Benvenuti nel 1° blog dedicato a S. LUCIA VERGINE E MARTIRE (Siracusa, fine III sec. - 13 dicembre 304). Realizzato dai devoti siracusani, in ricordo della storica VISITA DEL CORPO DI S. LUCIA A SIRACUSA (15-22 dicembre 2004, nel 17° Centenario del Martirio). Email redazione: amicisantalucia@yahoo.it. VIVA S. LUCIA!
mercoledì 28 dicembre 2011
28 dicembre: il giorno della memoria
giovedì 15 dicembre 2011
Infra Octavam 2011. ANNIVERSARIO DI LUCE
mercoledì 14 dicembre 2011
Infra Octavam 2011. "Le recensioni della redazione"
martedì 13 dicembre 2011
EVVIVA LA NOSTRA SANTA LUCIA! ALLELUIA!
lunedì 12 dicembre 2011
domenica 11 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -2
sabato 10 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -3
venerdì 9 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -4
giovedì 8 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -5
il Creatore del cielo e della terra Ti ha predisposta fin dal grembo materno per divenire degna Madre del Redentore!
mercoledì 7 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -6
Stiamo seguendo da vicino, in questi giorni di preparazione alla festa di S. Lucia, il testo degli Atti del suo martirio, meditandone i luminosi spunti di riflessione ed esortazione alla conversione.
"Tu osservi i decreti degli imperatori,
martedì 6 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -7
Cosa ci dice oggi la luminosa vita di Santa Lucia? Quale raggio di luce giunge proprio questa mattina su ciascuno di noi, sul nostro spirito? Oggi meditiamo sull'amore di predilezione e sull'ardente familiarità che la vergine Lucia ha posseduto sin da fanciulla nei riguardi della Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura. Ella leggeva, meditava, pregava e contemplava ogni giorno quel Libro santo, dal quale ascoltava la voce dello Sposo Divino che la chiamava decisamente a donarsi tutta a Lui. Nel silenzio sacro e orante del segreto della sua stanza, Lucia dialogava cuore a cuore con Gesù, che sembrava le dicesse: "Lucia, hai una vita sola: spendila bene! Datti tutta a Me!". E Lucia disse il suo "sì", al quale è rimasta fedelissima fino alla fine, coerente testimone fino al martirio, per quell'unico amore della sua vita: Gesù Cristo. Che Lucia avesse assimilato e ormai perfettamente interiorizzato la Parola di Dio è chiaramente dimostrato dal verbale del suo processo tramandato negli Atti greci e latini del suo martirio, dai quali emerge limpida e luminosa la sua vigorosa difesa in nome della Parola di Dio, sua regola di vita, che ella spesso cita e richiama durante lo svolgimento dell'interrogatorio di fronte al consolare Pascasio.
Amiamo anche noi, come Lucia, la Parola di Dio, ricordando che ogni Parola di Dio è amore, amore di Dio per noi!
lunedì 5 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -8
domenica 4 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -9
sabato 3 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -10
«L’Apostolo dice: “Coloro che vivono castamente e piamente sono tempio di Dio, e lo Spirito Santo abita in essi”».
Al consolare romano Pascasio, che la interrogava durante il processo, Lucia ha professato con fermezza e fortezza la sua granitica fede nell’inabitazione dello Spirito Santo nei veri credenti, citando San Paolo, l’evangelizzatore di Siracusa, le cui Lettere ella conosceva perfettamente, per averle a lungo meditate e ruminate nel segreto del suo intimo e amoroso colloquio con l’adorato Sposo Gesù.
Lucia ricorda che l’Apostolo delle genti ha scritto ai Corinzi: «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio che siete voi» (1Cor 3,16-17).
