Benvenuti nel 1° blog dedicato a S. LUCIA VERGINE E MARTIRE (Siracusa, fine III sec. - 13 dicembre 304). Realizzato dai devoti siracusani, in ricordo della storica VISITA DEL CORPO DI S. LUCIA A SIRACUSA (15-22 dicembre 2004, nel 17° Centenario del Martirio). Email redazione: amicisantalucia@yahoo.it. VIVA S. LUCIA!
lunedì 5 settembre 2005
LA VITA DI SANTA LUCIA - III parte: il martirio
Ed eccoci al racconto del martirio di Lucia: dal verbale dell’interrogatorio emerge una luce intensissima, perché ogni espressione della fanciulla siracusana ricalca passi della Sacra Scrittura, che ella aveva meditato giorno e notte nel corso della sua breve vita terrena. Lucia fu arrestata e condotta al cospetto del prefetto Pascasio, il quale le ordinò di sacrificare agli dèi pagani. Gli editti imperiali emanati all’inizio della nuova persecuzione prescrivevano infatti una condanna per chiunque si rifiutasse di sacrificare agli dèi. Ma Lucia, decisa a testimoniare la sua fede in Cristo contro ogni minaccia, rispose: “Sacrificio puro presso Dio è visitare le vedove, gli orfani, i pellegrini, gli afflitti e i bisognosi; da tre anni offro questo sacrificio erogando tutto il mio patrimonio, e poiché ora non mi è rimasto più nulla da offrire, offro me stessa come ostia vivente a Dio, ed Egli faccia della mia vita ciò che più Gli piace”. Pascasio: “Racconta queste sciocchezze agli stolti come te, non a me che devo eseguire gli ordini degli imperatori”. Lucia: “Tu osservi i decreti degli imperatori e io osservo la legge del mio Dio, tu temi i loro ordini e io temo il mio Dio, tu vuoi piacere loro e io al mio Dio, tu non vuoi disobbedire loro e come potrei io disobbedire al mio Dio? Fa’ dunque il tuo dovere, ma anch’io farò come credo”. Pascasio, confuso dalla fermezza e sapienza di quelle parole, cambiò argomento inventando una calunnia: “Tu hai dissipato le tue ricchezze con crapuloni e uomini dissoluti”. Lucia: “Io ho riposto al sicuro i miei beni e il mio corpo non ha conosciuto l’impurità”. Pascasio: “Tu sei la dissolutezza in persona”. Lucia: “I dissoluti siete voi, dei quali l’Apostolo dice: «Corrompete le anime degli uomini per apostatare dal Dio vivente e servire al diavolo e ai suoi angeli che sono in perdizione; anteponete la caduca voluttà ai beni eterni rinunciando alla beatitudine eterna»”. Pascasio: “Queste parole cesseranno quando inizieranno i tormenti”. Lucia: “Le Parole di Dio non cesseranno mai”. Pascasio: “Tu dunque sei Dio?”. Lucia: “Io sono una serva del Dio Eterno, il Quale ha detto: «Quando sarete condotti dinanzi ai re ed ai prìncipi, non preoccupatevi di cosa dire poiché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito Santo che abita in voi»”. Pascasio: “In te dunque c’è questo Spirito Santo?”. Lucia: “L’Apostolo dice: «Coloro che vivono castamente e piamente sono tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi»”. Pascasio: “Allora ti farò condurre in un luogo dove sarai costretta a vivere nel disonore, così lo Spirito Santo fuggirà da te”. Lucia: “Il corpo non viene contaminato se non col consenso della volontà: anche se tu mettessi l’incenso nelle mie mani per sacrificare agli dèi, Dio conosce la mia vera intenzione, poiché egli scruta le coscienze ed aborrisce dal violentatore della purezza come da un ladro o da un assassino; e se tu comandi che io subisca violenza contro la mia volontà, la mia castità meriterà una doppia corona”. Pascasio: “Se non obbedisci alle leggi degli imperatori subirai crudelissime torture”. Lucia: “Tu non potrai mai costringermi a compiere un peccato. Ecco, sono pronta ad ogni tortura: perché indugi? Inizia a fare ciò che vuole il diavolo tuo padre”. Pascasio, adiratosi, comandò ai tenutari dei postriboli di prenderla e metterla alla vergogna della plebe, per essere violentata e poi morire nel disonore. Ma a questo punto avvenne un vero prodigio: lo Spirito Santo, per proteggere la Sua purissima fanciulla, la rese immobile come una colonna, tanto che nessuno, né spingendola né trascinandola riusciva minimamente a muoverla. Vi si sforzarono molti soldati, ma le cadevano intorno sfiniti dallo sforzo. Le legarono mani e piedi e provarono a tirarla tutti insieme, ma la vergine di Cristo rimaneva immobile. Pascasio allora pensò che Lucia fosse una strega, perciò la fece cospargere di urina e convocò i maghi per contrastare il suo presunto incantesimo, ma niente poteva far muovere la martire. Furono persino aggiogate molte paia di buoi per trascinarla, ma lo Spirito Santo manteneva la piccola vergine immobile: e come avrebbero potuto vincere i peccatori? Pascasio, sbalordito, disse a Lucia: “Lucia, quali sono le tue arti magiche?”