martedì 29 gennaio 2013

... ancora una parola sull'unità ... e su Lucia!

Carissimi amici di S. Lucia,
abbiamo celebrato con gioia la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.
Forse non è un caso che uno degli insegnamenti magisteriali più belli del Santo Padre Benedetto XVI sull'urgenza del desiderio d'unità sia stato pubblicato proprio in una festa di S. Lucia di alcuni anni fa, e precisamente il 13 dicembre del 2008, sul quotidiano "L'Osservatore Romano" (pag. 6), riportando il discorso del papa all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani svoltasi il giorno precedente, vigilia di S. Lucia:

"Risuonano nel nostro spirito il comando di Cristo, il “mandatum novum”, e la sua preghiera per l'unità “ut omnes unum sint... ut mundus credat quia tu me misisti” (Gv 17,21). La carità aiuterà i cristiani a coltivare la “sete” della piena comunione nella verità e, seguendo docilmente le ispirazioni dello Spirito Santo, possiamo sperare di giungere presto all’auspicata unità. Ecco perché l'ecumenismo ci sollecita a un fraterno e generoso scambio di doni, ben consci che la piena comunione nella fede, nei sacramenti e nel ministero rimane lo scopo e la meta dell'intero movimento ecumenico. Di tale vasta impresa, l'ecumenismo spirituale, come ebbe chiaramente ad affermare il Concilio Ecumenico Vaticano II, è il cuore pulsante"

Il Santo Padre ha indicato a tutti i fedeli cattolici il Santo Vangelo del Signore Gesù Cristo come esortazione all'impegno ecumenico, attraverso il duplice fondamento dell'autentica testimonianza evangelica presente nella Divina Parola: "Amatevi gli uni gli altri: da questo riconosceranno che siete miei discepoli" e "Padre, che tutti siano uno affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato".
In questo anno della fede, in cui siamo chiamati a riscoprire i tesori del Concilio Vaticano II, ci doni Dio la grazia dello Spirito Santo, vento che soffia sui nostri egoismi e ci traforma in viandanti gioiosi sul sentiero della piena comunione fraterna con tutti i credenti in Cristo.
E Lucia, piccola grande santa della luce e profeta di pace e unità per la Chiesa di Dio, che ha certamente benedetto con la sua intercessione l'incontro ecumenico qui menzionato, ci ottenga la luce per percorrere senza errore la via dell'unità!

venerdì 25 gennaio 2013

Preghiera per l'unità dei cristiani

Carissimi amici, oggi è la festa della conversione di S. Paolo, l'apostolo delle genti, che per ben tre giorni sostò a Siracusa, prigioniero ma sempre fervente missionario, per infuocare i cuori della comunità cristiana, infiammandoli con l'ardore della sua predicazione evangelica. Lo zelo per la Parola di Dio e l'invito della Chiesa a rinnovare per tutto quest'anno la penetrazione alle radici della nostra fede ben si sposano con lo spirito che anima la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani che tutte le Chiese hanno celebrato fino alla giornata conclusiva odierna. Anche noi ci uniamo con sincera partecipazione e cordiale apprensione all'anelito che il nostro stesso Signore Gesù Cristo ha espresso nel Suo testamento: "Padre, che tutti siano uno, come me e te, affinché il mondo creda". "Unità" e "credere" sono inscindibili: ecco perché l'anno della fede non può fare a meno di passare attraverso l'impegno tenace nel dialogo ecumenico, cioè nel cammino verso la ricomposizione della piena comunione fraterna di tutti i credenti in Gesù, che verrà suggellata in modo sublime dalla partecipazione all'unico altare, all'unica mensa, all'unico sacrificio del Corpo di Cristo. Consapevoli della priorità irrinunciabile dell'istanza ecumenica, pubblichiamo oggi la seguente preghiera, che facciamo nostra anche per l'intercessione potente di Maria Santissima, Madre dell'unità, e di Santa Lucia, profeta di pace per la Chiesa:
«Gesù, eccoci qui per chiederti anzitutto una cosa grande, Signore!
Tu che hai detto: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome - cioè nel mio amore - io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20), suscita in tutti noi quel grande rispetto fraterno, quel profondo ascolto vicendevole, accendi quel reciproco amore che permetta, anzi porti, la tua presenza spirituale in mezzo a noi. Perché lo sappiamo Signore senza di Te non possiamo far nulla. Ma, con Te in mezzo a noi, potremo essere illuminati con la tua luce, e guidati in questo giorno.
Tu conosci quale unica e pur diversa chiamata gravi su di noi: lavorare, assieme a tanti altri del mondo cristiano, affinché la comunione piena e visibile fra le Chiese diventi un giorno realtà. Anche se ciò richiede – lo sappiamo – quasi un miracolo. Per questo abbiamo bisogno di Te, Gesù. Noi, da parte nostra non possiamo non aprirti il nostro cuore e svelartene i sentimenti più profondi.
Avvertiamo anzitutto il bisogno di chiederti perdono a nome nostro, ma anche a nome delle nostre sorelle e fratelli cristiani di tutti i tempi, perdono per aver lacerato sconsideratamente la tua tunica e averla ridotta in così tanti pezzi; e per averla, indifferenti, mantenuta tale. Nello stesso tempo, non possiamo non nutrire un’ardente speranza nella tua misericordia, sempre più grande di ogni nostro peccato, e capace, non solo di perdonare, ma di dimenticare. Così come non possiamo negare una grande fede nel tuo amore immenso, che sa trarre il bene da ogni male, se in Te si crede e Te si ama.
Tutto questo brucia nel nostro cuore, Gesù, in questo momento, assieme alla riconoscenza per quanto, con la tua grazia, da quasi un secolo, i cristiani di molte Chiese, sospinti allo Spirito Santo, hanno potuto fare, per un riavvicinamento reciproco in un fecondo dialogo d’amore, un intenso lavoro teologico, una generale sensibilizzazione del popolo alla necessità dell’unità.
E perciò – lascia che te lo diciamo, Signore -, pur nella situazione della non ancora piena comunione, sempre viva dolorosa avvertiamo in cuore quell’ottimismo cristiano che il tuo infinito Amore non può non suscitare. E incominciamo così il nostro lavoro nella sicurezza che Tu, che sai vincere il mondo, saprai anche aiutarci ad aiutarti a mostrare un giorno il Tuo testamento realizzato qui sulla terra. Esso, per l’unità raggiunta, ti potrà testimoniare al mondo Re e Signore dei cuori e dei popoli. Amen.»
Chiara Lubich
al Consiglio Ecumenico delle Chiese
Ginevra, 28 ottobre 2002
Pubblicato in Il dialogo è vita, Città Nuova editrice, Roma 2002, pp. 47-49 
(raccolta dei vari interventi di Chiara Lubich durante il viaggio a Ginevra del 2002, dalla forte impronta ecumenica)