Ora, la comunità cristiana di Siracusa fu una delle prime a poter leggere direttamente una copia delle due epistole che Paolo inviò ai cristiani di Corinto, poiché i Corinzi – giova ricordarlo – furono i fondatori colonizzatori di Siracusa nel 734 a. C. La colonia siciliana mantenne sempre strettissimi rapporti commerciali e politici con la madrepatria dorica, e quindi non tardò l’occasione per i Corinti che avevano aderito alla nuova fede in Gesù Cristo di trasmettere ai compatrioti Siracusani l’ardente insegnamento paolino ad essi destinato.
Lucia ci mostra come a distanza di oltre due secoli quelle parole vibrassero ancora fortemente nel cuore del suo popolo e attraverso i cristiani d’ogni tempo esse risplendono di luce anche per noi cristiani di oggi. Coraggio, allora, facciamo tesoro anche noi della Parola di Dio, ispirata alla penna di Paolo e tramandata dalla voce di Lucia, e rinnoviamo con i nostri grandi santi la loro e nostra medesima fede in Colui di cui siamo tempio santo!
venerdì 2 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -11
giovedì 1 dicembre 2011
Una luce per lo spirito -12
Cammina al nostro fianco, o dolce vergine siracusana, per indicarci questa via rimanendo vigilanti nell'esercizio delle virtù e delle opere di misericordia, come hai fatto Tu, e Gesù ci troverà con le lampade accese ad attenderLo!
mercoledì 30 novembre 2011
Una luce per lo spirito -13
Carissimi amici, ben ritrovati!
Oggi, 30 novembre, festa dell’apostolo S. Andrea, il protòclito (il primo chiamato da Gesù con la divina e trasformante vocazione “Seguimi”), fratello di S. Pietro, corifeo degli apostoli, inizia la tradizionale ‘tredicina’ di S. Lucia, periodo di intensa preparazione spirituale all’attesissima solennità del 13 dicembre, in cui celebreremo il dies natalis della nostra amata Patrona!
Quest’anno la nostra redazione, sempre alla ricerca di nuove idee per poter vivere sempre più in profondità la splendida vita della vera devozione a S. Lucia, ha pensato per voi una nuovissima rubrica, dal titolo “Una luce per lo spirito”: si tratterà di piccole ma certamente preziose ‘pillole’ di riflessione e meditazione per nutrire l’anima e accompagnarla a prepararsi degnamente alla più grande festa siracusana… la festa di S. Lucia! Sarà un bel modo per vivere insieme a tutti voi il conto alla rovescia che fermenta l'attesa del grande giorno!
E’ bene infatti, come ricordiamo sempre, che i segni esterni – legittimi, beninteso – della gioia di questa festa siano espressione di una viva esperienza spirituale e di una vera intensità interiore vissuta da tutti coloro che vogliono essere devoti autentici e graditi alla nostra celeste Protettrice.
Riscopriamo pertanto il significato più profondo di questa festa: la celebrazione lieta e festante di un’eroina della fede cristiana, di un'altissima testimone dell’amore per Cristo, di un fulgido esempio di radicalità evangelica! Lucia, una luce per lo spirito.
Buona tredicina a tutti! Sarausana jè, viva SANTA LUCIA!
martedì 22 novembre 2011
FESTA DI S. LUCIA - SIRACUSA 2011
Auguri a tutti di conversione e frutti di santità, sull'esempio luminosissimo della vergine e martire Lucia, che invochiamo qual taumaturga protettrice e seguiamo qual modello di vita cristiana.
Adoriamo la Santissima Trinità e veneriamo Santa Lucia! Sarausana jè, viva Santa Lucia!
O Lucia, di Gesù Sposa diletta, prega per noi!
