PICCOLA DOLCE SANTA SPECIALE;

A TUTTI!!!


AVVISO IMPORTANTE: RICORDIAMO A TUTTI I SIRACUSANI CHE A PARTIRE DA DOMANI, MARTEDI' 30 NOVEMBRE, VERRA' CELEBRATA SOLENNEMENTE LA TRADIZIONALE "TREDICINA" IN ONORE DI SANTA LUCIA, PER PREPARARCI SPIRITUALMENTE ALLA SOLENNITA' DEL 13 DICEMBRE.

DUE VOLTE AL GIORNO, AL SORGERE E AL TRAMONTARE DEL GIORNO, A RITMO CON I SACRIFICI DI LODE MATTUTINO E VESPERTINO DELLA CHIESA:

ALLE ORE 7.30 NELLA BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO DI SANTA LUCIA;

ALLE ORE 18.00 (19.00 NEI GIORNI FESTIVI) IN CATTEDRALE.
E' COSA BUONA, IN PREPARAZIONE ALLA FESTA PATRONALE E ALL'IMMINENTE SOLENNITA' DEL MISTERO DEL NATALE, ATTINGERE ALL'INESAURIBILE FONTE DI GRAZIA DEI SACRAMENTI, CHE CI RIEMPIONO DI CRISTO. PER ESEMPIO, DURANTE QUESTA TREDICINA, FARE UNA BUONA E BEN PREPARATA CONFESSIONE, E RICEVERE CON FEDE E AMORE LA SANTA COMUNIONE, AVENDO PARTECIPATO CON INTENSITA' E ATTENZIONE ALLA SANTA MESSA.
SUL SITO DELLA DEPUTAZIONE DELLA CAPPELLA DI SANTA LUCIA TROVATE IL PROGRAMMA UFFICIALE DELLE CELEBRAZIONI E IL NUOVO NUMERO DEL BOLLETTINO "CON LUCIA A CRISTO".

sabato 27 novembre 2010

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia"

"Ecco, il Signore viene e con Lui tutti i Suoi Santi:
quel giorno brillerà una grande luce, alleluia"

Carissimi, un caloroso saluto di ben ritrovati sul nostro blog!
Stasera con i primi vespri della prima domenica del tempo di Avvento, è ritornato finalmente questo attesissimo tempo forte dell'anno liturgico, così caro a tutti i cristiani del mondo!
L'Avvento possiede una ricchezza e una profondità di significati teologici tutti da scoprire, riscoprire e sviscerare, anche grazie alla preghiera ufficiale della Chiesa, che con materna pedagogia ci accompagna ogni giorno a rivivere e riattualizzare i grandi momenti della storia della salvezza.
Provvidenzialmente, in questi giorni si susseguono per noi, in un crescendo di spiritualità e intensa pietà, importanti momenti: alla prima domenica d'Avvento, il "capodanno" della Chiesa, seguirà immediatamente, lunedì 29 novembre, l'inizio della Novena dell'Immacolata in preparazione alla solennità dell'8 dicembre, e l'indomani, martedì 30, l'inizio della Tredicina di Santa Lucia, in preparazione al 13 dicembre.
Nell'attesa della venuta del Signore nostro Gesù Cristo, andiamoGli incontro per mezzo di Maria e in compagnia di Lucia nostra Patrona!
Ed ecco il nostro augurio per cominciare bene:

"Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo!
Fratelli, pregate anche per noi.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi". (1 Ts 5,23-25.28)

lunedì 1 novembre 2010

Un regalo per la festa di tutti i Santi

Oggi 1° novembre, giorno in cui la Chiesa romana celebra la solennità di tutti i Santi, ricorrenza liturgica d'antica istituzione, e primo giorno del mese in cui a Siracusa iniziano i tradizionali solenni festeggiamenti invernali in onore di Santa Lucia Vergine e Martire Siracusana, principale patrona della città e dell'arcidiocesi aretusea, pubblichiamo un'edificante riflessione sulla santità firmata da una penna molto autorevole del cristianesimo del nostro tempo:

Il motivo per cui il cristiano vive sulla terra è quello di raggiungere la santità...

Ma spesso per molti cristiani di oggi, che di cristiano non hanno che il nome, rinunciatari affogati nel mondo, secolarizzati, la sola parola santità" suona anacronistica, relegata in un tempo passato di stile medioevale o in quei luoghi incomprensibili e forse ingombranti come sono i monasteri, quando non è fissazione di menti deboli che credono buttandosi in queste avventure, di scansare le difficoltà della vita e sono avulse dal tempo moderno, dinamico, il cui dio è ormai la tecnica, la scienza quando non è il divertimento, l'edonismo.

L'accelerazione della vita moderna poi, che non lascia fiato, i mezzi di comunicazione che assorbono tutto il tempo libero e non danno più possibilità di pensare, di chiedersi dei perché, rendono quest'idea della santità assolutamente indifferente, per lo meno non importante. "Non posso pensarci, quindi non c'è problema". Manca il tempo, manca la solitudine...

Altri non trovano la strada.

"Come farsi santi?" E' una parola, quale la via, quale l'imbocco? Forse far penitenze come grandi santi, ma non sono cose per questi tempi, anche se in altri momenti potevano andar bene. Forse pregare molto? Lo farei se sapessi che quella è la mia via. Forse darmi a Dio e lasciarmi forgiare da un'obbedienza ad un superiore...ma anche queste son cose che non calzano più con la mentalità moderna.

Quale dunque la via per attuare la santità anche al giorno di oggi?

