Nel tepore di questo frizzante clima di festa che avvolge magicamente la nostra meravigliosa città nel nome di Santa Lucia, pubblichiamo la buona sintesi della celebrazione luciana della scorsa domenica apparsa sul quotidiano "La Sicilia" di ieri lunedì 3 maggio, a firma di Massimiliano Torneo: soprattutto per evidenziare e apprezzare l'attivo coinvolgimento di tutta la cittadinanza e in particolare dei giovani (gli studenti e le studentesse delle scuole siracusane) in onore della loro Coetanea Protettrice, nella preparazione del corteo storico per la rievocazione del prodigio del 1646 che ha attraversato le strade principali tra la borgata di Santa Lucia e l'isola di Ortigia, tradizionali estremi dei festeggiamenti esterni in onore della Patrona:
Santa Lucia delle Quaglie. Un bagno di folla per la Patrona e una città entusiasta. Il messaggio di mons. Pappalardo
Il miracolo si è ripetuto ieri
Il miracolo si è ripetuto ieri
SIRACUSA - Una giornata aperta dal corteo storico, rappresentazione del miracolo del 1646: a piedi, in abiti d'epoca, dallo sbarcadero a piazza Duomo, con appendice marinara, darsena-porto Grande-Ponte Umbertino. E alle 12,30 il cuore della festa: uscita del simulacro della santa Patrona dalla cattedrale, processione in una piazza Duomo gremita di fedeli, discorso del vescovo, lancio delle quaglie, ingresso a santa Lucia alla Badia.
È stata questa, ieri mattina, la festa del Patrocinio, santa Lucia di maggio. La festa che ricorda il miracolo del grano che pose fine alla carestia del 1646. Poco più di mezz'ora di ritardo sul tradizionale programma (questo l'unico appunto), e il simulacro della Patrona ha fatto capolino sul sagrato.
Quanto fosse trepidante l'attesa, lo ha sancito il boato che alle12,35 ha salutato la santa sul portone della cattedrale. Poi uno stop: cavalli, carrozza e manovre in una piazza gremita, e alle 12,40 altro boato. Stavolta ancora più forte, più festoso: applausi, banda musicale, campane. Festa.
Sul sagrato, sotto l'ambito peso del simulacro, ecco i berretti verdi. La patrona è uscita dalla cattedrale per la 364esima edizione della festa di santa Lucia delle quaglie. A questo punto l'arcivescovo, Salvatore Pappalardo, ha dato vita al suo discorso. Attenzione alla crisi economica e ai suoi risvolti esistenziali: «Bisogna avere speranza. Con realistica fiducia supereremo questa crisi. Approfittiamone per riscoprire antichi valori, la fede e forme nuove d'impegno».
Per monsignor Pappalardo la crisi economica dev'essere «occasione di discernimento e di nuova progettualità. Di responsabilità e di partecipazione a valori condivisi come amore e pace. Chiediamo, oggi, che l'intercessione di santa Lucia ci sostenga per realizzare questo progetto».
La festa, per le strade, dalla Borgata a Ortigia, era cominciata già alle 9,30. Dallo sbarcadero s'era mosso il corteo di sbandieratori e figuranti in abiti d'epoca, disegnati e realizzati dagli studenti del corso Stilismo e Moda dell'Itas, Giovanna di Savoia. I ragazzi del Nautico, con un corteo via mare sulle tradizionali barche siracusane (i buzzetti), hanno dato vita alla rappresentazione di quanto accadde 364 anni fa: caricando di grano e legumi le barche e scaricando il carico al ponte Umbertino. Da qui è ripartito il corteo a piedi.
Sotto l'organizzazione dell'associazione Gozzo di Marika, hanno partecipato a questa rappresentazione: le scuole della città, cavalieri e dame della società ippica siracusana, i vigili urbani, i carabinieri a cavallo. Un mosaico sempre più colorato che ha entusiasmato siracusani e turisti che, dai bordi della strada hanno assistito, fotografato, applaudito.
Domenica prossima si replica: la processione s'inizierà alle 19 e come tradizione percorrerà le vie d'Ortigia per rientrare in cattedrale alle 21,30.
È stata questa, ieri mattina, la festa del Patrocinio, santa Lucia di maggio. La festa che ricorda il miracolo del grano che pose fine alla carestia del 1646. Poco più di mezz'ora di ritardo sul tradizionale programma (questo l'unico appunto), e il simulacro della Patrona ha fatto capolino sul sagrato.
Quanto fosse trepidante l'attesa, lo ha sancito il boato che alle
Sul sagrato, sotto l'ambito peso del simulacro, ecco i berretti verdi. La patrona è uscita dalla cattedrale per la 364esima edizione della festa di santa Lucia delle quaglie. A questo punto l'arcivescovo, Salvatore Pappalardo, ha dato vita al suo discorso. Attenzione alla crisi economica e ai suoi risvolti esistenziali: «Bisogna avere speranza. Con realistica fiducia supereremo questa crisi. Approfittiamone per riscoprire antichi valori, la fede e forme nuove d'impegno».
Per monsignor Pappalardo la crisi economica dev'essere «occasione di discernimento e di nuova progettualità. Di responsabilità e di partecipazione a valori condivisi come amore e pace. Chiediamo, oggi, che l'intercessione di santa Lucia ci sostenga per realizzare questo progetto».
La festa, per le strade, dalla Borgata a Ortigia, era cominciata già alle 9,30. Dallo sbarcadero s'era mosso il corteo di sbandieratori e figuranti in abiti d'epoca, disegnati e realizzati dagli studenti del corso Stilismo e Moda dell'Itas, Giovanna di Savoia. I ragazzi del Nautico, con un corteo via mare sulle tradizionali barche siracusane (i buzzetti), hanno dato vita alla rappresentazione di quanto accadde 364 anni fa: caricando di grano e legumi le barche e scaricando il carico al ponte Umbertino. Da qui è ripartito il corteo a piedi.
Sotto l'organizzazione dell'associazione Gozzo di Marika, hanno partecipato a questa rappresentazione: le scuole della città, cavalieri e dame della società ippica siracusana, i vigili urbani, i carabinieri a cavallo. Un mosaico sempre più colorato che ha entusiasmato siracusani e turisti che, dai bordi della strada hanno assistito, fotografato, applaudito.
Domenica prossima si replica: la processione s'inizierà alle 19 e come tradizione percorrerà le vie d'Ortigia per rientrare in cattedrale alle 21,30.
Massimiliano Torneo
Nessun commento:
Posta un commento