IN ONORE DI S. LUCIA - 2011
Dal 30 novembre al 12 dicembre: Tredicina
In Cattedrale:
GIORNI FERIALI ore 17.30 - nella Cappella di S. Lucia: S. Rosario, S. Messa, pia pratica della coroncina di S. Lucia, rito del bacio della Sacra Reliquia
GIORNI FESTIVI (4, 8, 11) ore 08.00, 10.30, 12.00, 19.00 - Ss. Messe festive
sabato 3: ore 18.00 - omaggio alla Patrona dei bambini e dei ragazzi della Parrocchia Metropolitana
domenica 4: ore 12.30 - giornata della carità di S. Lucia presso la mensa Caritas
da venerdì 9 a domenica 11: Triduo della solidarietà. Esposizione alla venerazione dei fedeli delle Sacre Reliquie e del simulacro-reliquiario argenteo nella Cappella di S. Lucia, per l'intera giornata. S. Messa mattutina: ore 10.30. Alla S. Messa vespertina (venerdì per i non vedenti, sabato per la Caritas, domenica festiva), predicherà p. Felice M. Pumilia OSM.
lunedì 12: Vigilia di S. Lucia. Esposizione del simulacro e S. Messa: ore 08.00. Solenne traslazione del simulacro dalla Cappella e intronizzazione sull'altare maggiore: ore 11.30.
ore 19.00 - solenni Primi Vespri Pontificali di S. Lucia officiati da S. E. mons. Giuseppe Costanzo, nostro arcivescovo emerito; benedizione della tradizionale "cuccìa" di S. Lucia e distribuzione delle "candele della luce", nel Palazzo Municipale.
SOLENNITA' DI S. LUCIA VERGINE E MARTIRE SIRACUSANA
PATRONA PRINCIPALE DELLA CITTA' E DELL'ARCIDIOCESI DI SIRACUSA
ore 07.00, 08.00, 09.00 - Ss. Messe
ore 10.30 - solenne Concelebrazione Eucaristica Pontificale con il Panegirico di S. Lucia presieduta da S. Em.za Rev.ma il Sig. Card. Bernard Francis Law, con la partecipazione di tutto il Clero diocesano, Religiosi, Seminario, Autorita, e il servizio dell'Orchestra e Coro Giovanili Siracusani
ore 15.30 - solenne Processione delle Sacre Reliquie e del simulacro-reliquiario di S. Lucia dalla Cattedrale alla Basilica del Suo S. Sepolcro per le vie: Picherali, passeggio Aretusa, Ruggero Settimo, Savoia, corso Umberto I, Regina Margherita, Arsenale, Piave e Ragusa. Onori militari alla S. Patrona in piazza Porta Marina. All'arrivo in Basilica: S. Messa.
Dal 14 al 19 dicembre: Ottavario
In Basilica:
ore 08.00, 9.00, 10.30, 17.30, 19.00 - Ss. Messe, predicheranno i Rev.i Padri OFM
ore 22.30 - Compieta
venerdì 16:ore 16.30 - tradizionale e antico pellegrinaggio penitenziale "del perdono", dalla parrocchia S. Rita al Sepolcro di S. Lucia, guidato dal Guardiano del Convento di S. Lucia, e S. Messa propiziatrice.
ore 21.00 - nei locali della Basilica di S. Lucia: lettura scenica "Lucia, luce dell'anima. Riflessione e narrazione del Martirio di S. Lucia, Patrona di Siracusa"
ore 10.30 - solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da S. E. mons. Salvatore Pappalardo, nostro arcivescovo metropolita
ore 16.00 - solenne Processione delle Sacre Reliquie e del simulacro di S. Lucia dalla Basilica alla Cattedrale, per le vie: Ragusa, Dinologo, Testaferrata, corso Gelone, Catania, corso Umberto I, corso Matteotti, Roma e Minerva. Tradizionali soste di preghiera e riflessione al Santuario Madonna delle Lacrime e all'Ospedale Generale; spettacolo pirotecnico (rievocazione dell'antico "saluto dell'artiglieria" al rientro di S. Lucia nel centro storico di Ortigia) in piazza delle Poste.
mercoledì 28: commemorazione del terremoto del 1908
solenne esposizione delle Sacre Reliquie e del simulacro-reliquiario di S. Lucia nella Sua Cappella in Cattedrale; S. Messa solenne della commemorazione: ore 10.30.
