lunedì 5 febbraio 2007

AGATA, VERGINE E MARTIRE DI CATANIA

Sant'Agata appare a Santa Lucia (Chiesa Madre di Belpasso - Catania)


Oggi tutta la Chiesa universale fa solenne memoria di una piccola fanciulla di Catania, vissuta nel III sec. d. C., che subì un crudelissimo martirio per testimoniare la sua fede in Gesù Cristo e mantenere intatta la sua purezza verginale, sotto la persecuzione proclamata dall'imperatore romano Decio: AGATA.

Nel cinquantesimo anniversario del suo martirio, il 5 febbraio del 301, un'altra nobile fanciulla cristiana, anch'essa già consacrata a Dio con voto di verginità e destinata a subire il martirio dopo soli tre anni, si recò dalla sua Siracusa a venerare le reliquie di Sant'Agata presso il suo sepolcro a Catania, per chiedere la grazia della guarigione della madre inferma: LUCIA.

E avvenne un bellissimo prodigio: Agata, splendente nella gloria riservata in Cielo ai santi, apparve a Lucia e le parlò con affettuose e dolci parole, rivelandole gli specialissimi privilegi celesti che Dio pensava già per lei. Il miracolo richiesto, cioè la guarigione della madre di Lucia, fu immediato: tanto può presso Dio chi Gli immola la propria vita, così come hanno fatto Agata e Lucia.

Quest'anno, la patria di Agata, Catania, dedica alla propria patrona una festa un po' particolare, eccezionalmente di carattere meno solenne e più penitenziale, in ricordo dell'ispettore capo Filippo Raciti, recentissima vittima della violenza, le cui vicende sono ormai note in tutto il mondo.

Agata, che vuol dire "buona" (dal greco "agathé"), possa ispirare bontà e mitezza a tutta l'umanità, affinché mai più si ripetano simili atti della malvagità umana.