venerdì 23 aprile 2010

PROGRAMMA "FESTA DEL PATROCINIO"


Carissimi, con trepidazione contiamo i giorni che ci separano dal prossimo solenne incontro pubblico della città di Siracusa con la Sua celeste Patrona e Concittadina: la Festa del Patrocinio di Santa Lucia, che ogni anno viene celebrata per ininterrotta tradizione sin dalla sua istituzione, nel 1646, quando i Siracusani vollero sciogliere un perenne voto di ringraziamento alla loro potente interceditrice per tutte le grazie e i miracoli che per Sua intercessione hanno beneficato il popolo aretuseo nel corso dei secoli. In particolare, la ragione decisiva per l'effettiva istituzione ufficiale di questa festa fu la miracolosa liberazione dalla terribile carestia di quel 1646. Ecco il programma dell'edizione 2010 (che è la 364.a):

SABATO 1° MAGGIO - "La Vigilia"
In Duomo:
Ore 11.45: solenne traslazione del Simulacro-Reliquiario di S. Lucia dalla Sua Cappella all'Altare maggiore.
Ore 19.00: solenni Vespri Pontificali officiati da S. E. mons. Giuseppe Costanzo, arcivescovo emerito di Siracusa, e cantati dalla Schola cantorum del Santuario Madonna delle Lacrime (direttore: M° Ivan Manzella).
Ore 21.30: concerto in onore di S. Lucia sul sagrato eseguito dalla banda municipale (direttore: M° Michele Pupillo).

DOMENICA 2 - "Santa Lucia delle Quaglie"
In Duomo:
Ore 08.00: S. Messa.
Ore 10.30: solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S. E. mons. Calogero Peri OFM, vescovo di Caltagirone, e cantata dalla Schola cantorum della Madonna delle Lacrime; pellegrinaggio dei devoti di S. Lucia di Carlentini (Siracusa).
Ore 12.00: processione delle Sacre Reliquie e del Simulacro-Reliquiario di S. Lucia in piazza del Duomo, dalla Cattedrale alla Chiesa di S. Lucia alla Badia; tradizionale lancio di colombi viaggiatori in onore della S. Patrona (a cura della Società Colombofila Siracusana "Dionisio"); rievocazione storica del prodigio del 1646 (a cura dell'associazione "Gozzo di Marika").

DA LUNEDI 3 A SABATO 8 - "L'Ottavario"
Nella Chiesa di S. Lucia alla Badia:
Tutti i giorni
Venerazione delle Sacre Reliquie e del Simulacro-Reliquiario di S. Lucia, offerta di ceri votivi e omaggi floreali dei devoti dalle ore 8.00 alle 21.30; Ss. Messe alle ore 10.30 e alle 19.00.
Mercoledì 5
Ore 20.00: presentazione del nuovo volume Santa Lucia: sacro e prezioso. Il corredo del simulacro di S. Lucia a Siracusa del dott. Dario Bottaro.
Venerdì 7 - "La Commemorazione Liturgica del Patrocinio di S. Lucia"
Ore 19.00: S. Messa solenne con il Panegirico della S. Patrona.
Ore 20.00: conferenza Il processo a Lucia dell'avv. Antonio Bandiera, presidente della Deputazione della Cappella di S. Lucia.

DOMENICA 9 - "L'Ottava"
Nella Chiesa di S. Lucia alla Badia:
Ore 08.00: S. Messa.
Ore 10.30: solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da mons. Maurizio Aliotta, vicario generale dell'Arcidiocesi Metropolitana di Siracusa, e cantata dal Coro Giovanile Siracusano (direttore: M° Michele Pupillo); pellegrinaggio dei devoti di S. Lucia di Erchie (Brindisi).
Ore 17.30: S. Messa.
Ore 19.00: processione delle Sacre Reliquie e del Simulacro-Reliquiario di S. Lucia dalla Chiesa della Badia al Duomo, per le vie: Picherali, Castel Maniace, lungomare d'Ortigia, Roma, Teatro, Giudecca, Maestranze, Roma e Minerva.
Ore 21.30 circa: festoso ingresso in Duomo e solenne reposizione delle Reliquie e del Simulacro.