solenni ricorrenze luciane di gennaio 2012 (festa della dedicazione del Duomo, commemorazione del terremoto del 1693, memoria delle traslazioni delle Reliquie di S. Lucia) PROGRAMMA UFFICIALE NON ANCORA COMUNICATO.
martedì 1 novembre 2011
PAROLA DI VITA - NOVEMBRE 2011
"Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora" (Mt 25,13)
Gesù è appena uscito dal tempio. I discepoli gli fanno notare con orgoglio l’imponenza e la bellezza dell’edificio. E Gesù: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata». Poi sale sul monte degli Ulivi, si siede e, guardando Gerusalemme che gli è davanti, inizia a parlare della distruzione della città, e della fine del mondo.
Come avverrà la fine del mondo? – gli domandano i discepoli – e quando arriverà? È una domanda che anche le successive generazioni cristiane si sono poste, una domanda che si pone ogni essere umano. Il futuro è infatti misterioso e spesso fa paura. Anche oggi c’è chi interroga i maghi e indaga l’oroscopo per sapere come sarà il futuro, cosa accadrà…
La risposta di Gesù è limpida: la fine dei tempi coincide con la sua venuta. Lui, Signore della storia, tornerà. È Lui il punto luminoso del nostro futuro.
E quando avverrà questo incontro? Nessuno lo sa, può avvenire in qualsiasi momento. La nostra vita è infatti nelle sue mani. Lui ce l’ha data; Lui può riprenderla anche all’improvviso, senza preavviso. Tuttavia ci avverte: avrete modo d’essere pronti a questo evento se vigilerete.
“Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”
Con queste parole Gesù ci ricorda innanzitutto che Lui verrà. La nostra vita sulla terra terminerà ed inizierà una vita nuova, che non avrà più fine. Nessuno oggi vuole parlare della morte… A volte si fa di tutto per distrarsi, immergendosi completamente nelle occupazioni quotidiane, fino a dimenticare Colui che ci ha dato la vita e che ce la richiederà per introdurci nella pienezza della vita, nella comunione con il Padre suo, nel Paradiso.
Saremo pronti ad incontrarlo? Avremo la lampada accesa, come le vergini prudenti che attendono lo sposo? Ossia, saremo nell’amore? Oppure la nostra lampada sarà spenta perché, presi dalle tante cose da fare, dalle gioie effimere, dal possesso dei beni materiali, ci siamo dimenticati della sola cosa necessaria: amare?
“Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”
Ma come vegliare? Innanzitutto, lo sappiamo, veglia bene proprio chi ama. Lo sa la sposa che attende il marito che ha fatto tardi al lavoro o che deve tornare da un viaggio lontano; lo sa la mamma che trepida per il figlio che ancora non rincasa; lo sa l’innamorato che non vede l’ora d’incontrare l’innamorata… Chi ama sa attendere anche quando l’altro tarda.
Si attende Gesù se lo si ama e si desidera ardentemente incontrarlo.
E lo si attende amando concretamente, servendolo ad esempio in chi ci è vicino, o impegnandosi alla edificazione di una società più giusta. È Gesù stesso che ci invita a vivere così raccontando la parabola del servo fedele che, aspettando il ritorno del padrone, si prende cura dei domestici e degli affari della casa; o quella dei servi che, sempre in attesa del ritorno del padrone, si danno da fare per far fruttificare i talenti ricevuti.
“Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”
Proprio perché non sappiamo né il giorno né l’ora della sua venuta, possiamo concentrarci più facilmente nell’oggi che ci è dato, nell’affanno del giorno, nel presente che la Provvidenza ci offre da vivere.
Tempo fa mi venne spontaneamente di rivolgere a Dio questa preghiera. Vorrei ora ricordarla.
“Gesù,
fammi parlare sempre
come fosse l’ultima
parola che dico.
Fammi agire sempre
come fosse l’ultima
azione che faccio.
Fammi soffrire sempre
come fosse l’ultima
sofferenza che ho da offrirti.