sabato 19 gennaio 2013

FESTE DI GENNAIO 2013: Un inno umbro a S. Lucia

Per concludere in bellezza - ... e poeticamente! - i solenni festeggiamenti invernali che Siracusa ha celebrato anche quest'anno in onore di Santa Lucia, Patrona Principale della Città e dell'Arcidiocesi Metropolitana, con vivo rallegramento pubblichiamo il testo di una lettera giunta il 2 gennaio u. s. all'indirizzo della nostra redazione (amicisantalucia@yahoo.it) da parte di un carissimo amico e collaboratore del nostro blog, devoto di S. Lucia e appassionato ricercatore di interessanti documenti del culto luciano nella località di Vernazzano, in provincia di Perugia. Già durante la feste decembrine abbiamo avuto occasione di pubblicare i risultati delle sue ricerche, che sono di grande arricchimento per il nostro blog e per tutti i suoi visitatori. Molto bello è anche questo ultimo inno, che riportiamo, in cui con vivida espressione poetica vengono decantate le gesta eroiche e gloriose della grande Vergine Martire Lucia. Grazie ancora, Matteo!

Cari Amici di Santa Lucia,

un saluto e un augurio per un felice 2013!!!
Nei giorni scorsi, come vi dicevo nella mia ultima mail, ho fatto delle
ricerche nei nostri archivi parrocchiali e mi è capitato tra le mani un
foglietto con un inno in onore di Santa Lucia che si trovava tra gli appunti di
Don Vasco Pazzaglia, parroco a Vernazzano ritornato alla Casa del Padre nel
1976. Non so se quest' inno sia stato da lui composto o se sia il testo di un
inno già esistente, comunque ho deciso di inviarvela. Lascio a voi la scelta se
pubblicarla o meno. Un grandissimo saluto a tutti. SANTA LUCIA, PREGA PER NOI.


INNO A SANTA LUCIA

Le lodi cantiamo
di Santa Lucia
fu Vergine pia
di casta beltà.

Lo sguardo celeste
più puro dei gigli
sostenne i perigli
de l'avida età.

Del vergine cuore
fè tempio di Dio
e mise in oblio
la vita e i piaceri.

Ai nudi fratelli
in Cristo Signore
diè l'oro e l'amore
e i dolci pensier.

L'orror della morte
soffrì l'Innocente
con pio sorridente
intrepido cuor.

O Santa Lucia
a l'alma smarrita
ridona la vita
la luce e l'amor.

venerdì 18 gennaio 2013

FESTE DI GENNAIO 2013: due belle e nuove iniziative!

