martedì 17 luglio 2012

PAROLA DI VITA - LUGLIO 2012

«A chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha» (Mt 13,12)

Meditazione di Chiara Lubich

Con queste parole Gesù risponde ai suoi discepoli che gli avevano chiesto perché parlasse in parabole. Egli spiega che non a tutti è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma solo alle persone ben disposte, a quelle che accolgono le sue parole e le vivono.

Fra i suoi ascoltatori ci sono, infatti, alcuni che chiudono volontariamente occhi e orecchie per cui «pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono» (Mt 13,13). Sono coloro che vedono e ascoltano Gesù, ma, pensando di conoscere già tutta la verità, non credono alle sue parole e ai fatti che le confermano. E così finiscono per perdere anche quel poco che hanno.

«A chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».

Quale è dunque il significato di questa frase di Gesù? Egli ci invita ad aprire il nostro cuore alla Parola che è venuto ad annunciarci, e di cui ci chiederà conto alla fine della vita.

Gli scritti evangelici ci mostrano come l'annuncio di questa Parola sia al centro di tutti i desideri e di tutta l'attività di Gesù. Noi lo vediamo recarsi di villaggio in villaggio, per le strade, per le piazze, per le campagne, nelle case, nelle sinagoghe ad annunciare il messaggio della salvezza, rivolgendosi a tutti, ma specialmente ai poveri, agli umili, a quelli che erano stati emarginati. Egli paragona la sua Parola alla luce, al sale, al lievito, ad una rete calata in mare, al seme gettato nel campo; e darà la vita perché il fuoco, che la Parola contiene, divampi.

«A chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».

Dalla Parola, che egli ha annunciato, Gesù si aspetta la trasformazione del mondo. Di conseguenza, egli non accetta che di fronte a questo annuncio si possa restare neutrali o tiepidi o indifferenti. Non ammette che un dono così grande, una volta ricevuto, possa rimanere inoperoso.

E per sottolineare questa sua esigenza, Gesù riafferma qui una sua legge che sta alla base di tutta la vita spirituale: se uno mette in pratica la sua Parola, egli lo introdurrà sempre più nelle ricchezze e nelle gioie incomparabili del suo regno; al contrario, se uno trascura questa Parola, Gesù gliela toglierà e l'affiderà ad altri per farla fruttificare.

«A chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha».

Questa Parola di vita ci mette in guardia quindi contro una grave mancanza in cui potremmo cadere: quella di accogliere il Vangelo, facendolo magari solo oggetto di studio, di ammirazione, di discussione, ma senza metterlo in pratica.

Gesù invece si aspetta da noi che accogliamo la Parola e che la incarniamo dentro di noi, facendola diventare quella forza che informa tutte le nostre attività e così, attraverso la testimonianza della nostra vita, sia quella luce, quel sale, quel lievito che a poco a poco trasforma la società.

Prendiamo allora in evidenza durante questo mese una fra le tante Parole di vita del Vangelo e mettiamola in pratica. Arricchiremo la nostra gioia con altra gioia.

(Chiara Lubich)

sabato 14 luglio 2012

L'estate degli amici di S. Lucia - 1

Carissimi amici del nostro blog e devoti tutti di S. Lucia, con grande gioia la nostra redazione riparte con una nuova rubrica, dopo un po' di tempo di sosta (eh sì, la rete del web è ormai sovraccarica di parole, e forse dovremmo tutti fermarci un po' a riflettere sulle cose davvero importanti da scrivere, lasciando il dovuto spazio al silenzio, all'ascolto e alla lettura!). Le temperature elevate di questi caldi giorni estivi ci hanno suggerito l'idea di "rinfrescarci" un po' spiritualmente, abbeverandoci alle fresche acque della fonte della nostra fede: Gesù Cristo! E così è nata l'idea di aprire una nuova rubrica: "L'estate degli amici di S. Lucia", per trascorrere insieme a voi questa stagione, di vacanza o di lavoro, nutrendoci di brevi ma profondi aiuti spirituali, attraverso pensieri, meditazioni e riflessioni. La vergine martire Lucia, santa della luce, ci accompagnerà ancora una volta in questo cammino, con il fulgidissimo esempio della sua vita, e le perle offerte dalla meditazione delle sue gesta raccontate negli Atti latini e greci renderanno prezioso anche questo tempo dell'anno. Allora buona estate, carissimi, vi diamo appuntamento quotidiano qui, sul nostro e vostro blog, e... sempre viva S. Lucia!!!

Il pensiero di oggi: "Testimoniare Dio in ogni situazione"
Lucia era una fanciulla, una vergine orfana di padre, di nobili origini ma priva di tante sicurezze sociali che una ragazza nubile non poteva facilmente trovare nella società romana del suo tempo. Ci voleva proprio tanto coraggio per affrontare il suo pretendente, che già aveva stipulato con la madre di lei, Eutichia, un accordo che impegnava i due futuri sposi, e per negargli d'improvviso le nozze da lui tanto attese, con un netto e definitivo rifiuto. Lucia sapeva di rischiare la vita. Ma forse quel giorno pensò: "devo testimoniare Dio anche in questa situazione così difficile", e per coerenza con la propria scelta di vita, che significava la sua totale donazione e consacrazione a Dio, non esitò ad opporsi alle pretese del suo spasimante e alle convenzioni sociali che, senza interpellarla, avevano già ipotecato il suo futuro, ma illudendosi, perché i piani di Dio orientavano la vita di questa fanciulla verso una gloria fino a quel momento impensabile. Anche a noi la vita quotidiana richiede talvolta di ribaltare le convenzioni, per testimoniare davvero l'amore di Dio in noi in ogni situazione: se ci fidiamo di compiere con questo scopo anche salti nel buio, vedremo che - così come è accaduto Lucia - si riveleranno invece balzi nella luce!

venerdì 1 giugno 2012

PAROLA DI VITA - GIUGNO 2012

«Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà» (Gv 6,27)

Gesù, dopo aver sfamato le moltitudini con la moltiplicazione dei pani presso il lago di Tiberiade, si era trasferito di nascosto sull'altra riva, nella zona di Cafarnao, per sottrarsi alla folla che voleva farlo re. Molti, tuttavia, si erano messi ugualmente alla ricerca di lui e lo avevano raggiunto. Egli però non accetta il loro entusiasmo troppo interessato. Essi hanno mangiato del pane miracoloso, ma si sono fermati al puro vantaggio materiale senza cogliere il significato profondo di quel pane, che mostra in Gesù l'inviato del Padre per dare la vera vita al mondo. Vedono in lui soltanto un taumaturgo, un Messia terreno, capace di procurare loro il cibo materiale in abbondanza ed a buon mercato. È in questo contesto che Gesù rivolge loro le parole:

«Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà».

Il “cibo che non perisce” è la persona stessa di Gesù ed è anche il suo insegnamento, giacché l'insegnamento di Gesù è tutt'uno con la sua persona. Leggendo poi più avanti altre parole di Gesù si vede che questo “pane che non perisce” si identifica anche con il corpo eucaristico di Gesù. Si può quindi dire che il “pane che non perisce” è Gesù in persona, il quale si dona a noi nella sua Parola e nell'Eucaristia.

«Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà».

L'immagine del pane ricorre spesso nella Bibbia, come del resto quella dell'acqua. Il pane e l'acqua rappresentano gli alimenti primari, indispensabili per la vita dell'uomo. Ora Gesù applicando a se stesso l'immagine del pane, vuol dire che la sua persona, il suo insegnamento sono indispensabili per la vita spirituale dell'uomo così come lo è il pane per la vita del corpo.
Il pane materiale è senz'altro necessario. Gesù stesso lo procura miracolosamente alle turbe. Però da solo non basta. L'uomo porta in sé stesso – magari senza rendersene perfettamente conto – una fame di verità, di giustizia, di bontà, di amore, di purezza, di luce, di pace, di gioia, di infinito, di eterno, che nessuna cosa al mondo è in grado di soddisfare. Gesù propone sé stesso come colui che solo è capace di saziare la fame interiore dell'uomo.

«Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà».

Presentandosi però come il “pane di vita”, Gesù non si limita ad affermare la necessità di nutrirsi di lui e cioè che occorre credere nelle sue parole per avere la vita eterna; ma vuole spingerci a fare l'esperienza di lui. Egli infatti, con la parola: «Procuratevi il cibo che non perisce» fa un pressante invito. Dice che occorre darsi da fare, mettere in atto tutti gli accorgimenti possibili per procurarsi questo cibo. Gesù non si impone, ma vuole essere scoperto, vuole essere sperimentato.
Certamente l'uomo con le sue sole forze non è capace di raggiungere Gesù. Lo può per un dono di Dio. Tuttavia Gesù invita continuamente l'uomo a disporsi per accogliere il dono di sé stesso, che Gesù gli vuol fare. Ed è proprio sforzandosi di mettere in pratica la sua Parola, che l'uomo arriva alla fede piena in lui, a gustare la sua Parola come si gusterebbe un pane fragrante e saporoso.

«Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà».

La Parola di questo mese non ha per oggetto un punto particolare dell'insegnamento di Gesù (ad esempio il perdono delle offese, il distacco dalle ricchezze, ecc.), ma ci riconduce alla radice stessa della vita cristiana, che è il nostro rapporto personale con Gesù.
Io penso che chi ha cominciato a vivere con impegno la sua Parola e soprattutto il comandamento dell'amore del prossimo, sintesi di tutte le parole di Dio e di tutti i comandamenti, avverte almeno un po' che Gesù è il “pane” della sua vita, capace di colmare i desideri del suo cuore, la fonte della sua gioia, della sua luce. Mettendola in pratica è arrivato a gustare la Parola almeno un poco come la vera risposta ai problemi dell'uomo e del mondo. E, dato che Gesù “pane di vita” fa il dono supremo di sé stesso nell'Eucaristia, va spontaneamente a ricevere con amore l'Eucaristia ed essa occupa un posto importante nella sua vita.
Occorre allora che chi di noi ha fatto questa stupenda esperienza con la stessa premura con cui Gesù spinge a procurarsi il “pane della vita” non tenga per sé la sua scoperta ma la comunichi ad altri perché molti trovino in Gesù quanto il loro cuore da sempre cerca. È un enorme atto di amore che farà ai prossimi perché anch'essi possano conoscere cos'è la vera vita già da questa terra ed avranno la vita che non muore. E cosa si può volere di più?

Chiara Lubich

mercoledì 2 maggio 2012

ANNIVERSARIO DEL MIRACOLO DEL 1735

Carissimi amici, purtroppo con un ritardo causato da problemi tecnici, segnaliamo tuttavia con grande gioia il PROGRAMMA DELLE SOLENNI CELEBRAZIONI IN MEMORIA DELLA PRODIGIOSA TRASUDORAZIONE DEL SIMULACRO MARMOREO DI SANTA LUCIA DORMIENTE (OPERA DELLO SCULTORE GREGORIO TEDESCHI, 1634) AVVENUTA NEL MAUSOLEO DEL SANTO SEPOLCRO DELLA PATRONA IL 6, 7 E 8 MAGGIO 1735.
Si tratta di una pagina storica del patrocinio di S. Lucia sulla Sua e nostra città di Siracusa: durante un tragico evento bellico (l'aspro conflitto tra austriaci e spagnoli per la contesa del possesso della città), la popolazione dei cittadini aretusei implorava pubblicamente la salvezza dall'intercessione potente della taumaturga Patrona e Concittadina Lucia. Ed ecco che ben due fenomeni straordinari e soprannaturali testimoniarono la presenza viva e palpitante di quella protezione celeste: la prodigiosa trasudorazione, per tre giorni consecutivi, del simulacro luciano collocato sull'altare del sepolcro di S. Lucia, segno di quanto la martire "dolorasse per la Sua diletta patria", e soprattutto la mancata esplosione di una bomba caduta in casa del gen. Orsini, il quale invocata prontamente la gloriosa Lucia e fatto il voto di far cessare l'assedio se lui e i suoi avessero avuta salva la vita, in onore della Patrona mantenne la promessa decidendo la pace per Siracusa e offrì a pubblica testimonianza l'ordigno inesploso come ex voto (oggi esposto nel Museo Luciano in Cattedrale). Grazie a Dio, infatti, tra tanta pioggia di bombe sulla città, "non perì alcun cittadino" dei circa 3000 siracusani rimasti in città durante gli scontri. Nel frattempo, le autorità civili e militari, per nulla abituate a dare il proprio assenso su un evento di natura soprannaturale, compiuto un attento esame in loco, testimoniarono l'autenticità della sudorazione del simulacro di S. Lucia, e anche le autorità ecclesiastiche confermarono che il fenomeno era "vero, reale e miracoloso".
Santa Lucia, regale Sposa di Cristo, aveva ancora una volta protetto e salvato il Suo popolo!
Grazie, Santa Lucia nostra!
Sarausana jè, viva Santa Lucia!

martedì 1 maggio 2012

PAROLA DI VITA - MAGGIO 2012

... In attesa di "rivedere" la nostra Santa Lucia, venerdì mattina, con l'avvio della grande Festa del Patrocinio, prepariamoci meditando su quella fiamma d'oro che il suo venerato simulacro-reliquiario reca fieramente sul calice nella mano destra: fiammella di luce attinta dal Fuoco d'Amore del Suo Divino Sposo, Gesù.

«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49)

Nell'Antico Testamento il fuoco simbolizza la Parola di Dio pronunciata dal profeta. Ma anche il giudizio divino che purifica il suo popolo, passando in mezzo ad esso.
Così è la Parola di Gesù: essa costruisce, ma contemporaneamente distrugge ciò che non ha consistenza, ciò che deve cadere, ciò che è vanità e lascia in piedi solo la verità.
Giovanni Battista aveva detto di lui: «Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco», preannunciando il battesimo cristiano inaugurato il giorno di Pentecoste con l'effusione dello Spirito Santo e l'apparizione delle lingue di fuoco.
Dunque è questa la missione di Gesù: gettare il fuoco sulla terra, portare lo Spirito Santo con la sua forza rinnovatrice e purificatrice.

«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!».

Gesù ci dona lo Spirito. Ma in che modo lo Spirito Santo agisce?
Lo fa diffondendo in noi l'amore. Quell'amore che noi, per suo desiderio, dobbiamo mantener acceso nei nostri cuori.
E com'è questo amore?
Non è terreno, limitato; è amore evangelico. È universale come quello del Padre celeste che manda pioggia e sole su tutti, sui buoni e sui cattivi, inclusi i nemici.
È un amore che non attende nulla dagli altri, ma ha sempre l'iniziativa, ama per primo.
È un amore che si fa uno con ogni persona: soffre con lei, gode con lei, si preoccupa con lei, spera con lei. E lo fa, se occorre, concretamente, a fatti. Un amore quindi non semplicemente sentimentale, non di sole parole.
Un amore per il quale si ama Cristo nel fratello e nella sorella, ricordando quel suo: «L'avete fatto a me».
È un amore ancora che tende alla reciprocità, a realizzare, con gli altri, l'amore reciproco.
È quest'amore che, essendo espressione visibile, concreta della nostra vita evangelica, sottolinea e avvalora la parola che poi potremo e dovremo offrire per evangelizzare.

«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!».

L'amore è come un fuoco, l'importante è che rimanga acceso. E, perché ciò sia, occorre bruciare sempre qualcosa. Anzitutto il nostro io egoista, e lo si fa perché, amando, si è tutti protesi verso l'altro: o Dio, compiendo la sua volontà, o il prossimo, aiutandolo.
Un fuoco acceso, anche piccolo, se alimentato, può divenire un grande incendio. Quell'incendio di amore, di pace, di fraternità universale che Gesù ha portato sulla terra.

giovedì 19 aprile 2012

PROGRAMMA FESTA DEL PATROCINIO DI S. LUCIA 2012

Carissimi, torna la grande Festa siracusana del Patrocinio di S. Lucia, gioiosa e solenne occasione per tutta la città di ricordare con gratitudine gli innumerevoli segni, piccoli e grandi, di cui alcuni grandiosi, della protezione che S. Lucia ha sempre accordato ai suoi diletti concittadini di tutti i tempi! Anche quest'anno, quindi, come da plurisecolare tradizione, si rinnova il voto formulato dal Senato siracusano nel lontano maggio 1646 di celebrare solennemente la nostra Patrona in ringraziamento per tutti i suoi miracoli d'intercessione sulla Sua e nostra città, in particolare a ricordo della liberazione dalla terribile carestia di quel maggio 1646. RingraziamoLa e invochiamoLa ancora in ogni angustia e avversità: Ella verrà ancora e sempre in nostro aiuto! Viva S. Lucia!

