Benvenuti nel 1° blog dedicato a S. LUCIA VERGINE E MARTIRE (Siracusa, fine III sec. - 13 dicembre 304). Realizzato dai devoti siracusani, in ricordo della storica VISITA DEL CORPO DI S. LUCIA A SIRACUSA (15-22 dicembre 2004, nel 17° Centenario del Martirio). Email redazione: amicisantalucia@yahoo.it. VIVA S. LUCIA!
domenica 27 dicembre 2009
DOMANI TRADIZIONALE COMMEMORAZIONE TERREMOTO 1908
giovedì 24 dicembre 2009
CRISTO E' NATO PER NOI: VENITE, ADORIAMO
Celebriamo il Santo Natale del Signore nell’attesa della Sua seconda venuta!
Gloria a Dio! Pace agli uomini! Auguri a tutti voi!
I Profeti e la Chiesa cantano unanimi il felicissimo annunzio:
“Ritornerà il nostro Dio e avrà ancora pietà di noi. Calpesterà le nostre colpe e getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati” - “Dio è la mia salvezza; io confiderò, non avrò mai timore, perché mia forza e mio canto è il Signore”
Dopo aver udito un così lieto annunzio, non dovremo mai più perdere la gioia, la speranza e la pace!
Buon Natale!
martedì 22 dicembre 2009
Cinque anni fa il Corpo di S. Lucia ripartiva da Siracusa
Torna, Lucia:
omnis plebs Te expectat!
martedì 15 dicembre 2009
5° ANNIVERSARIO DEL RITORNO DEL CORPO DI S. LUCIA A SIRACUSA
lunedì 14 dicembre 2009
INFRA OCTAVAM 2009: S. Lucia di Siracusa, festa unica al mondo
L'ostensione del simulacro-reliquiario di S. Lucia,
domenica 13 dicembre 2009
LA PREGHIERA DEL MESE - DICEMBRE 2009 "SPECIALE FESTA DI S. LUCIA"
CIELO E TERRA FESTEGGIANO IL "DIES NATALIS" DI SANTA LUCIA
Auguri di una felicissima festa di Santa Lucia a tutti!
sabato 12 dicembre 2009
IL GRANDE GIORNO E' ARRIVATO: VIVA SANTA LUCIA!!!
giovedì 10 dicembre 2009
FESTA DI S. LUCIA 2009 - UNA NOVITA' DA SIRACUSA AL MONDO
mercoledì 9 dicembre 2009
Un nuovo atto d'amore dei Siracusani per Lucia
domenica 6 dicembre 2009
Una festa unica al mondo: le novità dell'edizione 2009
venerdì 4 dicembre 2009
Tredicina di S. Lucia 2009
martedì 1 dicembre 2009
La festa di S. Lucia a Siracusa
S. Lucia è siracusana e prima di morire aveva profetizzato ai suoi concittadini che erano presenti al martirio: “E come i catanesi hanno in venerazione la beata Agata, così anche voi onorerete me per grazia del Signore nostro Gesù Cristo, osservando di cuore i Suoi comandamenti”. Queste sono le ultime parole di Lucia, il suo testamento spirituale, il messaggio d’amore ai suoi diletti concittadini, sigillo di un vincolo fortissimo e duraturo. La profezia si avverò subito: i siracusani scelsero proprio Lucia, tra i numerosi martiri che nella nostra città testimoniarono fino alla morte eroica la loro fede cristiana sin dai primissimi secoli, come loro principale modello di cristianesimo autentico e come protettrice e patrona. Il famoso epitafio di Euskia, iscrizione funebre in greco scoperta dall’archeologo Paolo Orsi nel 1894 nelle catacombe siracusane di S. Giovanni evangelista, testimonia che già nel IV secolo, cioè lo stesso secolo in cui Lucia subì il martirio, si celebrava la festa della santa a Siracusa, per non parlare delle altre testimonianze storiche sulla diffusione del suo culto – già nello stesso periodo – perlomeno fino a Ravenna. Quindi la festa di S. Lucia di Siracusa ha il primato come antichità d’istituzione e come longevità. Ma certo ciò non basta: la festa di Siracusa è unica nel suo genere e si differenzia da tutte le altre feste patronali e religiose della Sicilia, anche della stessa provincia aretusea. Essa presenta difatti caratteristiche sue proprie che la contraddistinguono e non si trovano altrove: è una festa ricchissima di tradizioni antichissime e altamente significative, che è bene conoscere. Ma prima delle tradizioni, da quella più devozionale a quella più folclorica, la cosa più importante, che nessuno può osare sminuire o addirittura negare, è che l’amore sincero, appassionato e smisurato che i siracusani nutrono con tutto il proprio essere nei confronti di S. Lucia non è secondo a quello di nessuno e non deve invidiare quello di nessun altro.