Interessante convegno per celebrare la Festa della Dedicazione del Duomo
Si è appena conclusa la solenne esposizione del simulacro nell'ambito del 86. anniversario della Dedicazione della Cattedrale e della 320.ma ricorrenza del terremoto del 9 e 11 gennaio 1693.
E nell'ambito delle celebrazioni  si è svolto il convegno nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, dal titolo “Ti canterò un canto nuovo … Le campane della Cattedrale”.
I lavori sono stati aperti da Mons Giuseppe Greco, Presidente del Capitolo Metropolitano: “Le campane – ha esordito - hanno un valore altamente simbolico e profondamente evocativo. Sono il segno della voce di Dio, della voce della Chiesa e della voce della storia. La voce di Dio, che desta la nostra coscienza, che entra nell'anima, che interpella, che ti manifesta la presenza di Dio. Sono la voce della Chiesa che convoca. Convoca l'assemblea, il popolo di Dio. Convoca per la preghiera, per l'espressione della fede, per l'incontro vitale con il Signore. Questa voce della Chiesa che convoca segna il superamento di ogni tipo di religiosità privatistica, determina il cammino verso la comunione, al di là di ogni forma di individualismo religioso. Le campane della Cattedrale ci inducono a una specificazione: si tratta della voce della Chiesa Madre, la Madre di tutte le Chiese, segno della maternità della Chiesa.La chiesa è Madre. E per giunta si tratta della Chiesa Cattedrale, la Chiesa della cattedra del Vescovo. È segno del magistero della Chiesa. La Chiesa è Mater et Magistra. La voce della storia. Queste campane sono la voce della testimonianza dei martiri, particolarmente di San Paolo e di Santa Lucia, effigiati su queste campane. Sono la voce della testimonianza di tutte le vittime della guerra, i cui nomi sono scritti su queste campane. È emblematico, in questo caso, il passaggio dal bronzo dei cannoni al bronzo delle campane, dalla guerra alla pace. Sono la voce delle vittime della storia.Sono un monito perenne che indirizzano non solo alla preghiera, ma anche alla dimensione della pace. Sono come la voce degli Angeli a Betlemme, che cantavano: Gloria a Dio e Pace agli uomini. Sono la voce della memoria e la voce della speranza, di una speranza creativa. Sono come la voce del Battista: lui si definiva la voce di uno che grida nel deserto, nel deserto della Palestina. Le nostre campane sono una voce nel deserto della nostra società arida: come il Battista, esse ci dicono: Preparate la via al Signore che viene,che vuole venire in mezzo a noi. E il deserto fiorirà”.
Ad introdurre i lavori è stato l'avv. Giuseppe Piccione, Presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, che ha ricordato la scelta della Deputazione di investire la somma che di solito veniva spesa per i fuochi d'artificio (all'uscita del Simulacro il 13 dicembre), nell'opera di restauro del sistema campanario, entrato in funzione lo scorso dicembre per la festa della Santa Patrona che all'uscita dalla Cattedrale è stata nuovamente accolta del suono festoso delle campane.
Mons. Salvatore Marino, Componente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia e parroco della Cattedrale, ha posto l'accento sul significato storico, teologico e spirituale delle iniziative messe in atto nell'ambito 
della320.ma ricorrenza del terremoto del 1693 e della dedicazione della Cattedrale. Ad entrare nel vivo del tema è stato il prof. Salvo Sparatore, docente di Storia della Chiesa all'ISSR San Metodio: “Fra le varie sfaccettature della personalità del vescovo del tempo, Giacomo Carabelli, una in particolare risalta maggiormente ed è l’amore per l’arte e l’attenzione verso quel mondo che, per usare un’espressione dei giorni nostri, potremmo definire dei “beni culturali ecclesiastici”. Un’opera indubbiamente meritoria fu l’avvio, nel settembre del 1922, delle operazioni di restauro di molte chiese della città, occupate dai militari durante il primo conflitto mondiale. Il giorno di Natale del 1926 vi fu il tanto atteso annuncio della riapertura della Cattedrale nel gennaio 1927. L’opera del vescovo dopo la solenne riapertura della Cattedrale non si arrestò ma anzi continuò con rinnovato vigore, tanto che non solo restituì al culto alcune chiese restaurate, ma ne costruì anche altre ex novo. Il prelato lombardo cercò di cogliere al volo ogni occasione per portare avanti ilsuo amato progetto ed infatti in occasione di una visita a Siracusa di Benito Mussolini nel maggio 1924, riuscì a farsi concedere dal capo del Governo, durante la visita della Cattedrale, due bocche di cannoni austriaci del peso dicirca 40 quintali da destinare alla fusione delle campane della restauranda chiesa. Le nuove campane del Duomo arrivarono in città due anni più tardi e due di esse portavano incisi i nomi di tutti i siracusani caduti nel primo conflitto mondiale (uno di questi è il bersagliere Benedetto Ghiurmino, nonno del maestro di cappella della Deputazione, Benedetto). Per il metallo, che era necessario aggiungere a quello dei 2 cannoni donati da Mussolini, per la fusione e per l’attrezzamento, occorreva una spesa di circa ottantamila lire.
Per questo motivo Carabelli costituì, nel febbraio 1925, un comitato e, sottoscrivendosi egli per il primo, lanciò un appello alla cittadinanza.
L’invito del pastore aretuseo fu accolto da molti visto che la spesa venne in gran parte coperta. Il Municipio contribuì con una somma corrispondente alla spesa della fusione di una campana. Un’altra generosa offerta venne elargita dalla signora Cocuzza, vedova Barone Cataldi, che volle dedicare una campana all’unico figlio, ufficiale dei granatieri, caduto a Monfalcone. Il lavoro di fusione, così ci riferiscono le cronache dell’epoca, riuscì in maniera ottimale sia dal lato fonico che artistico e la domenica 27 giugno del 1926 un corteo, con a capo le autorità cittadine siracusane, si recò a rilevare il carillon alla stazione ferroviaria”.
La prof.ssa Loredana Pitruzzello, docente di Storia dell'Arte Cristiana presso l'ISSR San Metodio, ha presentato un excursus storico e teologico inerente il significato delle campane nelle tradizioni antiche, con un occhio attento allatradizione cristiana. Ha descritto l'opera di costruzione di una campana attraverso la delicata fase della fusione e si è soffermata con dovizia di particolari sulla descrizione delle campane della Cattedrale mettendone in risalto con l'ausilio di alcune foto gli aspetti artistici dei fregi che decorano il carillon voluto dal Vescovo Carabelli. “Le campane nello specifico ecclesiale assolvono ad una funzione prettamente culturale a partire dal VI sec d.C. Il suono delle campane richiama il fedele alla santità quotidiana e alla celebrazione della liturgia. Lo splendore del suono, la bravura dei campanari, la bellezza dei bronzi, tutto concorre alla sacralità dell'oggetto in se e allafinalità pastorale. Le campane della cattedrale forgiate dalla ditta Brighenti di Bologna nel 1926 sono 6 e sono un capolavoro sia dal lato fonico che artistico,in ogni campana sono decorati gli stemmi del pontefice, del vescovo Carabelli e della città, oltre ai 300 nomi dei caduti vi sono rappresentati la Natività di Maria, Santa Lucia, San Sebastiano. Pesano in totale 76 quintali e sono in scala di Si Maggiore”.
Al termine degli interventi è stato presentato un video sulle campane della Cattedrale realizzato da Fabio Fortuna. L'iniziativa è stata promossa da Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Istituto Superiore Scienze Religiose San Metodio, con il Capitolo Metropolitano ed il Rotary Club Siracusa in collaborazione con Kairos.
La "Peregrinatio" delle Sacre Reliquie di S. Lucia nelle scuole di Siracusa
Continua il progetto della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, "Santa Lucia incontra il mondo della scuola". Martedì 15 gennaio, alle ore 8,30, i due frammenti della cannella del braccio sinistro custoditi nel reliquiario eseguito nel 1931 per volontà  dell'arcivescovo Giacomo Carabelli e le scarpette di Santa Lucia saranno nell'Istituto Comprensivo Lombardo Radice, in via Archia, guidato dal dirigente scolastico Lilli Fronte. "Un ulteriore motivo di incontro e confronto -ha detto il presidente dela Deputazione della Cappella di Santa Lucia Giuseppe Piccione - sulla figura e sulla testimonianza di  Santa Lucia con i ragazzi della città di Siracusa che non sempre sono a conoscenza della vita di Santa Lucia e dell'impegno a favore dei più poveri. Una ulteriore occasione per rinsaldare illegame tra la Patrona della città e le nuove generazioni per consolidare e rafforzare, in maniera autentica e  matura, sempre di più il rapporto tra Santa Lucia e Siracusa".
fonte: www.arcidiocesi.siracusa.it