VENERDI’ 4 MAGGIO 2012
Ore 7,30: in Cattedrale – apertura della nicchia contenente il Simulacro della Santa Patrona ed esposizione del Simulacro per tutta la giornata
Ore 8,00: Santa Messa in Cattedrale
Ore 19,00: Santa Messa in Cattedrale
SABATO 5 MAGGIO 2012
Ore 11,45: in Cattedrale - traslazione del Simulacro della Santa Patrona dalla cappella all’altare maggiore.
Ore 19,00: Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Maurizio Aliotta – Presidente della Fondazione della Deputazione della Cappella di Santa Lucia e Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Siracusa
Ore 21,30: in Cattedrale – La Fondazione INDA Onlus per la prima volta partecipa ai festeggiamenti in onore di Santa Lucia con Giorgio ALBERTAZZI e gli allievi del’Accademia d’Arte del Dramma Antico ed il coro Discantus diretto dal Maestro Salvatore Sampieri
DOMENICA 6 MAGGIO 2012
Ore   8.00 : Santa Messa in Cattedrale.
Ore 10,15: Solenne  Concelebrazione  in Cattedrale,  presieduta  da  S. E. Rev. ma Mons. Pio Vigo, Arcivescovo Emerito di Acireale.
Interverranno le Autorità cittadine, il Capitolo Metropolitano ed il Seminario
Ore 12,00: Uscita del Simulacro della Santa Patrona
Il tradizionale “lancio delle quaglie” verrà effettuato con i colombi Viaggiatori della Società Colombofila Siracusana “Dionisio”.
MARTEDI’ 8 MAGGIO 2012
Ore 19,30; Santa Lucia alla Badia: meditazione del Rev. Prof. Salvatore Consoli su “ Il ruolo della agiografia nella formazione cristiana ”
 MERCOLEDI’ 9 MAGGIO 2012
Dalle ore 10,00 Santa Lucia incontra gli alunni delle scuole elementari di Siracusa
GIOVEDI’ 10 MAGGIO 2012
Dalle ore 10,00 Santa Lucia incontra gli studenti delle scuole medie di Siracusa
VENERDI’ 11 MAGGIO 2012
Celebrazione liturgica del patrocinio di S. Lucia
Ore 19,00:  Santa Messa con panegirico della Santa Patrona
DOMENICA 13 MAGGIO 2012
Ore 8,00: Santa Messa.
Ore 10,30: Solenne Concelebrazione presieduta dal Parroco della Cattedrale Rev.do Mons. Salvatore Marino
 Ore 17,30:  Santa Messa.
Ore 19,00: Processione del Simulacro della Santa attraverso il percorso storico per le vie di Ortigia: via Pompeo Picherali, via Castello Maniace, lungomare Ortigia, via Roma, via del Teatro, piazza San Giuseppe, via della Giudecca, via delle Maestranze, via Roma, piazza Minerva, Piazza Duomo.
Durante il percorso: in Piazza Federico di Svevia, OMAGGIO della Capitaneria di Porto di Siracusa, nel Lungomare Ortigia OMAGGIO della Parrocchia ortodossa Romena dei Santi Paolo e Lucia, in via della Giudecca OMAGGIO dell’Ufficio Comunale per il Centro Storico, in piazza della Giudecca  OMAGGIO degli abitanti dell’antico rione della Giudecca.
Ore 21,30: Ingresso del Simulacro in cattedrale.
Durante l’Ottavario il Venerato Simulacro di S. Lucia resterà esposto, dalle ore 8 alle 21,30, nella chiesa di S. Lucia alla Badia.
fonte: www.arcidiocesi.siracusa.it

lunedì 2 aprile 2012

PAROLA DI VITA - APRILE 2012

«Voi siete già mondi,

per la parola che vi ho annunziato»

(Gv 15,3)


Penso che il cuore dei discepoli, sentendo questa decisa parola di incoraggiamento di Gesù, abbia sussultato. Come sarebbe meraviglioso se Gesù la potesse indirizzare anche a noi! Per esserne un po’ degni, vediamo di comprenderla. Gesù ha appena fatto il famoso paragone della vite e dei tralci. Egli è la vera vite, il Padre il vignaiolo, che recide i tralci infruttiferi e pota ogni tralcio che porta frutto, perché ne porti di più. Spiegato questo, egli afferma:
«Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato».

«Siete già mondi…». Di che purezza si tratta? Di quella disposizione d’animo necessaria per star dinanzi a Dio, di quell’assenza di ostacoli (come il peccato, ad esempio) che si oppongono al contatto col sacro, all’incontro col divino. Per avere questa purezza, è necessario un aiuto dall’Alto. Già nell’Antico Testamento, l’uomo aveva preso coscienza della sua incapacità di avvicinarsi a Dio con le sue sole forze. Occorreva che Dio gli purificasse il cuore; gli desse un cuore nuovo. Un bellissimo Salmo dice: «… crea in me, o Dio, un cuore puro»[2].
«Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato».
Secondo Gesù vi è un mezzo per essere puri, ed è la sua Parola. Quella Parola che i discepoli hanno udito, cui hanno aderito, li ha purificati. La Parola di Gesù, infatti, non è come le parole umane. In essa è presente Cristo come, in altro modo, è presente nell’Eucaristia. Per essa Cristo entra in noi. Accettandola, praticandola si fa in modo che Cristo nasca e cresca nel nostro cuore. Paolo VI diceva: «Come si fa presente Gesù nelle anime? Attraverso la comunicazione della Parola passa il pensiero divino, passa il Verbo, il Figlio di Dio fatto uomo. Si potrebbe asserire che il Signore s’incarna dentro di noi quando noi accettiamo che la Parola venga a vivere dentro di noi» [3].
«Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato».
La Parola di Gesù viene paragonata anche ad un seme gettato nell’intimo del credente. Accolta, penetra nell’uomo e, come un seme, si sviluppa, cresce, porta frutto, “cristifica”, rendendoci conformi a Cristo. Essa, così interiorizzata dallo Spirito, ha realmente la capacità e la forza di tenere il cristiano lontano dal male: finché lascia agire in sé la Parola, egli sarà libero dal peccato, quindi puro. Peccherà soltanto se smetterà di obbedire alla verità.
«Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato».
Come vivere, allora, onde meritare anche noi l’elogio di Gesù? Mettendo in pratica ogni Parola di Dio, nutrendocene attimo per attimo, facendo della nostra esistenza un’opera di continua rievangelizzazione. Questo per arrivare ad avere gli stessi pensieri e sentimenti di Gesù, per riviverlo nel mondo, per mostrare ad una società, spesso invischiata nel male e nel peccato, la divina purezza, la trasparenza che dona il Vangelo. Durante questo mese, poi, se è possibile (e cioè se anche altri condividono le nostre intenzioni), vediamo di mettere in pratica in modo particolare quella Parola che esprime il comandamento dell’amore reciproco.
Per l’evangelista Giovanni, che riporta la frase di Gesù da noi oggi considerata, infatti c’è un legame tra la Parola di Cristo e il comandamento nuovo. Secondo lui, è nell’amore reciproco che si vive la Parola con i suoi effetti di purificazione, di santità, di impeccabilità, di frutto, di vicinanza con Dio. L’individuo isolato è incapace di resistere a lungo alle sollecitazioni del mondo, mentre nell’amore vicendevole trova l’ambiente sano, capace di proteggere la sua esistenza cristiana autentica.

Chiara Lubich

[1] Pubblicata in Città Nuova, 1982/8, pp.42-43.
[2] Sal 51,12.
[3] Insegnamenti di Paolo VI, V, Città del Vaticano 1967, p. 936.

giovedì 1 marzo 2012

PAROLA DI VITA - MARZO 2012

«Signore, da chi andremo? 
Tu hai parole di vita eterna» 
(Gv 6,68)

Alle folle che accorrevano, Gesù parlava del Regno di Dio. Lo faceva con parole semplici, con parabole tratte dalla vita di ogni giorno, eppure il suo parlare aveva un fascino tutto particolare. La gente rimaneva colpita dal suo insegnamento perché insegnava loro come uno che ha autorità, non come gli scribi. Anche le guardie andate per arrestarlo, quando i sommi sacerdoti e i farisei le interrogarono perché non avevano eseguito gli ordini, risposero: “Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo”.
Il Vangelo di Giovanni riporta anche colloqui di luce con singoli, come Nicodemo o la samaritana. Gesù va ancora più in profondità con i suoi apostoli: parla apertamente del Padre e delle cose del Cielo, senza più fare uso di similitudini; ne sono conquistati, e non indietreggiano neppure quando non comprendono appieno le sue parole, oppure quando esse sembrano troppo esigenti.
“Questo linguaggio è duro”, gli dissero alcuni discepoli quando sentirono che avrebbe dato loro da mangiare il suo corpo e da bere il suo sangue.
Gesù, vedendo che i discepoli si tiravano indietro e non andavano più con lui, si rivolse ai 12 Apostoli: “Forse anche voi volete andarvene?”.
Pietro, ormai avvinto a lui per sempre, affascinato dalle parole che gli aveva sentito pronunciare dal giorno che lo aveva incontrato, rispose a nome di tutti:

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna»

Pietro aveva capito che le parole del suo Maestro erano diverse da quelle degli altri maestri. Le parole che vanno dalla terra alla terra, appartengono e hanno il destino della terra. Le parole di Gesù sono spirito e vita perché vengono dal Cielo: una luce che scende dall’Alto ed ha la potenza dell’Alto. Le sue parole possiedono uno spessore ed una profondità che le altre parole non hanno, siano esse di filosofi, di politici, di poeti. Sono “parole di vita eterna” perché contengono, esprimono, comunicano la pienezza di quella vita che non ha fine, perché è la vita stessa di Dio.
Gesù è risorto e vive, e le sue parole, anche se pronunciate nel passato, non sono un semplice ricordo, ma parole che egli rivolge oggi a tutti noi e a ciascuna persona di ogni tempo e di ogni cultura: parole universali, eterne.
Le parole di Gesù! Devono essere state la sua più grande arte, se così si può dire. Il Verbo che parla in parole umane: che contenuto, che intensità, che accento, che voce!
“Un giorno racconta ad esempio Basilio il Grande, quasi svegliandomi da un lungo sonno, guardai la luce meravigliosa della verità del Vangelo e scoprii la vanità della sapienza dei prìncipi di questo mondo.”
Teresa di Lisieux in una lettera del 9 maggio 1897 scrive: “Qualche volta, quando leggo certi trattati spirituali... il mio povero piccolo spirito non tarda a stancarsi. Chiudo il libro dei sapienti che manda in pezzi la mia testa e dissecca il mio cuore, e prendo in mano la Sacra Scrittura. Allora tutto mi diventa luminoso, una sola parola dischiude all’anima mia orizzonti infiniti e la perfezione mi sembra facile”.
Sì, le parole divine saziano lo spirito fatto per l’infinito; illuminano interiormente non solo la mente, ma tutto l’essere, perché sono luce, amore e vita. Danno pace quella che Gesù chiama sua: “la mia pace” anche nei momenti di turbamento e di angoscia. Danno gioia piena pur in mezzo al dolore che a volte attanaglia l’anima. Danno forza soprattutto quando sopraggiungono lo sgomento o lo scoraggiamento. Rendono liberi perché aprono la strada della Verità.

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna»

La parola di questo mese ci ricorda che l’unico Maestro che vogliamo seguire è Gesù, anche quando le sue parole possono sembrare dure o troppo esigenti: essere onesti nel lavoro, perdonare, mettersi a servizio dell’altro piuttosto che pensare egoisticamente a se stessi, rimanere fedeli nella vita familiare, assistere un ammalato terminale senza cedere all’idea dell’eutanasia...
Ci sono tanti maestri che ci invitano a soluzioni facili, a compromessi. Vogliamo ascoltare l’unico Maestro e seguire lui, che solo dice la verità ed ha “parole di vita eterna”. Così possiamo ripetere anche noi queste parole di Pietro.
In questo periodo di Quaresima in cui ci prepariamo alla grande festa della Resurrezione, dobbiamo veramente metterci alla scuola dell’unico Maestro e farci suoi discepoli. Anche in noi deve nascere un amore appassionato per la parola di Dio: la accogliamo con attenzione quando ci viene proclamata nelle chiese, la leggiamo, la studiamo, la meditiamo...
Ma soprattutto siamo chiamati a viverla, secondo l’insegnamento della stessa Scrittura: “Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi”. Per questo ogni mese ne prendiamo in considerazione una in particolare, lasciando che ci penetri, ci modelli, “ci viva”. Vivendo una parola di Gesù viviamo tutto il Vangelo, perché in ogni sua parola egli si dona tutto, viene lui stesso a vivere in noi. È come una goccia di sapienza divina di Lui, il Risorto, che lentamente ci scava dentro e sostituisce il nostro modo di pensare, di volere, di agire in tutte le circostanze della vita.

Chiara Lubich 
(Trento, 1920 - Rocca di Papa, 2008)

mercoledì 22 febbraio 2012

Una riflessione su "Le Ceneri"

Per la celebrazione di oggi:

«Stamane ci è stato ricordato che siamo polvere e in polvere ritorneremo. Questa verità elementare spaura e pare lugubre, […] e invece la Chiesa ricorda questo dato di fatto proprio per accrescere la vita. Che se un uomo valuta quello che materialmente è, non dà più tanto idolatrica importanza alle cose materiali: la ricchezza, lo spazio vitale, i territori, le materie prime, i mercati… Li valuta per quel che valgono: mezzi per vivere e non per ammazzare. E se considera la propria polverizzazione imminente, si guarda bene dal tumefarsi in superbia fratricida, dal volersi mettere più su degli altri per avere gli altri ai propri piedi e stare in posizione di metter loro i piedi sul collo […] Se questa verità delle polveri la meditassero tutti gli uomini di Stato, vedrebbero quanto ci si ammazza per niente e quanto stupido è l’odio, quanto scema è la guerra, quanto vitale è la pace, e anche quanto poco Big sono, e sono stati, quei capi che si credettero dei, mentre erano i poveri giullari della Bestia.
[…] Questi uomini della cui lode o protezione tu spasimi, e delinquenti del cui dominio tu tremi, del cui amore tu ti consumi, anch’essi cadranno, a tuffo, nel gorgo sotterraneo del silenzio: un silenzio troncato solo dal brusio impercettibile della disgregazione cellulare; e là si pareggeranno ricchi e poveri, comandanti e comandati.
[…] Questo vuol dire che è inutile e grullo onorare il proprio viaggio di tanto bagaglio: ricchezze, ciondoli, titoli, complicazioni castali, amministrative, spade e ag­geggi. Meglio esser liberi, andar spediti e spensierati. San Francesco volle esser libero sin della veste: se una ne ebbe, l’ebbe perché gliela donarono.
E perciò il giorno delle ceneri è giorno di liberazione: di realismo; messo là a richiamarci alla realtà, che è questa bontà e semplicità e amore, simile all’aria tersa e frizzante dei monti contro l’irrespirabile composizione di afrori e fetori e acido carbonico delle nostre case con stufe, drappi e pettegolezzi.
[…] Non lugubre è questa ricordanza cineraria; è allietante. Inutile tentar di rimpiattare il capo sotto l’ascella per non vedere: la morte è certa; e stordirsi e negare e far strepiti non serve. Invece proprio perché, per la morte, appare la vanità del tutto, uno non s’affanna più di nulla: s’abbandona alla Provvidenza; e attinge da questo stato d’a­nimo la serenità del figlio in braccio al Padre.
[…] Dicono: – Un tal rito, con un tal ricordo, umilia. Umiliare vuol dire rimettere sull’humus: sulla terra. C’è chi si tira su, si gonfia, come aerostato pieno di fumo: e messosi sopra, si crede di dover guardare dall’alto in basso la gente, e di tenerla ai piedi. E la Chiesa ricorda che siamo tutti servi l’un dell’altro; e perché possiamo servirci l’un l’altro ci mantiene liberi. La superbia è satanica e porta allo schiavismo. Il tener presenti le nostre colpe ci impedisce di non ritenerci superiori agli altri. L’umiltà è la virtù della democrazia: è la democrazia; come l’orgoglio è lo sparato – o l’apparato – della plutocrazia.
[…] E dunque, a che serve ammazzarsi pel domani? A ogni giorno la sua croce. Chi si svincola dall’assillo del futuro, e dall’ingombro di ambizioni, è uno libero, che fa speditamente il cammino, non ripromettendosi dalla vita più di quanto dà.
[…] La durata è breve: stupido quindi perdere il tempo nella zuffa che anticipa la tomba. La quale tomba è una tappa verminosa, dove però non si finisce. Anzi si comincia. E il pensiero che di là da essa s’inizia una vita o una morte immortale sottrae ogni paura alla morte. Essa apre l’accesso alla casa: la casa dove non si pagano più pigioni, non si è assillati più da tasse e se apri la radio non ti tocca più sentire un demagogo squarquoio o un ammazzasette signor di popoli. Solo che l’accesso si concede a chi ha amato e ha perdonato; si nega a chi ha odiato e fatto soffrire. Ché quella è la casa dell’amore: e l’amore, nel suo apice, è la perfetta giustizia».