Santa Lucia, prega per noi.
Sarausana jè, viva Santa Lucia!

martedì 13 aprile 2010

LA PREGHIERA DEL MESE - APRILE 2010


Esultando di gioia indicibile e gloriosa per la Resurrezione di Gesù Cristo nostro Signore e Salvatore, grazie alla quale felicità e grazia accompagnano tutti i giorni della vita di tutti noi cristiani, e in trepidante attesa della prossima Festa del Patrocinio di Santa Lucia, pubblichiamo oggi il testo di un antico inno siracusano in onore di Santa Lucia (riportato da mons. Giuseppe Greco nel suo articolo Santa Lucia nei drammi sacri del Settecento in pubblicazione nel numero di "Con Lucia a Cristo" del prossimo maggio):

Ave, Martyr, Virgo pia,
Christo grata, ave, Lucia,
Splendor orbis, nostra sors.
Arma cedit tirannia,
cedit satan, o Beata,
cedit ignis, cedit mors.

giovedì 1 aprile 2010

Giovedì Santo: la festa dell'Amore di Gesù

"FIGLIOLI, VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO:
CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI;
COME IO VI HO AMATO,
COSI' AMATEVI ANCHE VOI GLI UNI GLI ALTRI.
DA QUESTO TUTTI SAPRANNO CHE SIETE MIEI DISCEPOLI,
SE AVRETE AMORE GLI UNI PER GLI ALTRI"
(Gv 13,33-35)
Scriveva Chiara Lubich, a proposito degli eventi evangelici (comandamento nuovo dell'amore reciproco, istituzione dell'Eucarestia e del sacerdozio, preghiera al Padre per l'unità) accaduti il Giovedì Santo, che essi sono interamente sostanziati d'amore:
"Amore il sacerdozio che possiede un carattere ministeriale, e cioè di servizio e quindi d'amore concreto.
Amore l'Eucarestia nella quale Gesù ci ha dato tutto se stesso.
Amore l'unità, effetto dell'amore, che Gesù ha invocato dal Padre: Che tutti siano uno come io e Te.

Amore quel comando che Gesù serbò in cuore tutta la vita, per rivelarlo il giorno prima di morire: Come io vi ho amato, così amatevi anche voi. Da questo tutti conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete a vicenda. Non possiamo passare questo giorno senza un attimo di raccoglimento, nel quale diciamo a Gesù tutta l'adesione della nostra anima a quel comando che chiamò "mio" e "nuovo". Un comando che non ha lasciato senza spiegazione, quando ha soggiunto: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici".

E noi, devoti della vergine martire Lucia, possiamo fare nostre le parole del grande vescovo Sant'Agostino, che proprio a proposito di questo "dare la vita" di cui parla il comandamento dell'Amore di Gesù, scrisse:

"Noi non commemoriamo i martiri come facciamo con gli altri che ora riposano in pace, cioè non preghiamo per loro, ma chiediamo piuttosto che essi preghino per noi, per ottenerci di seguire le loro orme. Essi, infatti, hanno toccato il vertice di quell'amore che il Signore ha definito come il più grande possibile. (...) I martiri dunque, in quanto versarono il loro sangue, hanno ricambiato quanto hanno ricevuto dal Signore. Manteniamoci sulla loro scia e amiamoci gli uni gli altri, come Cristo ha amato noi, dando se stesso per noi".