domenica 13 gennaio 2013

FESTE DI GENNAIO 2013: il nuovo libretto di preghiere a S. Lucia


Carissimi, oggi 13 gennaio, con la giornata dedicata alla venerazione solenne delle sacre reliquie di S. Lucia, si sono solennemente concluse in Cattedrale queste bellissime "feste luciane di gennaio", molto sentite e molto partecipate, nonché molto arricchite quest'anno nel calendario ufficiale degli eventi collaterali alle celebrazioni liturgiche. E' il giorno della chiusura di un ciclo di festeggiamenti che ha animato la città di Siracusa per due interi mesi (il primo appuntamento è stato infatti, sempre in Cattedrale, il 13 novembre scorso), incorniciando degnamente la ricorrenza liturgia
Con l'approvazione ecclesiastica e la benedizione accompagnata da auspici di S. E. mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo Metropolita di Siracusa, nell'ultima edizione degli imponenti festeggiamenti invernali in onore di S. Lucia, la Diocesi di S. Lucia ha visto la pubblicazione di un nuovo agile volumetto tascabile dedicato alla grande Santa della Luce: autore e curatore ne è un membro del clero diocesano, il sac. Ambrogio Giuffrida, parroco di S. Lucia in Floridia (provincia di Siracusa), che da anni zela il culto luciano nel proprio ministero pastorale a servizio della sua comunità parrocchiale, sebbene grazie a questa sua ultima fatica editoriale - alla quale va augurata un'ampia diffusione - abbia effettuato un servizio utile a tutta la Diocesi. 
Il nuovo libretto di preghiera è di ottimo valore, per la qualità e l'utilità del suo contenuto, davvero esauriente per chi desidera conoscere, venerare, pregare S. Lucia e meditare sulla sua vita: esso contiene infatti una sezione introduttiva con la narrazione degli atti e del martirio della nostra Patrona, cui seguono interessanti proposte quotidiane di preghiera comunitaria per la tredicina in preparazione alla solennità del 13 dicembre, nonché l'ufficiatura delle Ore della festa propria di S. Lucia secondo il breviario regionale siciliano e un'antologia di alcuni testi di inni e canti luciani. Rimarchevole è anche la ricercatezza nella scelta dei brani scritturistici, in particolare evangelici e salmici, sul tema della luce, che arricchiscono molto le tracce per la preghiera della tredicina, rispetto alle coroncine tradizionali.

venerdì 11 gennaio 2013

FESTE DI GENNAIO 2013: oggi la commemorazione del terremoto

Delle 5 giornate di "feste di gennaio" consacrate a S. Lucia, quella di oggi è particolarmente commovente: è infatti la "giornata della memoria" dedicata al terremoto del 1693, disastroso sciame sismico passato alla storia per le enormi conseguenze distruttive che ha provocato in tutta la Sicilia, soprattutto orientale.

Siracusa, secondo una tradizione che da secoli si rinnova ininterrottamente, celebra questa giornata stringendosi attorno alla taumaturga Protettrice che anche in quell'occasione non mancò di manifestare visibilmente il proprio speciale patrocinio sui diletti concittadini: la martire Lucia!

Anche oggi, come per le generazioni dei nostri padri e dei nostri antenati, si ripeterà questo suggestivo rito: alle ore 18.00, in Duomo, verranno celebrati i solenni Vespri e la S. Messa per le vittime di tutti i terremoti e le catastrofi naturali che purtroppo non cessano nel mondo nemmeno ai nostri tempi.