(da: Igino Giordani, Le Feste, SEI, Torino, 1954, pp.62-68)

40 gradini d'amore

Torna la Quaresima! Una scala ideale che congiunge la terra al cielo, che attraverso 40 giorni - come 40 ideali gradini - ci fa ascendere direttamente a Dio, purificàti dalla penitenza, rinnovàti dalla conversione, fortificàti dalla preghiera. Una scala che ci porta alla contemplazione e alla solenne celebrazione del grande Mistero della nostra fede, la Passione e Resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo! Percorriamola insieme, aiutandoci a vicenda, con l'esempio e la testimonianza, a salire bene ogni gradino. Certo, il mondo secolarizzato in cui viviamo, le nostre città e la nostra società, ormai dimenticano e forse deridono il valore della Quaresima: ma noi, senza scoraggiarci, andiamo avanti con fiducia, coraggio e serenità, a sola gloria di Dio e offrendo tutto a Lui! Allora, in questa Quaresima: attenzione alle piccole cose, rettificando le intenzioni di ogni azione, ricordando le virtù, praticando le opere di misericordia, pregando bene e con fervore, digiunando con gioia, tutto per puro amore di Gesù nostra salvezza. Buona Quaresima a tutti!

mercoledì 1 febbraio 2012

PAROLA DI VITA - FEBBRAIO 2012

«Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15).

Comincia così, nel Vangelo di Marco, l’annuncio di Gesù al mondo, il suo messaggio di salvezza: «Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo».
Con la venuta di Gesù spunta un’era nuova, l’era della grazia e della salvezza. E le sue prime parole sono un invito ad abbracciare la grande novità, la realtà stessa del Regno di Dio che egli pone alla portata di tutti, vicino a ogni uomo.
Ed indica subito la strada: convertirsi e credere al Vangelo, e cioè cambiare radicalmente vita e accettare, in Gesù, la parola che Dio attraverso lui rivolge all’umanità di tutti i tempi.
Sono due cose che vanno di pari passo: la conversione e la fede; e non c’è l’una senza l’altra, ma l’una e l’altra scaturiscono al contatto con la parola viva, alla presenza di Gesù che anche oggi ripete alle folle:
«Convertitevi e credete al Vangelo».
Quello che opera la parola di Dio accolta e vissuta è un completo mutamento di mentalità (= conversione). Trasfonde nei cuori di tutti: europei, asiatici, australiani, americani, africani i sentimenti di Cristo di fronte alle circostanze, al singolo e alla società.
Ma come può il Vangelo operare il miracolo di una profonda conversione, di una fede nuova e luminosa? Il segreto sta nel mistero che le parole di Gesù racchiudono. Esse non sono semplicemente esortazioni, suggerimenti, indicazioni, direttive, ordini, comandi. Nella parola di Gesù è presente Gesù stesso che parla, che ci parla. Le sue parole sono egli stesso, Gesù stesso.
E così noi, nella parola, lo incontriamo. E accogliendo la parola nel nostro cuore, come egli vuole che sia accolta (e cioè essendo pronti a tradurla in vita), siamo uno con lui ed egli nasce o cresce in noi. Ecco perché ognuno di noi può e deve accogliere l’invito così pressante ed esigente di Gesù.
«Convertitevi e credete al Vangelo».
Qualcuno potrà considerare le parole de Vangelo troppo alte e difficili, troppo distanti dal modo di vivere e di pensare comune, e sarà tentato di chiudersi all’ascolto, di scoraggiarsi. Ma tutto questo accade se pensa di dover spostare da solo la montagna della sua incredulità. Mentre basterebbe si sforzasse di vivere anche solo una parola del Vangelo per trovare in essa un aiuto inatteso, una forza unica, una lampada per i suoi passi. Perché quella parola, essendo una presenza di Dio, il comunicarsi con essa rende liberi, purifica, converte, porta conforto, gioia, dona sapienza.
«Convertitevi e credete al Vangelo».
Quante volte nella nostra giornata questa parola può esserci di luce! Ogni volta che ci scontriamo con la nostra debolezza o con quella degli altri, ogni volta che seguire Gesù ci sembra impossibile o assurdo, ogni volta che le difficoltà tentano di abbatterci, questa parola può essere per noi un colpo d’ala, una boccata d’aria fresca, uno stimolo a ricominciare.
Basterà una piccola, rapida “conversione” di rotta per uscire dal chiuso del nostro io ed aprirci a Dio, per sperimentare un’altra vita, quella vera.
Se poi potremo condividere questa esperienza con qualche persona amica, che ha fatto anch’essa del Vangelo il proprio codice di vita, vedremo sbocciare o rifiorire intorno a noi la comunità cristiana.
Perché la parola di Dio vissuta e comunicata fa anche questo miracolo: dà origine a una comunità visibile, che diviene lievito e sale della società, testimoniando Cristo in ogni angolo della terra.

Chiara Lubich

venerdì 20 gennaio 2012

Piccola meditazione serale ...

Carissimi, mentre Siracusa celebra e festeggia solennemente la memoria liturgica del suo compatrono, San Sebastiano bimartire (la festa esterna con la tradizionale e imponente processione nel centro storico è invece posticipata a domenica prossima), ci auguriamo una serena notte come sempre in compagnia della nostra diletta Santa Lucia, dolce vergine e intrepida martire siracusana, con un piccolo motto che ci ricordi Lei e ci aiuti a meditare sulla nostra vita cristiana:

CAMMINIAMO NELLA LUCE DELLA PAROLA DI DIO
Riscopriamo, cari fratelli, la presenza della Sacra Bibbia nella nostra vita, nelle nostre case, nella nostra famiglia, nella nostra comunità. L'amore di Dio Padre per noi, che ci ha amati per primo e ha mandato il Suo Figlio Unigenito, l'Amato, a morire sulla croce per redimerci dai nostri peccati, chiama amore anche da noi: il nostro amore per Dio si esprime con la fede, la speranza e la carità. La fede è anche la nostra gioia: credere in Gesù Cristo è già la vita eterna ed è la pienezza della gioia, perché tra la fede in ciò che è avvenuto nella storia della salvezza e la speranza in ciò che avverrà nel glorioso e luminoso ritorno di Cristo alla fine dei tempi, si colloca il presente della nostra piccola vita terrena, che dev'essere tutto carità. E Gesù ha promesso ai suoi discepoli che vivendo nella mutua carità che porta all'unità c'è la pienezza della gioia, come attesta San Giovanni nel suo Vangelo e nella sua Prima Lettera. Fede, speranza e carità sono alimentate ogni giorno a contatto con la Parola di Dio, che è Lui stesso, il Cristo, Verbo del Padre. Ogni giorno, allora, camminiamo nella luce della Sua Parola: è questa la luce che ha fatto risplendere di uno sfolgorante mare di splendore la nostra piccola grande Lucia, il cui nome stesso vuol dire "luce". Camminiamo dietro Gesù, insieme ai santi, nella luce della Parola.

mercoledì 18 gennaio 2012

Piccola meditazione mattutina ...

Buongiorno a tutti voi, carissimi amici! Iniziamo la giornata con una piccola meditazione, che oggi vi proponiamo:

E' Dio che ci parla nella Sua Parola
Nella Sacra Scrittura troviamo la Parola di Dio: ma questa divina Parola è Lui stesso, è Dio, perché nell'abisso infinito e insondabile di sapienza divina, il Figlio di Dio, Verbo del Padre, è misteriosamente ma realmente presente nella Sua stessa Parola, così come nella Santissima Eucaristia. 
Ecco perché non possiamo prescindere dalla comunione quotidiana alla Sua Parola, oltre che dalla comunione sacramentale al Suo Corpo e al Suo Sangue.
Nella preghiera avviene un sublime e intimo colloquio tra noi e Dio, siamo uniti a Lui e questo è lo scopo di tutta la nostra vita. Nella Parola è Dio che parla a noi, e ancora torna sempre nel nostro cuore svelandoci i misteri del Suo Regno e il senso della nostra stessa vita.
Così, nulla potrà più turbarci, né le tribolazioni e afflizioni del vivere quotidiano, né i grandi dilemmi esistenziali, né le circostanze impreviste e dolorose della giornata: perché sappiamo a quale fonte zampillante abbeverarci per scoprire e riscoprire perennemente il perché di tutto, la volontà di Dio. Questa fonte è la Parola di Dio, risposta ad ogni domanda dell'uomo, soluzione ad ogni suo interrogativo, luogo della gioia di ogni cristiano.
E poi abbiamo davanti a noi un esempio di profonda interiorizzazione della Parola di Dio nella propria vita: è l'esempio di Santa Lucia, che tanto ha meditato le Sacre Scritture, dalle quali attingeva la conoscenza del Suo Sposo amatissimo e adoratissimo, fino al punto da farne anche unica propria parola, come dimostra il suo colloquio con il consolare Pascasio che la interrogava a pubblico processo. All'interrogatorio del suo persecutore, ella rispondeva con le parole del Santo Vangelo, dell'Apostolo Paolo, dei Salmi, perché erano ormai diventate parole anche sue, e suo diletto.
Con Lucia, e con la Beata Vergine Maria che è tutta Parola vissuta e di Parola di Dio è rivestita, camminiamo oggi alla luce che emana la Sacra Scrittura, che è opportuno leggere e meditare tutti i giorni, anche pochi versetti per volta. Buona giornata a tutti!