Fammi pregare sempre
come fosse l’ultima
possibilità,
che ho qui in terra,
di colloquiare con Te”.
lunedì 10 ottobre 2011
Studenti universitari attorno a S. Lucia
domenica 2 ottobre 2011
PAROLA DI VITA - OTTOBRE 2011
lunedì 5 settembre 2011
PAROLA DI VITA - SETTEMBRE 2011
Questa frase si trova alla fine della parabola chiamata del figlio prodigo, che certamente conoscerai, e vuole manifestarci la grandezza della misericordia di Dio. Essa chiude un intero capitolo del Vangelo di Luca, nel quale Gesù narra altre due parabole per illustrare lo stesso argomento.
Ricordi l’episodio della pecora smarrita per cercare la quale il padrone lascia le altre novantanove nel deserto?
E ricordi il racconto della dramma perduta e la gioia della donna che, avendola ritrovata, chiama le amiche e le vicine perché gioiscano con lei?
“Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”
Queste parole sono un invito che Dio rivolge a te, e a tutti i cristiani, a godere insieme con lui, a far festa e a partecipare alla sua gioia per il ritorno dell’uomo peccatore prima perduto e poi ritrovato. E queste parole, nella parabola, sono rivolte dal padre al figlio maggiore che aveva condiviso tutta la sua vita, ma che dopo un giorno di duro lavoro, rifiuta di entrare a casa dove si festeggia il ritorno di suo fratello.
Il padre va incontro al figlio fedele, come è andato incontro al figlio perduto, e cerca di convincerlo. Ma è palese il contrasto fra i sentimenti del padre e quelli del figlio maggiore: il padre, con il suo amore senza misura e con la sua grande gioia, che vorrebbe tutti condividessero; il figlio pieno di disprezzo e di gelosia verso suo fratello che non riconosce più come tale. Parlando di lui dice infatti: “Questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi”.
L’amore e la gioia del padre per il figlio tornato, mettono ancor più in rilievo il rancore dell’altro, rancore che palesa un rapporto freddo e, si potrebbe dire, falso con lo stesso padre. A questo figlio preme il lavoro, il compimento del suo dovere, ma non ama il padre da figlio. Si direbbe piuttosto che obbedisce a lui come ad un padrone.
“Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”
Con queste parole Gesù denuncia un pericolo in cui anche tu puoi incorrere: quello di una vita vissuta per essere una persona perbene, basata sulla ricerca della tua perfezione, giudicando i fratelli meno bravi di te. Infatti, se tu sei “attaccato” alla perfezione, costruisci te stesso, ti riempi di te stesso, sei pieno di ammirazione verso te stesso. Fai come il figlio rimasto a casa, che enumera al padre i suoi buoni meriti: “Io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando”.
“Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”
Con queste parole Gesù va contro quell’atteggiamento per cui il rapporto con Dio sarebbe basato solo sull’osservanza dei comandamenti. Ma una tale osservanza non basta. Di questo anche la tradizione ebraica è ben conscia.
In questa parabola Gesù mette in luce l’Amore divino facendo vedere come Dio, che è Amore, fa il primo passo verso l’uomo senza tener conto se egli lo meriti o no, ma vuole che l’uomo si apra a lui per poter stabilire un’autentica comunione di vita. Naturalmente, come puoi capire, l’ostacolo maggiore a Dio-Amore è proprio la vita di coloro che accumulano azioni, opere, mentre Dio vorrebbe il loro cuore.
“Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.”
Con queste parole Gesù invita te ad avere, nei confronti del peccatore, lo stesso amore senza misura che il Padre ha per lui. Gesù ti chiama a non giudicare secondo la tua misura l’amore che il Padre ha per qualsiasi persona. Invitando il figlio maggiore a condividere la sua gioia per il figlio ritrovato, il Padre chiede anche a te un cambiamento di mentalità: devi in pratica accogliere come fratelli e sorelle anche quegli uomini e donne verso i quali nutriresti soltanto sentimenti di disprezzo e di superiorità. Ciò provocherà in te una vera conversione, perché ti purifica dalla convinzione di essere più bravo, ti fa evitare l’intolleranza religiosa e ti fa accogliere la salvezza, che Gesù ti ha procurato, come puro dono dell’amore di Dio.
giovedì 1 settembre 2011
LA MADONNINA DI SIRACUSA
venerdì 19 agosto 2011
BENEDETTO XVI ALLA GMG 2011 DI MADRID
lunedì 1 agosto 2011
PAROLA DI VITA - AGOSTO 2011
Meditazione di Chiara Lubich
«Ecco, io vengo a fare la tua volontà» (Eb 10,9).