Una curiosità molto bella e di grande interesse per i cultori delle nostre tradizioni: durante la salmodia dei Vespri odierni, è consueto cantare uno dei salmi contenenti il versetto "La terra trema dinanzi al Signore", in cui però la prospettiva dello sgomento della piccolezza umana di fronte alla travolgente potenza della natura viene illuminata dalla speranza e dalla fiducia nella Provvidenza divina che tutto governa per amore degli uomini: il salmo trasfigura, eleva e soprannaturalizza il significato di quelle parole, orientandole al riconoscimento della grandezza infinita di Dio, al cui cospetto il creato trema di sacra riverenza, un Dio che è Padre immensamente buono, la cui mano guida amorevolmente le proprie creature e le sostiene anche nei pur imperscrutabili eventi del Suo disegno sulla storia del mondo. Ebbene, giunti a quel versetto, la salmodia viene interrotta e viene inserita una pausa di silenzio per consentire la personale e comunitaria memoria e preghiera in favore delle vittime dei terremoti, mentre il campanone del Duomo inizia a diffondere all'esterno della basilica i rintocchi funebri, per annunciare alla città che in quel momento dentro il tempio si sta compiendo tale rito, e così consentire anche a chi è rimasto a casa, perché infermo o impedito, di unirsi spiritualmente a questo toccante e intenso momento di preghiera.

giovedì 10 gennaio 2013

FESTE DI GENNAIO 2013: ... aspettando il 2014

Carissimi amici, è da pochi giorni iniziato il nuovo anno 2013, mancano perciò ormai pochi mesi ad una ricorrenza molto importante: il prossimo anno, 2014, saranno trascorsi esattamente 10 anni dall'ultimo anno giubilare luciano, celebrato a Siracusa e in tutto il mondo durante l'intero 2004, in occasione del 17° centenario del martirio di S. Lucia, e in memoria del quale è nato anche il nostro blog.
E' stato un anno giubilare luciano speciale e unico nella storia, perché ha visto realizzato il sogno più grande di tutti i siracusani di un intero millennio: il ritorno del Corpo di S. Lucia nella Sua città, anche se soltanto per pochi giorni - precisamente dal 15 al 22 dicembre -, un evento indimenticabile e indescrivibile per la gioia e l'emozione che ha dato alle decine di migliaia di pellegrini accorsi nella basilica del S. Sepolcro della nostra Patrona.
Nel decennale di questo avvenimento storico di portata eccezionale, la città e la Chiesa di Siracusa non mancheranno di commemorarlo degnamente. Nel nostro piccolo di semplici devoti, a nome di un blog non istituzionale e nato "dal basso", da uno spontaneo gesto di amore verso la grande Martire siracusana, osiamo in queste giornate di solenni celebrazioni luciane lanciare qualche idea per arricchire ulteriormente questa prossima ricorrenza:

1) sarebbe bello che l'Arcidiocesi Metropolitana di Siracusa, anche attraverso l'organismo competente della Deputazione della Cappella, provvedesse alla pubblicazione di un volume che celebri, con l'ausilio di una sufficiente cronaca fotografica, il ricordo di quella storica traslazione delle Sacre Spoglie di S. Lucia da Venezia a Siracusa, includendo una descrizione dettagliata utile a tramandarne la perenne memoria anche alle generazioni future, nonché riportando i testi più significativi che hanno contrassegnato l'evento, in particolare i discorsi di S. E. mons. Giuseppe Costanzo, il Pastore che guidava la nostra Arcidiocesi in quell'anno.

2) un'altra importante lacuna che sarebbe urgente colmare è quella di erigere un sobrio ma soddisfacente piccolo monumento al foro Italico (la "Marina" di Siracusa), foss'anche semplicemente una bella lapide commemorativa decorata con un motivo iconografico luciano (per esempio un bassorilievo riproducente l'effige della Santa), allo scopo di ricordare perennemente con un elemento visibile che quel luogo - salotto dei siracusani e dei visitatori della città - è stato benedetto direttamente dalle venerate Reliquie della Vergine Martire Lucia in quel memorabile pomeriggio del 15 dicembre 2004, tra una folla in tripudio che pregava, cantava, esultava e sventolava fazzoletti bianchi per salutare, accogliere e idealmente abbracciare il ritorno "a casa" della più amata Concittadina.

3) similmente, arricchire la basilica di S. Lucia al Sepolcro, che è stato il luogo protagonista di quell'evento, almeno di una targa-ricordo dello storico passaggio del Corpo della Martire da quella chiesa che è la prima al mondo ad essere stata dedicata a S. Lucia!

4) riqualificare, rivalorizzare, restituire al degno splendore i luoghi del culto luciano nel quartiere S. Lucia (la basilica, il mausoleo del sepolcro, il luogo che ricorda il martirio della Santa nell'attuale via Cuma), affinché diventino davvero quell'area sacra unica al mondo sorta sul luogo benedetto del martirio e del sepolcro della nostra S. Patrona, amata e venerata da un capo all'altro del pianeta.

5) istituire, in collaborazione con un'istituzione accademica, una commissione di studiosi e ricercatori sulle fonti archeologiche, paleografiche, agiografiche e liturgiche, sia greche che latine, riguardanti la vicenda storica della martire siracusana, per intraprendere un serio e poderoso progetto di ricerca sulla vita di S. Lucia, di alto livello e rigore scientifico, in modo da affiancare finalmente alle tradizioni popolari e alle leggende folcloriche le informazioni seriamente documentate sulla nostra patrona.