martedì 17 gennaio 2012

PAROLA DI VITA - SPECIALE "SETTIMANA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI"

Carissimi amici, domani inizierà la tradizionale Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, momento forte dell'anno liturgico condiviso da cattolici, ortodossi e protestanti che, radunati insieme, si incontrano in questa occasione, in molte parti del mondo, per invocare dalla Santissima Trinità, unico vero Dio, la luce per poter finalmente ripristinare la piena comunione fra le tutti i credenti in Gesù Cristo. Lo scandalo della separazione fra le Chiese è infatti la più grave trasgressione ai desideri di Dio, e nulla deve interessarci e impegnarci più della sospirata riparazione di questa colpa. Preghiamo il Padre, uniti nel Nome di Gesù, "che tutti siano uno, affinché il mondo creda". Oggi, intanto, viene celebrato un altro momento molto importante fra gli appuntamenti principali della Chiesa a livello mondiale: la giornata del dialogo ebraico-cristiano, ideale abbraccio e delicatissimo incontro tra fratelli che oggi vogliono sempre di più conoscersi e avvicinarsi per ricucire strappi e sanare ferite ormai decisamente da dimenticare. Offriamo alla meditazione di tutti il seguente splendido testo di Chiara Lubich, proposto come spunto di riflessione proprio per alimentare quello spirito di concordia, pace e perdono che ci eleva dalle meschinità della nostra imbarazzante storia alla sublime verità delle "cose di lassù":


«Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio» (Col 3,1).
Queste parole, rivolte da san Paolo alla comunità di Colossi, ci dicono che esiste un mondo, nel quale regna l’amore vero, la comunione piena, la giustizia, la pace, la santità, la gioia; un mondo dove il peccato e la corruzione non possono più entrare; un mondo dove la volontà del Padre è perfettamente compiuta. È il mondo al quale appartiene Gesù. È il mondo che egli ha spalancato
a noi con la sua risurrezione, passando attraverso la dura prova della passione.
«Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio».
A questo mondo di Cristo, dice san Paolo, noi non soltanto siamo chiamati, ma già apparteniamo. La fede ci dice che mediante il battesimo noi siamo inseriti in lui e perciò partecipiamo della sua vita, dei suoi doni, della sua eredità, della sua vittoria sul peccato e sulle forze del male: siamo infatti risorti con lui.
Ma, a differenza delle anime sante che hanno già raggiunto il traguardo, la nostra appartenenza a questo mondo di Cristo non è piena e svelata; soprattutto non è stabile e definitiva. Fino a che ci troviamo su questa terra noi siamo esposti a mille pericoli, difficoltà e tentazioni, le quali possono farci tentennare, possono frenare il nostro cammino o addirittura deviarlo verso false mète.
«Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio».
Si comprende allora l’esortazione dell’Apostolo: «Cercate le cose di lassù». Cercate di uscire non già materialmente, ma spiritualmente da questo mondo; abbandonate le regole e le passioni del mondo per lasciarvi guidare in ogni situazione dai pensieri e dai sentimenti di Gesù. “Le cose di lassù”, infatti, stanno a indicare la legge di lassù, la legge del Regno dei cieli, che Gesù ha portato in terra e vuole che realizziamo fin da ora.
«Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio».
Come vivere allora questa Parola di vita? Essa ci sprona a non accontentarci di una vita mediocre, fatta di mezze misure e compromessi, ma a conformarla, con la grazia di Dio, alla legge di Cristo.
Ci spinge a vivere e a impegnarci a testimoniare nel nostro ambiente i valori che Gesù ha portato sulla terra: potrà essere lo spirito di concordia e di pace, di servizio ai fratelli, di perdono, di onestà, di giustizia, di correttezza nel nostro lavoro, di fedeltà, di purezza, di rispetto verso la vita, ecc.
Il programma, come si vede, è vasto come la vita; ma per non rimanere nel vago, attuiamo in questo mese quella legge di Gesù che è un po’ il sunto di tutte le altre: vedendo in ogni fratello Cristo, mettiamoci al suo servizio. Non è poi questo che ci sarà chiesto al termine della nostra esistenza?

sabato 14 gennaio 2012

Deputazione della Cappella di S. Lucia 2012

Con la conclusione dei festeggiamenti invernali di S. Lucia, celebrata solennemente in Cattedrale ieri, 13 gennaio (Commemorazione delle Traslazioni delle Sacre Reliquie di S. Lucia), è terminato anche il mandato della Deputazione della Cappella uscente, che come da regolare statuto passa il testimone ai nuovi componenti nominati dal nostro Arcivescovo Metropolita, S. E. mons. Salvatore Pappalardo, che ne ha annunciato pubblicamente l'insediamento. Ecco il comunicato ufficiale dell'Arcidiocesi (dal sito http://www.arcidiocesi.siracusa.it/):

NOMINATO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA DEPUTAZIONE DELLA CAPPELLA DI SANTA LUCIA

L'Arcivescovo di Siracusa Mons. Salvatore Pappalardo, ieri sera a conclusione della celebrazione eucaristica nella chiesa Cattedrale,  ha comunicato i nomi del consiglio di amministrazione della Fondazione Deputazione della Cappella di Santa Lucia.
L'arcivescovo ha nominato mons. Maurizio Aliotta, vicario generale dell'Arcidiocesi, nel ruolo di presidente. Sarà affiancato dall'avv. Giuseppe Piccione, dalla prof. Lucia Rizza, e dall'avv. Pietro Romano.
La prossima settimana il consiglio si insedierà ufficialmente e inizierà la programmazione, soprattutto per la festa della patrona Santa Lucia.
L'Arcivescovo ha ringraziato i quattro componenti uscenti: il presidente avv. Antonio Bandiera, il tesoriere mons. Giuseppe Calvo, e i consiglieri Gianni Failla e Concetta Olivieri.

Salutando e ringraziando a nome dei devoti e dei cittadini siracusani i componenti uscenti, auguriamo di cuore buon lavoro alla nuova formazione di questo antico organismo a servizio del decoro e della dignità del culto in onore della S. Patrona a Siracusa, capitale mondiale della devozione luciana.

mercoledì 11 gennaio 2012

11 gennaio 1693: S. Lucia salva ancora una volta la sua città


Viva Santa Lucia! L'epicentro di un disastroso e spaventoso sciame sismico, che uccise migliaia di persone e ne terrorizzò altrettante, era proprio vicino a Siracusa: anche l'antica e illustre città aretusea, al pari delle viciniore, rischiava di essere rasa al suolo e veder perire la sua popolazione. Ma Lei, la potentissima protettrice, vigile sentinella dei Suoi diletti concittadini, Lucia, anche allora protesse mirabilmente la sua patria, e i danni furono contenuti rispetto a quelli riscontrati altrove. La prima chiesa siracusana ricostruita dopo il terremoto fu proprio quella dedicata a S. Lucia nella piazza del Duomo (la stupenda chiesa barocca di S. Lucia alla Badia, gioiello del centro storico di Ortigia, progettata - secondo le ipotesi di alcuni studiosi - sulle proporzioni del tempio di Salomone), in segno di ringraziamento da parte dell'intero popolo di Siracusa nei confronti della sempre efficace protezione dell'invitta Martire. Infatti, tutti i motivi iconografici d'elevato valore artistico presenti in detta chiesa rievocano il potente patrocinio della Santa sulla Sua città natale. Come da plurisecolare tradizione, anche quest'anno, in questo commovente anniversario, la basilica Cattedrale di Siracusa è in festa per celebrare con ogni onore la Santa Patrona, con l'esposizione delle Sacre Reliquie e del simulacro-reliquiario argenteo nella Sua Cappella, per l'intera giornata. L'esposizione, iniziata come da tradizione già lunedì 9 gennaio, festa della Dedicazione del nostro magnifico Duomo, continuerà fino a venerdì 13.