È questo un versetto del Salmo 40, che l'autore della lettera agli Ebrei mette sulle labbra del Figlio di Dio in dialogo con il Padre. L'autore vuole sottolineare in questo modo l'amore con il quale il Figlio di Dio si è fatto uomo per compiere l'opera della redenzione in obbedienza alla volontà del Padre.
Queste parole fanno parte di un contesto nel quale l'autore vuole dimostrare l'infinita superiorità del sacrificio di Gesù rispetto ai sacrifici dell'antica Legge. A differenza di questi ultimi, nei quali venivano offerti a Dio come vittime di animali o, comunque, cose esterne all'uomo, Gesù, spinto da un immenso amore, durante la sua vita terrena ha offerto al Padre la propria volontà, tutto sé stesso.
«Ecco, io vengo a fare la tua volontà».
Questa Parola ci offre la chiave di lettura della vita di Gesù, aiutandoci a coglierne l'aspetto più profondo e il filo d'oro che lega tutte le tappe della sua esistenza terrena: la sua infanzia, la sua vita nascosta, le tentazioni, le sue scelte, la sua attività pubblica, fino alla morte sulla croce. In ogni istante, in ogni situazione Gesù ha cercato una cosa sola: compiere la volontà del Padre; e l'ha compiuta in modo radicale, non facendo nulla fuori di essa e rifiutando anche le proposte più suggestive che non fossero in pieno accordo con quella volontà.
«Ecco, io vengo a fare la tua volontà».
Questa Parola ci fa comprendere la grande lezione a cui mirava tutta la vita di Gesù. E cioè che la cosa più importante è il compiere non già la nostra, ma la volontà del Padre; renderci capaci di dire di no a noi stessi per dire di sì a lui.
Il vero amore a Dio non consiste nelle belle parole, idee e sentimenti, ma nell'obbedienza effettiva ai suoi comandamenti. Il sacrificio di lode, che egli si aspetta da noi, è l'offerta amorosa fatta a lui di ciò che abbiamo di più intimo, di ciò che più ci appartiene: la nostra volontà.
«Ecco, io vengo a fare la tua volontà».
Come vivremo allora la Parola di Vita di questo mese? Anche questa è una delle parole che mette più in evidenza l'aspetto controcorrente del Vangelo, in quanto si contrappone alla nostra tendenza più radicata: cercare la nostra volontà, seguire i nostri istinti, i nostri sentimenti.
Questa Parola è anche una delle più urtanti per l'uomo moderno. Viviamo nell'epoca dell'esaltazione dell'io, dell'autonomia della persona, della libertà come fine a sé stessa, dell'autosoddisfazione come realizzazione dell'individuo, del piacere considerato come il criterio delle proprie scelte ed il segreto della felicità. Ma conosciamo anche le conseguenze disastrose a cui questa cultura conduce.
Orbene, a questa cultura fondata sulla ricerca della propria volontà, si contrappone quella di Gesù, totalmente orientata al compimento della volontà di Dio, con gli effetti meravigliosi che egli ci assicura.
Cercheremo allora di vivere la Parola di questo mese scegliendo anche noi la volontà del Padre, facendone cioè, come ha fatto Gesù, la norma e il movente di tutta la nostra vita.
Ci avventureremo verso una divina avventura di cui saremo eternamente grati a Dio. Per essa ci faremo santi e irradieremo l'amore di Dio in molti cuori.