... è troppo? ... forse è il minimo!
Sarausana jè, viva Santa Lucia!

mercoledì 9 gennaio 2013

FESTE DI GENNAIO 2013: S. Lucia e il Concilio di Trento

Oggi la Diocesi di S. Lucia celebra la Festa della Dedicazione del Duomo di Siracusa, grande evento annuale in cui, ammirando le meraviglie di quel magnifico tempio palpitante di secoli di preghiera, ai piedi dello splendido simulacro-reliquiario argenteo della S. Patrona da oggi solennemente esposto, il popolo di Dio festeggia il vero nuovo e unico tempio del culto autentico in spirito e verità: Gesù Cristo. La Chiesa, comunità universale di tutti i credenti in Lui, essendo il Corpo di quell'Unico Capo, è anch'essa tempio di pietre vive, le cui fondamenta sono costruite sull'insegnamento dei Dodici Apostoli del Signore. E, come ci ricorda anche S. Lucia in una sua celeberrima frase pronunciata durante l'interrogatorio del consolare Pascasio, citando alla lettera la Parola di Dio espressa dall'Apostolo S. Paolo: "Coloro che vivono piamente e castamente sono tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi". In questo anno della fede, in cui la Chiesa ritorna con più vigore che mai alle fonti del proprio magistero, in particolare dell'ultimo Concilio Ecumenico Vaticano II, vi doniamo con gioia la seguente riflessione su un altro grande Concilio della storia, pur sempre inerente la festa odierna in cui ci gloriamo di essere Chiesa di Cristo, e riguardante anche la nostra Protettrice Lucia:

Il grande e famoso Concilio di Trento venne solennemente inaugurato proprio il giorno della festa universale della nostra Santa Lucia, precisamente il 13 dicembre dell'anno 1545.
Dei vescovi siciliani vi furono invitati soltanto due: quello di Palermo e quello di Siracusa, mons. Girolamo Beccadelli Bologna, che si sarebbe distinto per la zelantissima applicazione dei dettami del Concilio Tridentino nella Chiesa Siracusana (ad esempio scrisse il primo Catechimo in lingua italiana, che sarebbe stato adottato in tutta la Sicilia).
Ecco la suggestiva, emozionante e "poetica" narrazione - intrisa di devotissimo amore per la nostra Patrona - di quel glorioso 13 dicembre descritta nel pregevole volume S. Lucia V. M. dal napoletano mons. Gaspare Cinque, pubblicato nel 1963:
Il grande Concilio si aprì il 13 dicembre 1545. L'orologio della torre che il card. Madruzzo aveva fatto collocare nella vecchia residenza vescovile presso la cattedrale sonava la prima ora, corrispondente alle nostre 9.30, quando il fastoso corteo dei vescovi, in piviale rosso, si snodò dalla chiesa della Santissima Trinità dopo il canto della prima strofa del Veni Creator Spiritus.
Il vescovo di Siracusa dovette vedere nei purpurei piviali una felice coincidenza del colore liturgico della Messa dello Spirito Santo con quello della Martire di cui tutta la Chiesa in quel giorno celebrava la solennità liturgica, a Siracusa solennissima.
Nella celebrazione della Messa di quel fatidico giorno tutti i Padri Conciliari dovettero vedere un auspicio augurale di gioia e di letizia e il nome di S. Lucia risuonò come squillo di trionfo. Sul Concilio rifulse la luce di colei che, morendo, aveva vaticinato la vicina pace della Chiesa.

Lucia, santa della luce,
nostra dolce amata Concittadina,
proteggi e accompagna ancora la Chiesa di Cristo,
per la quale hai offerto il tuo ultimo respiro e hai profetizzato la pace!

martedì 8 gennaio 2013

FESTE DI GENNAIO 2013: ecco il programma!

La Deputazione della Cappella di S. Lucia ha reso noto il programma dettagliato delle prossime celebrazioni luciane che si svolgeranno nella Basilica Cattedrale e nella Rettoria di S. Lucia alla Badia. Il calendario di quest'anno è arricchito da importanti novità che degnamente valorizzano queste giornate di così sentite commemorazioni per la storia del rapporto tra la S. Martire e la Sua Città, anche con eventi artistici e culturali di grande interesse: per leggerlo, visitate il sito internet ufficiale della Deputazione (www.santaluciaweb.it), oppure cliccate qui.

Anche il nostro blog vuole onorare il meglio possibile la nostra Patrona durante questi festeggiamenti: per questo abbiamo pensato a una nuovissima rubrica ricca di interessanti servizi, che verranno pubblicati quotidianamente: seguiteci!

Il primo appuntamento per tutti i siracusani - prima di recarsi al lavoro o a scuola - è domani mattina alle ore 7.30, con l'emozionante rito della "svelata" del meraviglioso simulacro-reliquiario argenteo, attraverso la solenne apertura della sua nicchia nella Cappella della Santa in Cattedrale, cui seguirà la celebrazione della S. Messa alle ore 8.00.  Sarausana jè, viva S. Lucia!

sabato 5 gennaio 2013

... dopo l'Epifania, la festa di S. Lucia... continua!

Carissimi "amici di S. Lucia",

come giustamente notò anni fa sul bollettino "Con Lucia a Cristo" il can. Giuseppe Caracciolo, stimatissimo tesoriere emerito della Deputazione della Cappella, la Provvidenza ha voluto una lieta circostanza, che cioè le principali feste che a Siracusa vengono celebrate in onore della Patrona S. Lucia cadono in due tempi molto forti dell'anno liturgico della Chiesa universale: l'Avvento in preparazione al Natale (la festa di dicembre) e il Tempo di Pasqua (la festa di maggio). Così Lucia ci accompagna e ci illumina per vivere insieme a lei e nutriti del suo esempio questi momenti di grazia che ci fanno gustare il Mistero di Cristo, il Mistero della nostra Redenzione, dall'Incarnazione alla Passione e Resurrezione fino all'Ascensione.