mercoledì 28 dicembre 2011

28 dicembre: il giorno della memoria

In questo clima di speranza che viviamo nella gioia del S. Natale di nostro Signore Gesù Cristo, con S. Lucia, nostra celeste e sempre premurosa protettrice, la Chiesa e la comunità civile commemora oggi eventi della storia nostra e dell'umanità, del passato più recente e di quello un po' più lontano: l'occasione tradizionale che ci riunisce oggi tutti attorno alla nostra S. Patrona, dopo appena una settimana dall'Ottava della Sua festa principale, è l'anniversario del tristemente noto e disastroso maremoto di Messina nel 1908. In quella circostanza, l'amore di S. Lucia per i Suoi diletti concittadini siracusani e per la Sua amata e benedetta città si mostrò ancora una volta con potenza scongiurando e preservando il capoluogo aretuseo dalle possibili conseguenze che dal non lontano epicentro messinese già si paventavano, e l'ardente carità dei cristiani siracusani, guidati da un santo e saggio pastore che all'epoca occupava il seggio episcopale, si mostrò con evidenza nei soccorsi amorevoli e generosi che vennero prestati senza risparmio di energie verso la popolazione messinese così duramente colpita. Ma come dimenticare, insieme a quest'evento storico, i più recenti e recentissimi avvenimenti che inevitabilmente tornano alla mente in questo tragico anniversario? Le alluvioni degli ultimi inverni sempre nel messinese, e poi il catastrofico tsunami al di là dell'oceano. Affidiamo all'infinita misericordia del Signore le anime di tutte le vittime di queste calamità, alla Sua instancabile provvidenza le loro famiglie, alla protezione e intercessione di S. Lucia tutti i Suoi devoti, affinché Ella, con le Sue preghiere dinanzi al Suo Sposo divino, li custodisca e preservi sempre da ogni pericolo e avversità. Oggi stringiamoci tutti ai piedi della nostra gloriosa vergine megalomartire, in segno di ringraziamento, lode e sempre rinnovato amore: l'appuntamento è per tutti i siracusani, questa mattina, nella Cappella della Patrona in Cattedrale! Sarausana jè, viva S. Lucia!

giovedì 15 dicembre 2011

Infra Octavam 2011. ANNIVERSARIO DI LUCE





CARISSIMI FRATELLI E SORELLE, OGGI, 15 DICEMBRE, TUTTA LA CHIESA E LA CITTA' DI SIRACUSA COMMEMORA CON GIOIA, COMMOZIONE, GRATITUDINE E IMMUTATO ARDORE UN EVENTO STORICO ECCEZIONALE: LA PRIMA TRASLAZIONE DEL CORPO DI SANTA LUCIA DA VENEZIA A SIRACUSA, AVVENUTA IN OCCASIONE DEL XVII CENTENARIO DEL MARTIRIO DELLA SANTA, DAL 15 AL 22 DICEMBRE 2004. QUESTO BLOG, CHE E' NATO PROPRIO PER CELEBRARE LA PERENNE MEMORIA DI QUESTO STRAORDINARIO AVVENIMENTO ATTESO CON VIVA TREPIDAZIONE DA TUTTE LE GENERAZIONI DI SIRACUSANI PER QUASI MILLE ANNI, RENDE LODE E GLORIA A DIO PER LA FULGIDA LUCE CHE EMANA DALLA SANTITA' DELLA CONCITTADINA LUCIA, VERGINE E MARTIRE AMATISSIMA E CELEBRATISSIMA IN TUTTO IL MONDO CRISTIANO, SANTA CHE PRIMEGGIA FRA TUTTI I POPOLI NEL CULTO E NELLA DEVOZIONE CHE ESSI TRIBUTANO AI SANTI DELLA CHIESA DI DIO.

mercoledì 14 dicembre 2011

Infra Octavam 2011. "Le recensioni della redazione"

Reduci da un'emozionante e sempre indescrivibile Solennità di S. Lucia, che anche noi della redazione, come tutti i veri siracusani e tutti i devoti luciani, abbiamo vissuto con grande intensità, gioia e ardore ogni anno più grandi, ritorniamo in rete con la nostra tradizionale rubrica annuale Infra Octavam, che ci accompagna quotidianamente nel corso di questo splendido solenne ottavario dei festeggiamenti decembrini in onore della Patrona Principale di Siracusa. Con sincero piacere ed entusiasmo Vi presentiamo, nell'àmbito delle nostre periodiche recensioni a tutte le migliori nuove pubblicazioni riguardanti S. Lucia, un ottimo contributo scientifico d'alto valore, che sinceramente mancava da ormai troppo tempo negli studi luciani:

ARTURO ANZELMO, La statua argentea di Santa Lucia in Siracusa: inventio et opus di Pietro Rizzo da Palermo (documenti 1598-1600), in: «Manierismo siciliano. Antonino Ferraro da Giuliana e l'età di Filippo II di Spagna», Atti del Convegno - Giuliana, 18/20 ottobre 2009, a cura di A. G. Marchese, 2 voll., ed. Ila Palma editrice, Palermo 2010, vol. I, pp. 478-502.

Si tratta di un lavoro davvero inedito che rende degno onore ad un artista geniale quanto ingiustamente poco noto, cioè l'orafo palermitano Pietro Rizzo, e della sua opera più bella (anzi "la più bella opera d'arte ch'è in Italia", come venne giustamente definita), e cioè il meraviglioso simulacro-reliquiario argenteo di S. Lucia che si venera nel Duomo di Siracusa, e che venne commissionato dalla Chiesa e dal Senato siracusani nel 1590, consegnato poi completo della cassa reliquiaria che lo sostiene e che è di scuola gaginiana (oltre tutto splendido e unico il ciclo dei sei bassorilievi con scene dalla vita e dal martirio della Santa) nel 1616, tra il tripudio del popolo siracusano, che aveva contribuito di cuore, con il proprio obolo, alla realizzazione dell'opera, protagonista poi di eventi storici cruciali nella storia della città, primo fra tutti il miracolo di S. Lucia della liberazione dalla carestia il 13 maggio 1646, a soli 30 anni dalla benedizione del nuovo simulacro. L'Autore del saggio ha svolto con grande passione e acribia una ricerca meticolosissima e rigorosa, che lo ha impegnato per diversi anni, compulsando archivi e fonti, tra l'alto rinvenendo documenti inediti preziosissimi per il rilievo che danno alla storia della genesi di questa grande opera d'arte. Il prof. dott. Anzelmo rende giustizia all'importanza storico-artistica del simulacro di S. Lucia e mette in luce un appassionante intreccio di vicende di storia locale che certamente interesseranno, com'è successo per noi, tutti i lettori che coltivano l'amore per i nostri tesori più belli. Da non perdere davvero, anche perché si tratta di una pagina di storia del culto a S. Lucia che attendeva di essere finalmente scritta. Viva Santa Lucia!

martedì 13 dicembre 2011

EVVIVA LA NOSTRA SANTA LUCIA! ALLELUIA!

Vergine tutta luce e martire invitta, Santa Lucia! Noi Ti veneriamo e imploriamo la Tua protezione. E mentre Ti supplichiamo di preservare da ogni male i nostri occhi corporali, Ti chiediamo di ottenerci soprattutto quella luce spirituale che ci faccia conoscere i nostri errori e il modo di ripararli.


Confessiamo di avere tante volte meritato di rimanere privi della luce degli occhi nostri per l'abuso che ne abbiamo fatto offendendo con essi Dio. Solo da Lui e dalla Tua protezione riconosciamo la nostra vista di cui godiamo.Perciò pieni di fiducia nella Tua potente intercessione, o gloriosa S. Lucia, Ti supplichiamo ad interporTi ancora presso il Tuo Divino Sposo Gesù, affinché si degni di conservarci sempre sana la luce degli occhi del corpo, dandoci insieme la grazia di farne buon uso, cosicché nel giorno della universale resurrezione siano essi raggianti di quella luce celeste che li renderà degni di vedere le bellezze ineffabili della patria beata. Così sia.


(preghiera della tradizione romana - con approvazione ecclesiastica)




BUONA FESTA DI S. LUCIA A TUTTI!!!


SARAUSANA JE', VIVA SANTA LUCIA!

lunedì 12 dicembre 2011

LA VIGILIA


Lucia,
Sponsa Christi,
omnis plebs
Te expectat!

domenica 11 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -2




Ultimo giorno di triduo solenne in onore della Santa Patrona! Ricordiamo che domani l'appuntamento per tutti i devoti è in Cattedrale a Siracusa per l'attesissima e sentitissima solenne traslazione dello splendido simulacro argenteo di Santa Lucia dalla Sua Cappella per essere fastosamente intronizzato sull'Altare Maggiore. E la sera, come da tradizione plurisecolare, i solenni Primi Vespri Pontificali di S. Lucia con la benedizione della "cuccìa", festosa conclusione del digiuno della vigilia. Sarausana jè, viva Santa Lucia!!!