. Lucia: “Queste non sono arti magiche, ma è la potenza di Dio”. Pascasio, come non avesse sentito, continuò: “Com’è possibile, che tu, una ragazza, non sei stata smossa da mille che ti tiravano a forza?”. Lucia: “Anche se ne aggiungessi altre migliaia, si avvererebbe in me la Parola di Dio: «Cadranno mille alla tua sinistra e diecimila alla tua destra, ma nessuno potrà accostarsi a te»”. Pascasio si struggeva per trovare un supplizio che la facesse morire. Lucia lo vide, e forse, pensando alle parole di Gesù, ebbe compassione del suo persecutore. Per questo gli disse: “Misero Pascasio, perché ti affliggi? Perché impallidisci? Perché ti struggi nei pensieri? Hai avuto la prova che io sono tempio di Dio: credi anche tu in lui”. Ma Pascasio, udendo quelle parole, divenne ancora più furibondo, e quindi comandò che fossero gettati intorno a Lucia pece, resina, olio bollente e legna, e che fosse acceso un gran fuoco per consumarla e ucciderla, tanto era offeso dall’umiliazione pubblica subìta. Ma, miracolosamente, le fiamme non sfiorarono nemmeno la vergine, che rimase del tutto illesa. Quindi Lucia si rivolse a Pascasio con queste parole: “Ho pregato il Signore Gesù Cristo affinché questo fuoco non mi molestasse e ho chiesto di differire la mia morte per dare ai credenti il coraggio del martirio ed ai non credenti l’accecamento del loro orgoglio”. Gli amici di Pascasio, vedendo che gli parlava così, decisero di farla tacere colpendola in gola con la spada: secondo gli atti greci Lucia fu decapitata, secondo gli atti latini subì la iugulazione, cioè le fu conficcato in gola un pugnale. Ma prima di morire e raggiungere il tanto atteso abbraccio con lo Sposo Celeste, Lucia s’inginocchiò e rivolse a Dio una segreta preghiera; forse le fu possibile anche ricevere la Santa Comunione, e poi si rivolse alla folla dei presenti proclamando questa profezia di pace: “Ecco, io vi annuncio che sarà data pace alla Chiesa di Dio. Diocleziano e Massimiano decadranno dall’impero. E come la città dei catanesi ha in venerazione Sant’Agata, così voi onorerete me per grazia del Signore nostro Gesù Cristo, osservando di cuore i suoi comandamenti”. Detto questo, spirò. Era il 13 dicembre 304. Poco dopo, la sua profezia di pace si sarebbe pienamente avverata con la fine delle persecuzioni dell’impero romano. Nello stesso luogo di Siracusa dove avvenne il suo glorioso e luminoso martirio, ricevette degna sepoltura e le fu dedicato un santuario, presso il quale da allora fino ad oggi i suoi devoti accorrono incessantemente per pregare ed ottengono da Dio grazie e guarigioni dalle malattie per intercessione di Santa Lucia.
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2 commenti:
e la vicenda degli occhi? non le furono cavati?
Caro Andrea, grazie per averci scritto e benvenuto sul nostro blog! Ci fa piacere che la lettura degli Atti di S. Lucia abbia destato in te interesse e desiderio di approfondire! Quanto hai letto in questo thread è appunto la trattazione sincera degli Atti greci e latini di S. Lucia, l'unico resoconto attendibile del Suo martirio. Le altre tradizioni, orali o scritte, che si discostano da questi Atti, sono leggende, episodi di fantasia inventati in epoca tarda, quale ad esempio il racconto di un presunto accecamento di Lucia, che tu citi. E' una leggenda che ha avuto tuttavia molta fortuna e che ancora crea confusione in molti, che la confondono con il martirio storico di Lucia, che è avvenuto invece per colpo di spada nella gola: gli Atti latini poi sostengono che tale supplizio sia stato eseguito precisamente secondo la iugulatio, cioè il taglio della giugulare appunto per immersione di spada nel collo, mentre gli Atti greci divergono parzialmente perché sostengono la totale decapitazione. Era la condanna a morte riservata ai nobili, appunto come la nostra nobilissima vergine siracusana Santa Lucia.
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