Stiamo difatti vivendo il dolce Tempo di Natale, e domani ne celebreremo una solennità importantissima, l'Epifania, e Lucia anche quest'anno ci ha accompagnati e preparàti bene con la sua festa. Il fitto calendario dei festeggiamenti luciani invernali, che a Siracusa ha naturalmente una connotazione unica al mondo, non è ancora concluso: dopo l'ovvia sospensione durante le solenni celebrazioni natalizie, la tradizione plurisecolare tipica siracusana ci propone anche quest'anno ulteriori appuntamenti. Dopo l'Epifania di nostro Signore, la prossima settimana ci saranno ben tre ricorrenze luciane rimarchevoli, solennizzate dall'ostensione delle Sacre Reliquie e del simulacro-reliquiario argenteo della Santa nella Sua Cappella*:

1) mercoledì 9 gennaio: Festa della Dedicazione del Duomo di Siracusa. Dopo gli imponenti lavori di restauro che interessarono il magnifico tempio, la Basilica Cattedrale in Ortigia venne infatti riconsacrata il 9 gennaio 1927, restituita agli antichi splendori con la riscoperta delle vestigia greche antiche che nei secoli erano state nascoste dalle superfetazioni in stucco d'età barocca. Quest'anno, in Cattedrale, si svolgerà in questa solenne giornata anche l'annuale Assemblea Pastorale Diocesana, alla quale tutti i fedeli sono cordialmente invitati: ore 18.00, riflessione sul tema "La testimonianza della comunità" del sac. prof. Nunzio Capizzi, docente di Ecclesiologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l'Istituto Teologico S. Paolo di Catania, cui seguirà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo Metropolita, S. E. mons. Salvatore Pappalardo.

2) venerdì 11 gennaio: Commemorazione del patrocinio di S. Lucia nel terremoto del 1693. E' una celebrazione commovente, tra le più sentite dai veri siracusani, tramandata dai nostri antenati con grande passione. Questo evento sismico è passato alla storia per essere stato devastante per la Sicilia, e in particolare per la Val di Noto. Anche Siracusa, come tutte le città della Sicilia, ebbe bisogno di essere in buona parte ricostruita, e con grande slancio e voglia di vivere fu occasione per la popolazione di far rifiorire l'architettura nel segno di quella meravigliosa cifra stilistica che è il "barocco siciliano" del quale è vero e proprio simbolo la facciata del Duomo siracusano. Ma i siracusani riconobbero con stupore che, miracolosamente, tra tante macerie delle case, poche furono le vittime umane rispetto ai centri urbani viciniori, e attribuirono alla protezione potente della gloriosa Patrona Lucia questo ennesimo segno di predilezione celeste: e, come gesto visibile di riconoscenza, la prima chiesa ad essere ricostruita fu proprio quella di S. Lucia alla Badia, che tra tutti i luoghi di culto luciano a Siracusa è quella specificamente dedicata alla memoria del celeste patrocinio della Martire Siracusana sui propri concittadini, come testimonia l'iconografia e le iscrizioni latine all'interno della chiesa. In questa giornata, la tradizione liturgica siracusana vuole che il popolo si riunisca in Duomo per la solenne celebrazione dei Vespri in suffragio di tutte le vittime di tutti i terremoti di tutti i tempi, al rintocco funebre del campanone della Cattedrale.

3) domenica 13 gennaio: Commemorazione delle traslazioni delle reliquie di S. Lucia. Antica "Festa in traslatione del Corpo di S. Lucia", secondo un uso liturgico orientale e occidentale molto diffuso nei calendari più antichi anche per molti santi patroni di altre città, è una gioiosa "festa delle reliquie" anche oggi, sia in ricordo delle traslazioni storiche del S. Corpo di Lucia, nel 1039 da Siracusa a Costantinopoli e nel 1204 da Costantinopoli a Venezia, ma anche - e soprattutto, per noi siracusani di oggi - in ricordo del più recente e grandioso evento della prima visita delle sacre spoglie di S. Lucia a Siracusa, nel 2004 (XVII Centenario del Martirio). E' la conclusione solenne dei festeggiamenti invernali siracusani - che la tradizione vuole suggellata dal canto del Te Deum -, momento privilegiato anche per la benedizione del cotone posto a contatto con le sacre reliquie, che con vivissima devozione viene ricevuto dai fedeli per portarlo nelle proprie case, soprattutto per farne graditissimo dono ai familiari infermi.


4) domenica 20 gennaio: Peregrinatio Luciae e incontro tra S. Lucia e S. Agata a Catania. Sull'esempio della "nobilissima e cristianissima" S. Lucia, insieme alla madre, la beata Eutichia vedova, che - così come è narrato nella Passio latina e nel Martyrion greco - il 5 febbraio dell'anno 301 volle recarsi in pellegrinaggio al sepolcro della vergine protomartire catanese, i siracusani si recheranno anche quest'anno in pellegrinaggio alla chiesa di S. Agata "la Vetere" a Catania (dov'è custodito quel primo sepolcro), "accompagnando - idealmente - S. Lucia" facendo "incontrare" le reliquie della Martire siracusana con quelle della Patrona della Chiesa etnea, in un gioioso appuntamento di festa ormai tradizionale, al quale partecipano con entusiasmo anche altre delegazioni di devoti di S. Lucia provenienti dalle due comunità parrocchiali luciane di Catania (Fortino e Ognina), nonché da Aci Catena e Belpasso. Alle ore 18.00, S. E. mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica dopo l'ostensione congiunta delle insigni reliquie di S. Agata e S. Lucia, le "dolci sorelle".
Questo è l'ultimo appuntamento di questo stupendo calendario luciano invernale, che così lascia spazio alle festività successive care alla devozione popolare siciliana: la festa di S. Sebastiano e poi la festa di S. Agata.