Triduo a S. Lucia - 3° giorno:

Noi Vi esaltiamo, o gloriosa Santa Lucia, per quell'amore ardente che aveste per Gesù, al Quale con irrevocabile voto consacraste la Vostra verginità, per Lui sacrificando non solo le gioie di nozze terrene, ma anche i Vostri beni, donandoli ai poveri, e la Vostra stessa vita, generosamente affrontando il martirio nel fiore degli anni.

Per 'sì generosa Vostra consacrazione impetrateci, o gloriosa Santa Lucia, dal Vostro celeste Sposo, di essere preservati da ogni male dei nostri occhi, e soprattutto un amore per Gesù simile al Vostro, affinché prontamente e lietamente sappiamo rinunziare ai beni terreni e sostenere qualsiasi male, anziché divenire infedeli al nostro Dio. Amen.

PATER, AVE, GLORIA.

sabato 10 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -3

Andare contro la mentalità del mondo.

L'intera luminosissima esistenza terrena di S. Lucia è stata, si può dire, una continua serie di scelte controcorrente, contro la mentalità mondana dell'epoca, in fondo non molto differente da quella odierna. La scelta della perpetua verginità per una totale consacrazione a Dio, anzitutto, suonava strana allora come oggi di fronte al mondo, ignaro del significato più profondo e soprannaturale di tale scelta per i cristiani. La scelta della povertà: la famiglia di Lucia era nobilissima, uno dei più illustri casati di Siracusa, e possedeva molte ricchezze e proprietà accresciutesi negli anni, come dichiara esplicitamente la madre Eutichia negli Atti del martirio. Ma Lucia, che era unica erede, ha rinunciato a tutto il suo patrimonio e lo ha elargito ai poveri della sua città, che le si affezionarono di un amore e una gratitudine indicibili. La scelta di confessare e professare liberamente, apertamente e coraggiosamente la propria incrollabile fede in Gesù Cristo, proprio quando infuriava la peggior persecuzione anticristiana dell'impero romano. Lucia conosceva bene le divine parole del suo Sposo celeste, che aveva pregato il Padre proprio per i Suoi discepoli, odiati dal mondo, perché nel mondo ma non del mondo, perché il mondo non li conosce e non può capirli. Lucia sapeva che non è possibile vivere davvero una coerente vita evangelica senza imbattersi nell'incomprensione, nella derisione, nell'emarginazione, nell'odio da parte del mondo. Tuttavia ella ricordava altrettanto bene che frutto della vita della Parola, cioè della vita evangelica vera, è l'odio del mondo ma anche e soprattutto la santità. Quindi è andata avanti con decisione e senza titubanze nelle proprie scelte così divinamente ispirate. E oggi? Anche oggi in alcuni Paesi i cristiani sono perseguitati fisicamente, torturati e uccisi: sono i nuovi martiri, i confessori ardenti e intrepidi che offrono la propria vita per testimoniare la fede in Gesù Cristo. Ma, più in generale, in ogni parte del mondo, e anche nella nostra società di tutti i giorni, il cristiano può incontrare facilmente ostilità da parte del mondo, e in un certo senso così dev'essere. Per essere fedele e coerente con la propria fede, il cristiano è chiamato anche oggi, pressoché quotidianamente, a compiere e testimoniare scelte che vanno controcorrente rispetto alle consuetudini invalse in altri ambienti della società, spesso intrise di suggestioni demoniache dalle quali il cristiano prega di essere liberato, come ben esprime la preghiera a S. Lucia che Vi offriamo oggi. Tutte le virtù cristiane richiedono di essere, come Gesù, segno di contraddizione. Questa è la via che porta veri frutti di santità, in noi e attorno a noi. Coraggio, allora: con Lucia e come Lucia, andare contro la mentalità del mondo!


Triduo a S. Lucia - 2° giorno:

Ci congratuliamo con Voi, o gloriosa Santa Lucia, per la predilezione che Vi dimostrò Gesù, quando con prodigio non mai udito Vi rese immobile a tutti gli sforzi dei Vostri nemici i quali Vi volevano trascinare in luogo di peccato e di infamia.

Per l'amore che Gesù Vi porta, otteneteci di conservare sempre sana la nostra vista e di non cedere alle lusinghe del mondo e alle suggestioni del demonio e della carne, ma di respingere i loro assalti con la mortificazione dei sensi e delle passioni.

PATER, AVE, GLORIA.

venerdì 9 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -4

(Ignazio Marabitti, S. Lucia,

facciata del Duomo di Siracusa)



SPECIALE TRIDUO DI S. LUCIA


Carissimi devoti della nostra S. Patrona, all'indomani della festosa ricorrenza dell'Immacolata, inizia oggi il Triduo Solenne di S. Lucia, che a Siracusa riveste una speciale connotazione in quanto viene tradizionalmente celebrato nel segno della carità e della solidarietà cristiana verso i poveri e verso i non vedenti, protetti e prediletti in modo particolare dalla nostra celebre e invitta megalomartire. Intensificando quindi la preparazione spirituale alla solennità del 13 dicembre che ormai si avvicina, possiamo ancor di più vivere nella preghiera e nella pratica delle opere di misericordia questi giorni dal sapore così forte. Carità verso i poveri e verso tutti i bisognosi è stata la cifra che ha contraddistinto la pur breve vita di S. Lucia, consacrata ad una donazione totale a Dio che ella ha immediatamente e illuminatamente tradotto in concreto impegno a favore di tutti coloro in cui più evidente è l'immagine riflessa di Gesù Crocifisso, Sposo diletto di Lucia. Per aiutarci a vivere nella preghiera questo triduo, condividiamo con voi oggi e nei prossimi due giorni la seguente bella coroncina per il triduo di S. Lucia appartenente alla tradizione dell'Arciconfraternita di S. Lucia del Gonfalone in Roma:


Triduo a S. Lucia - 1° giorno:

Noi vi ammiriamo, o gloriosa Santa Lucia, per quel lume di viva fede dal quale rischiarata, sapeste rispondere al tiranno che nessuna violenza vi avrebbe potuto togliere lo Spirito Santo che abitava, come in Suo tempio, nel Vostro cuore.

Per tanto Vostro merito ci conceda il Signore la salute degli occhi del nostro corpo e un salutare timore di perdere la grazia divina, affinché prontamente fuggiamo tutte le occasioni che ci potrebbero far perdere sì inestimabile tesoro.

PATER, AVE, GLORIA.

giovedì 8 dicembre 2011

Una luce per lo spirito -5


SPECIALE SOLENNITA' DELL'IMMACOLATA


Tutta bella sei, o Maria,
in Te Dio ha preparato la Sua degna dimora, tenda, tabernacolo del Verbo!
Gioisci, Figlia di Sion,
Dio Ti ha preservata immune da ogni macchia di peccato!
Salve, o Regina Immacolata,
il Creatore del cielo e della terra Ti ha predisposta fin dal grembo materno
per divenire degna Madre del Redentore!

O Maria, concepita senza peccato,
prega per noi che ricorriamo a Te
e per quanti a Te non ricorrono,
in particolare i nemici della Santa Chiesa
e coloro che Ti vengono raccomandati.

Cuore Immacolato e Addolorato di Maria,
abbi pietà di noi!

Questa sera, a conclusione dei solenni festeggiamenti cittadini che per immutata tradizione vengono celebrati a Siracusa, al passaggio della processione con l'artistico e ammirevole simulacro dell'Immacolata dal Duomo della città, avviene un ideale "incontro" fra Maria e Lucia: domani mattina, infatti, riposto ormai nella sua nicchia il simulacro dell'Immacolata nell'omonima chiesa barocca del centro storico, inizierà a venir esposto il simulacro di S. Lucia nella Sua Cappella in Cattedrale, secondo il consueto susseguirsi di emozionanti momenti di festa religiosa vissuti con amore dal popolo siracusano. Il passaggio di Maria vicino alla Cappella di S. Lucia, che si svolge stasera, nella pia e cara devozione popolare indica il gesto della Madre di "svegliare" la piccola vergine sposa del Suo Figlio, nella notte tra la solennità dell'Immacolata e l'inizio del Triduo di S. Lucia. Ad Jesum per Mariam cum Lucia!