Carissimi amici, tutti sanno che oggi è il primo giorno del Tempo di Quaresima, periodo liturgico annuale della durata di 40 giorni (a ricordo del digiuno di Gesù nel deserto) in preparazione al Triduo Pasquale, centro di tutto l'anno, nel quale si celebrerà solennemente il memoriale della Passione, Morte e Resurrezione del Signore, sommo mistero della nostra Fede, la Fede della Chiesa di Cristo.
La Quaresima è tempo di gioia, di conversione e di penitenza.
Sì, innanzitutto di gioia: la gioia, la tipica gioia cristiana, che poi è l'unica vera gioia umana, fondata sulla certezza della Resurrezione di Gesù e sulla speranza della vita eterna, deve contraddistinguere ogni atto di rinuncia, pietà e solidarietà che potremo compiere in questo periodo. Solo così, come ribadisce inequivocabilmente la Parola di Dio, elemosine, digiuni, preghiere e ogni altro genere di gesto penitenziale potranno essere efficaci e graditi a Dio.
Di conversione: è il primo grande significato della parola greca metanoia che noi traduciamo anche come "penitenza". Ma prima di tutto, ciascuno di noi è chiamato a convertirsi, cioè credere (cioè vivere) il Vangelo. "Convertitevi e credete al Vangelo" ci verrà personalmente ricordato da Gesù stesso nel significativo rito odierno dell'imposizione delle ceneri, d'elevato sapore storico in quanto simbolica rievocazione di un'antichissima usanza testimoniata dalla Sacra Scrittura. E Dio in persona, per bocca del profeta Isaia, mette in chiaro che è in primo luogo la carità nei confronti di ogni uomo, a partire dal più bisognoso, il segno della conversione che Lui si attende da noi.
Infine, di penitenza: secondo significato di metanoia e strettamente correlato al primo (senza il quale essa diverrebbe inutile e vanagloriosa esibizione di masochismo o fachirismo). Sì, anche la penitenza fatta di simboli concreti: l'elemosina, il digiuno, l'astinenza, i "fioretti", la mortificazione, la rinuncia. Perché possiamo riscoprire la bellezza dell'intera donazione della nostra anima a Dio solo, mirando solo a Lui e solo in Lui trovando la nostra piena felicità. Perché ci liberiamo dalla dipendenza dai nostri bisogni materiali, tornando alla sobrietà e all'essenzialità. Quanto poi sarà rinuncia per noi, potrà divenire donazione agli altri. Senza farne motivo di vanto alcuno, ma con generosità nei confronti di Dio, che è sempre generoso con noi, e per puro amore verso di Lui, che sempre ci dimostra il Suo immenso amore per noi.
Quindi penitenza e conversione, ricordandoci che anche etimologicamente penitenza è conversione. Con gioia.
La Quaresima è tempo di gioia, di conversione e di penitenza.
Sì, innanzitutto di gioia: la gioia, la tipica gioia cristiana, che poi è l'unica vera gioia umana, fondata sulla certezza della Resurrezione di Gesù e sulla speranza della vita eterna, deve contraddistinguere ogni atto di rinuncia, pietà e solidarietà che potremo compiere in questo periodo. Solo così, come ribadisce inequivocabilmente la Parola di Dio, elemosine, digiuni, preghiere e ogni altro genere di gesto penitenziale potranno essere efficaci e graditi a Dio.
Di conversione: è il primo grande significato della parola greca metanoia che noi traduciamo anche come "penitenza". Ma prima di tutto, ciascuno di noi è chiamato a convertirsi, cioè credere (cioè vivere) il Vangelo. "Convertitevi e credete al Vangelo" ci verrà personalmente ricordato da Gesù stesso nel significativo rito odierno dell'imposizione delle ceneri, d'elevato sapore storico in quanto simbolica rievocazione di un'antichissima usanza testimoniata dalla Sacra Scrittura. E Dio in persona, per bocca del profeta Isaia, mette in chiaro che è in primo luogo la carità nei confronti di ogni uomo, a partire dal più bisognoso, il segno della conversione che Lui si attende da noi.
Infine, di penitenza: secondo significato di metanoia e strettamente correlato al primo (senza il quale essa diverrebbe inutile e vanagloriosa esibizione di masochismo o fachirismo). Sì, anche la penitenza fatta di simboli concreti: l'elemosina, il digiuno, l'astinenza, i "fioretti", la mortificazione, la rinuncia. Perché possiamo riscoprire la bellezza dell'intera donazione della nostra anima a Dio solo, mirando solo a Lui e solo in Lui trovando la nostra piena felicità. Perché ci liberiamo dalla dipendenza dai nostri bisogni materiali, tornando alla sobrietà e all'essenzialità. Quanto poi sarà rinuncia per noi, potrà divenire donazione agli altri. Senza farne motivo di vanto alcuno, ma con generosità nei confronti di Dio, che è sempre generoso con noi, e per puro amore verso di Lui, che sempre ci dimostra il Suo immenso amore per noi.
Quindi penitenza e conversione, ricordandoci che anche etimologicamente penitenza è conversione. Con gioia.
Buona Quaresima a tutti!
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