giovedì 20 dicembre 2007

"Infra Octavam" - La festa che piace a Lucia …

… ci è parso di poter intitolare così il resoconto della bellissima veglia di preghiera cittadina svoltasi l’ultima sera dell’ottavario nella basilica di Santa Lucia a Siracusa. Un’ora e mezza di spiritualità, durante la quale i devoti che hanno occupato tutti i banchi della basilica, in religioso silenzio e con grande compostezza, hanno partecipato degnamente ai canti, alle preghiere, alle lunghe pause di meditazione silenziosa. Tutto il popolo di Dio era equamente rappresentato: i bambini, le famiglie, i giovani (tra loro anche coppie di fidanzati che stanno preparandosi al sacramento del matrimonio ed il gruppo della gioventù francescana che ha animato la veglia con il canto), i religiosi (la comunità di frati minori cui è affidata la cura della basilica luciana e la custodia del sepolcro della martire), i portatori del simulacro. E’ stata una veglia semplice ma molto intensa, che ha posto l’attenzione su Gesù e su Lucia: all’inizio la processione per l’ingresso del Vangelo, il rito penitenziale, il suggestivo rito del fuoco nel quale sono stati bruciati i circa 700 biglietti lasciati davanti all’altare durante l’ottavario dai devoti che hanno voluto scrivere un messaggio ‘segreto’ alla patrona, la solenne esposizione eucaristica e l’adorazione, l’ascolto della Parola di Dio (una lettura dall’Apocalisse, un salmo, una pericope del vangelo di Marco) sul tema del martirio, la proclamazione del passo finale del martirio di Santa Lucia secondo gli atti greci, le invocazioni per tutta la Chiesa e tutta l’umanità concluse con la preghiera del Padre nostro, il canto del Tantum ergo e la benedizione eucaristica, poi l’inno Benedetta sei Tu in onore di Santa Lucia (l’inno del XVII centenario del suo martirio), infine il festoso grido Sarausana jè, viva Santa Lucia! seguito dall’applauso dei presenti rivolto all’amata patrona, unico piccolo momento di folclore in una serata interamente dedicata alla preghiera attorno alla vergine e martire Lucia, senza distanze tra clero e popolo, che anzi ha riempito pure i banchi intorno all’altare sul presbiterio, all’ombra dell’imponente simulacro argenteo della Santa.

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