PAROLA DI VITA - DICEMBRE 2009
Seguendo il luminoso esempio della giovane Lucia, nostra patrona, e per vivere bene la sua solenne e gioiosa festa, troviamo nella Parola di Dio, luogo privilegiato della presenza reale di Dio nella nostra storia personale e in quella di tutta l'umanità, la Luce che deve risplendere per la gloria del nostro Padre che è nei cieli. Buona tredicina a tutti!
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Matteo 5,16)
La luce si manifesta nelle “opere buone”. Essa risplende attraverso le opere buone che compiono i cristiani.
Mi dirai: ma non solo i cristiani compiono opere buone. Altri collaborano al progresso, costruiscono case, promuovono la giustizia…
Hai ragione. Il cristiano certamente fa e deve fare anche lui tutto questo, ma non è solo questa la sua funzione specifica. Egli deve compiere le opere buone con uno spirito nuovo, quello spirito che fa sì che non sia più lui a vivere in se stesso, ma Cristo in lui.
L’evangelista, infatti, non pensa solo a degli atti di carità isolati (come visitare i prigionieri, vestire gli ignudi o come tutte le opere di misericordia attualizzate alle esigenze di oggi) ma pensa all’adesione totale della vita del cristiano alla volontà di Dio, così da fare di tutta la propria vita un’opera buona.
Se il cristiano fa così, egli è “trasparente” e la lode che si darà per quanto compie non arriverà a lui, ma a Cristo in lui, e Dio, attraverso di lui, sarà presente nel mondo. Il compito del cristiano è dunque lasciar trasparire questa luce che lo abita, essere il “segno” di questa presenza di Dio fra gli uomini.
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”
Se l’opera buona del singolo credente ha questa caratteristica, anche la comunità cristiana in mezzo al mondo deve avere la medesima specifica funzione: rivelare attraverso la sua vita la presenza di Dio, che si manifesta là dove due o tre sono uniti nel suo nome, presenza promessa alla Chiesa fino alla fine dei tempi.
La Chiesa primitiva dava grande rilievo a queste parole di Gesù. Soprattutto nei momenti difficili, quando i cristiani venivano calunniati, allora li esortava a non reagire con la violenza. Il loro comportamento doveva essere la migliore confutazione del male che si diceva contro di loro.
Si legge nella lettera a Tito: “Esorta i più giovani ad essere assennati, offrendo te stesso come esempio in tutto di buona condotta, con purezza di dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti confuso, non avendo nulla di male da dire sul conto nostro” .
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”
E’ la vita cristiana vissuta che è luce anche al giorno d’oggi per portare gli uomini a Dio.
Ti narro un fatterello.
Antonietta è sarda, ma per lavoro s’è portata in Francia, a Grenoble. E’ impiegata in un ufficio dove molti non hanno voglia di lavorare. Poiché è cristiana e vede in ciascuno Gesù da servire, aiuta tutti ed è sempre calma e sorridente. Spesso qualcuno si arrabbia, alza la voce e si sfoga con lei, prendendola in giro: “Giacché hai voglia di lavorare, prendi, batti a macchina anche il mio lavoro!”.
Lei tace e sgobba. Sa che non sono cattivi. Probabilmente ognuno ha i suoi crucci.
Un giorno il capufficio va da lei mentre gli altri sono assenti e le chiede: “Ora mi deve dire come fa a non perder mai la pazienza, a sorridere sempre”. Lei si schermisce dicendo: “Cerco di stare calma, di prendere le cose dal verso buono”.
Il capufficio batte un pugno sulla scrivania ed esclama: “No, qui c’entra Dio sicuramente, altrimenti è impossibile! E pensare che a Dio io non ci credevo!”.
Qualche giorno dopo Antonietta è chiamata in direzione, dove le dicono che sarà trasferita in un altro ufficio “affinché – continua il direttore – lo trasformi come ha fatto con quello dov’è ora”.
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”
Chiara Lubich