Fin dai primi secoli del cristianesimo, la Chiesa ha solennizzato le feste liturgiche più importanti (del Signore, degli Apostoli, ecc.) protraendone la celebrazione per un’intera settimana, istituendo cioè la cosiddetta ‘ottava’. Ancora oggi, perlomeno in Sicilia, vige la tradizione di celebrare l’ottava delle feste patronali. A Siracusa, in occasione della festa di Santa Lucia, tale tradizione ha sempre assunto un’importanza di gran lunga superiore rispetto alle altre città, poiché qui l’ottavario coincide con l’unico periodo dell’anno in cui il prezioso simulacro-reliquiario della patrona sosta nella suggestiva basilica sorta sul luogo del suo martirio e accanto al luogo del suo sepolcro, un luogo al quale tutti i siracusani sono infinitamente legati dal punto di vista affettivo e devozionale. Quindi, l’ottavario luciano di Siracusa è il vero culmine di tutti i festeggiamenti, prova ne è l’intensa partecipazione popolare ai riti dell’intera settimana, nel corso della quale non si interrompe mai il clima festoso e solenne. Il giorno dell’ottava, poi, cioè il 20 dicembre, non è inferiore per importanza alla solennità del 13, anzi è arricchito di manifestazioni sue proprie: la partecipazione della delegazione svedese con “Lucia di Svezia” e le sue damigelle e la partecipazione dei Vigili del Fuoco alla solenne concelebrazione mattutina presieduta dall’arcivescovo, la lunga e partecipata processione delle reliquie e del simulacro dalla basilica al duomo con le attese e sentite soste al santuario della Madonna delle Lacrime e all’ospedale della città, con l’ornamentazione dei cosiddetti cilia (grossi e pesanti ceri processionali) a base di composizioni di agrumi, con il voto dei Vigili del Fuoco, i quali portano a spalla il simulacro per un lungo tratto del percorso come segno di gratitudine a Lucia per la protezione assicurata loro durante i soccorsi per i terremotati del 13 dicembre 1990.
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