Il simulacro-reliquiario siracusano di S. Lucia,
L'ostensione del simulacro-reliquiario di S. Lucia,
meravigliosa opera d'arte siciliana della fine del Cinquecento
(fotografia amatoriale scattata da un devoto)
Mentre Siracusa tutta è in gran fermento e in grande festa perché è in corso la settimana più festosa e magica dell'anno, il grande ottavario nella basilica di S. Lucia, riprendiamo volentieri la serie delle nostre tradizionali rubriche dedicate ai festeggiamenti luciani siracusani, che fungono soprattutto da "cassa di risonanza" della festa per tutti coloro che, pur lontani da Siracusa, desiderano assaporare il suo clima speciale attraverso il web.
Prendendo spunto dal contributo di un anonimo devoto siracusano che ha lasciato un commento nel post precedente, pensando che l'argomento possa interessare molti di voi, ampliamo qui la risposta a quel commento.
L'ostensione del simulacro-reliquiario di S. Lucia,
pia pratica tipicamente siracusana
La sapienza dei devoti nostri antenati e la felice organizzazione del calendario liturgico della Chiesa hanno favorito l'affermarsi del programma storico della festa di S. Lucia a Siracusa. Difatti, secondo un'antica e ininterrotta tradizione, il prezioso simulacro-reliquiario argenteo della Patrona - devotamente custodito nella Sua Cappella in Cattedrale - viene "svelato" alla pubblica venerazione con l'inizio del triduo di preparazione alla solennità del 13 dicembre, e cioè la mattina del 9 dicembre di ogni anno, a partire dalla quale seguono tre intere giornate di ostensione delle reliquie e del simulacro, con la predicazione del triduo e le celebrazioni sul tema della carità e della solidarietà cristiana. Ma un momento molto suggestivo, che precede la "svelata" del simulacro di S. Lucia, avviene già la sera prima, e cioè l'8 dicembre, solennità dell'Immacolata Concezione della B. V. Maria: la sentita e partecipatissima processione cittadina dello splendido simulacro dell'Immacolata, partendo dalla Sua chiesa di via Maestranze, raggiunge infatti la piazza del Duomo, dove l'effige della martire siracusana è ancora nascosta, per un ideale "incontro" tra Maria e Lucia, tra il festoso scampanio della Cattedrale e i luminosi fuochi d'artificio. Simbolicamente, questo emozionante momento di pietà popolare rappresenta la Madre, Maria Santissima, che si reca a bussare alla "cameretta" per "svegliare" la vergine fanciulla, Santa Lucia, e "prepararsi" alla solenne ostensione programmata per la mattina del giorno successivo, cioè poche ore dopo.
Terminato il triduo, la mattina della vigilia di S. Lucia, il 12 dicembre, il simulacro viene nuovamente esposto in Cappella in concomitanza con l'apertura della Cattedrale, cioè alle ore 7.30, per consentirne la venerazione anche ai fedeli che partecipano alla S. Messa mattutina, che viene celebrata alle ore 8.00. Ma poiché la giornata liturgica di tutte le solennità cristiane inizia propriamente con il pomeriggio della vigilia (secondo l'antico computo ebraico delle ore del giorno, che parte dal tramonto, sulla base del racconto biblico della creazione, che affermando "E fu sera e fu mattina" dà precedenza cronologica alla serata), la devota traslazione sull'altare maggiore - svolta sempre alla presenza di una folla immensa e tra gli accorati "evviva" dei devoti - inizia soltanto alle ore 11.30, per far sì che alle 12.00 in punto (cioè allo scoccare della seconda parte del giorno e quindi vero inizio della solennità) il simulacro sia già intronizzato per le solenni celebrazioni serali (i Primi Vespri Pontificali della Solennità di S. Lucia).
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