* il programma dettagliato degli orari dell'ostensione di gennaio non ci è ancora pervenuto; consigliamo di consultare giornalmente il sito internet ufficiale dell'Arcidiocesi di Siracusa e della Deputazione della Cappella di S. Lucia, per essere tempestivamente aggiornati.

martedì 1 gennaio 2013

PAROLA DI VITA - GENNAIO 2013

Carissimi amici, buon anno nuovo! Nel formularVi auguri di santità e di vera felicità in Cristo, Vi doniamo la condivisione di un buon proposito per l'anno che oggi inizia: cercare, ogni giorno, per tutto l'anno (e per tutta la vita!), di comprendere e compiere la volontà di Dio. Ma qual è la volontà di Dio? Cosa Lui vuole da noi? Ecco, nella Sua Parola, contenuta nella Sacra Scrittura, la risposta, uno stupendo programma di vita che con slancio ed entusiasmo possiamo adottare per partire splendidamente a vivere questo nuovo anno:

«Andate dunque e imparate che cosa significhi:
misericordia io voglio e non sacrifi­cio» (Mt 9,13)

«… misericordia io voglio e non sacrificio».
Ricordi quando Gesù ha detto queste parole?
Mentre era seduto a mensa, alcuni pubblicani e peccatori s’erano messi a tavola con lui. Accortisi di questo, i farisei avevano detto ai suoi discepoli: «Perché il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». E Gesù, sentite queste parole, aveva risposto:
«Andate dunque e imparate che cosa significhi: misericordia io voglio e non sacrifi­cio».
Gesù cita qui una frase del profeta Osea e questo fatto dimostra che a Gesù piace il concetto lì contenuto: è infatti la norma secondo la quale Egli stesso si comporta. Essa espri­me il primato dell’amore su qualsiasi altro comandamento, su qualsiasi altra regola o precetto.
È questa la novità del cristianesimo. Gesù è venuto a dire che Dio vuole da te, nei con­fronti degli altri uomini, prima di tutto l’amore e che questa volontà di Dio era già stata an­nunciata nelle Scritture come lo dimostrano le parole del profeta Osea.
L’amore è per ogni cristiano il programma della sua vita, la legge fondamentale del suo agire, il criterio del suo muoversi.
Sempre l’amore deve prendere il sopravvento sulle altre leggi. Anzi: l’amore per gli altri deve essere per il cristiano la solida base su cui può legittimamente attuare ogni altra norma.
«… misericordia io voglio e non sacrificio».
Gesù vuole amore e la misericordia è una sua espressione.
Ed Egli vuole che il cristiano viva così anzitutto perché Dio è così.
Per Gesù, Dio è prima di tutto il Misericordioso, il Padre che ama tutti, che fa sorgere il sole e fa piovere sopra i buoni e i cattivi.
Gesù, perché ama tutti, non teme di stare con i peccatori e in questo modo ci rivela chi è Dio.
Se Dio, dunque, è così, se Gesù è tale, anche tu devi nutrire identici sentimenti.
«… misericordia io voglio e non sacrificio».
«… e non sacrificio».
Se non hai l’amore per il fratello, a Gesù non piace il tuo culto. Non gli interessa la tua preghiera, l’assistenza alla Messa, le offerte, che puoi fare, se tutto ciò non fiorisce dal tuo cuore in pace con tutti, ricco di amore verso tutti.
Ricordi quelle sue parole tanto incisive del discorso della montagna? «Se dunque pre­senti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono».
Esse ti dicono che il culto che più piace a Dio è l’amore del prossimo, che va messo alla base anche del culto verso Dio.
Se tu volessi fare un dono a tuo padre mentre sei in collera con tuo fratello (o tuo fra­tello con te) che ti direbbe tuo padre? «Mettiti in pace e poi vieni pure a offrirmi ciò che desi­deri».
Ma c’è di più. L’amore non è solo la base del vivere cristiano. Esso è anche la via più di­retta, per stare in comunione con Dio. Lo dicono i santi, lo sperimentano i cristiani che vivono la loro fede: se aiutano i propri fratelli, soprattutto i bisognosi, cresce in loro la devozione, l’unione con Dio si fa più forte, avvertono che esiste un legame fra loro e il Signore: ed è ciò che dà più gioia alla loro vita.
«… misericordia io voglio e non sacrificio».
Come vivrai allora questa nuova Parola di Vita?
Non porre discriminazioni fra gli uomini che hanno contatto con te, non emarginare nessuno, ma a tutti offri quanto puoi dare, imitando Dio Padre. Aggiusta piccoli o grandi screzi che dispiacciono al Cielo e t’amareggiano la vita, non lasciare tramontare il sole – come dice la Scrittura – sulla tua ira, verso chiunque.
Se ti comporterai così, tutto ciò che farai sarà gradito a Dio e rimarrà nell’eternità. Sia che tu lavori o riposi, sia che tu giochi, o studi, sia che tu stia con i tuoi figli, o che tu porti la tua signora a spasso, sia che tu preghi, o ti sacrifichi, o adempi quelle pratiche religiose che convengono alla tua vocazione cristiana, tutto, tutto sarà materia prima per il Regno dei Cieli.
Il Paradiso è una casa che si costruisce di qua e si abita di là. E si costruisce con l’amore.

Chiara Lubich