PAROLA DI VITA - APRILE 2010 "SPECIALE S. PASQUA"

Oggi inizia il TRIDUO PASQUALE, autentico centro dell'intero anno liturgico e solennissima celebrazione del massimo Mistero della Fede Cristiana: la PASSIONE, MORTE E RESURREZIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO. Non vi sono parole umane adeguate per descrivere degnamente il profondissimo significato di questo imperscrutabile Mistero dell'Amore infinito di Dio: dopo due millenni, ci accostiamo con timore e tremore, adorando, contemplando, esultando e ringraziando Dio, che ha dato la Sua Vita per noi.
BUONA PASQUA A TUTTI dalla Redazione del blog "Amici di Santa Lucia"!

* * *

"IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA"
(dal Vangelo secondo Giovanni: capitolo 11, versetto 25)
Gesù pronunciò queste parole in occasione della morte di Lazzaro di Betania, che Egli al quarto giorno risuscitò. Lazzaro aveva due sorelle: Marta e Maria. Marta, appena seppe che arrivava Gesù, Gli corse incontro e Gli disse: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!". Gesù le rispose: "Tuo fratello risusciterà". Marta replicò: "So che risusciterà nell'ultimo giorno". E Gesù dichiara: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno".
"IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA"
Gesù vuol fare intendere chi Egli è per l’uomo. Gesù possiede il bene più prezioso che si possa desiderare: la Vita, quella Vita che non muore. Se hai letto il Vangelo di Giovanni, avrai trovato che Gesù ha pure detto: "Come il Padre ha la Vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la Vita in se stesso". E poiché Gesù ha la Vita, la può comunicare.
"IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA"
Anche Marta crede alla risurrezione finale: "So che risusciterà nell’ultimo giorno". Ma Gesù, con la sua affermazione meravigliosa: "Io sono la risurrezione e la vita", le fa capire che non deve attendere il futuro per sperare nella risurrezione dei morti. Già adesso, nel presente, Egli è per tutti i credenti, quella Vita divina, ineffabile, eterna, che non morirà mai. Se Gesù è in loro, se Egli è in te, non morirai. Questa Vita nel credente è della stessa natura di Gesù risorto e quindi ben diversa dalla condizione umana in cui si trova. E questa straordinaria Vita, che già esiste anche in te, si manifesterà pienamente nell’ultimo giorno, quando parteciperai, con tutto il tuo essere, alla risurrezione futura.
"IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA"
Certamente Gesù con queste parole non nega che ci sia la morte fisica. Ma essa non implicherà la perdita della Vita vera. La morte resterà per te, come per tutti, un'esperienza unica, fortissima e forse temuta. Ma non significherà più il non senso di un'esistenza, non sarà più l'assurdo, il fallimento della vita, la tua fine. La morte, per te, non sarà più realmente una morte.
"IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA"
E quando è nata in te questa Vita che non muore? Nel Battesimo. Lì, pur nella tua condizione di persona che deve morire, hai avuto da Cristo la Vita immortale. Nel Battesimo, infatti, hai ricevuto lo Spirito Santo che è Colui che ha risuscitato Gesù. E condizione per ricevere questo sacramento è la tua fede, che hai dichiarato attraverso i tuoi padrini. Gesù, infatti, nell'episodio della risurrezione di Lazzaro, parlando a Marta, ha precisato: "Chi crede in me, anche se muore vivrà. (...) Credi tu questo?". "Credere", qui è un fatto molto serio, molto importante: non implica solo accettare le verità annunciate da Gesù, ma aderirvi con tutto l'essere. Per avere questa vita, devi dunque dire il tuo sì a Cristo. E ciò significa adesione alle Sue Parole, ai Suoi comandi: viverli. Gesù lo ha confermato: "Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte". E gli insegnamenti di Gesù sono riassunti nell'amore. Non puoi, quindi, non essere felice: in te è la Vita!
"IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA"
In questo periodo in cui ci si prepara alla celebrazione della Pasqua, aiutiamoci a fare quella sterzata, che occorre sempre rinnovare, verso la morte del nostro io perché Cristo, il Risorto, viva sin d'ora in noi.
+ Chiara Lubich