E' secondo me questa del fare la volontà di Dio, una via moderna per farsi santi. Non occorre entrare in convento, non occorre necessariamente consacrarsi a Dio o farsi preti. No, basta fare quello che Dio vuole da noi (...)

Allora anche una mamma che deve svolgere i lavori di casa, anche l'operaio all'officina, anche la lavoratrice alla catena di montaggio, anche l'ammalato nel suo letto, anche il bambino, anche il vecchietto, anche il padre carico d'affari, anche il poliziotto, anche l'artista, anche lo stradino, anche il missionario, anche lo scrittore, anche la domestica, anche il barista, anche lo sportivo, tutti, tutti, tutti possono farsi santi, perché tutti possono fare la volontà di Dio. Questa strada di santità è via per la massa

Così il mondo, la scuola, gli uffici, le fabbriche, le strade ospitano santi in cammino, che perseverando saranno santi in eterno, ma qui la perseveranza è facile, basta avere il coraggio di non pensare al domani e ributtarsi nell'eterno presente di Dio.

+ Chiara Lubich

PAROLA DI VITA - NOVEMBRE 2010

«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio». (Mt 5,8)

La predicazione di Gesù si apre col discorso della montagna. Davanti al lago di Tiberiade su una collina nei pressi di Cafarnao, seduto, come usavano fare i maestri, Gesù annuncia alle folle l’uomo delle beatitudini. Più volte nell’Antico Testamento risuonava la parola “beato” e cioè l’esaltazione di colui che adempiva, nei modi più vari, la Parola del Signore.

Le beatitudini di Gesù riecheggiavano in parte quelle che i discepoli già conoscevano; ma per la prima volta essi sentivano che i puri di cuore, non solo, come cantava il Salmo, erano degni di salire sul monte del Signore, ma addirittura potevano vedere Dio. Quale era dunque quella purezza così alta da meritare tanto? Gesù l’avrebbe spiegato più volte nel corso della sua predicazione. Cerchiamo perciò di seguirlo per attingere alla fonte dell’autentica purezza.

«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio».

Anzitutto, secondo Gesù, vi è un mezzo sovrano di purificazione: «Voi siete già mondi in virtù della Parola che vi ho annunziato». Non sono tanto degli esercizi rituali a purificare l’animo, ma la sua Parola. La Parola di Gesù non è come le parole umane. In essa è presente Cristo, come, in altro modo, è presente nell’Eucaristia. Per essa Cristo entra in noi e, finché la lasciamo agire, ci rende liberi dal peccato e quindi puri di cuore.

Dunque la purezza è frutto della Parola vissuta, di tutte quelle Parole di Gesù che ci liberano dai cosiddetti attaccamenti, nei quali necessariamente si cade, se non si ha il cuore in Dio e nei suoi insegnamenti. Essi possono riguardare le cose, le creature, sé stessi. Ma se il cuore è puntato su Dio solo, tutto il resto cade.

Per riuscire in questa impresa, può essere utile, durante la giornata, ripetere a Gesù, a Dio, quell’invocazione del Salmo che dice: «Sei tu, Signore, l’unico mio bene!». Proviamo a ripeterlo spesso, e soprattutto quando i vari attaccamenti vorrebbero trascinare il nostro cuore verso quelle immagini, sentimenti e passioni che possono offuscare la visione del bene e toglierci la libertà.

Siamo portati a guardare certi cartelloni pubblicitari, a seguire certi programmi televisivi? No, diciamogli: «Sei tu, Signore, l’unico mio bene» e sarà questo il primo passo che ci farà uscire da noi stessi, ri-dichiarando il nostro amore a Dio. E così avremo acquistato in purezza.

Avvertiamo a volte che una persona o un’attività si frappongono, come un ostacolo, fra noi e Dio e inquinano il nostro rapporto con lui? È il momento di ripetergli: «Sei tu, Signore, l’unico mio bene». Questo ci aiuterà a purificare le nostre intenzioni e a ritrovare la libertà interiore.

«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio».

La Parola vissuta ci rende liberi e puri perché è amore. È l’amore che purifica, con il suo fuoco divino, le nostre intenzioni e tutto il nostro intimo, perché il “cuore” secondo la Bibbia è la sede più profonda dell’intelligenza e della volontà.

Ma c’è un amore che Gesù ci comanda e che ci permette di vivere questa beatitudine. È l’amore reciproco, di chi è pronto a dare la vita per gli altri, sull’esempio di Gesù. Esso crea una corrente, uno scambio, un’atmosfera la cui nota dominante è proprio la trasparenza, la purezza, per la presenza di Dio che, solo, può creare in noi un cuore puro. È vivendo l’amore scambievole che la Parola agisce con i suoi effetti di purificazione e di santificazione.

L’individuo isolato è incapace di resistere a lungo alle sollecitazioni del mondo, mentre nell’amore vicendevole trova l’ambiente sano, capace di proteggere la sua purezza e tutta la sua autentica esistenza cristiana.

«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio».

Ed ecco il frutto di questa purezza, sempre riconquistata: si può “vedere” Dio, cioè capire la sua azione nella nostra vita e nella storia, sentire la sua voce nel cuore, cogliere la sua presenza là dove è: nei poveri, nell’Eucaristia, nella sua Parola, nella comunione fraterna, nella Chiesa.

È un pregustare la presenza di Dio che comincia già da questa vita «camminando nella fede e non ancora in visione» fino a quando «vedremo faccia a faccia» eternamente.

Chiara Lubich