La ragione di quest'annuale appuntamento del culto luciano, di antica memoria, può essere compresa soltanto conoscendo adeguatamente chi è Santa Lucia per i Siracusani di ieri e di oggi: questa piccola, semplice, nobile ma modesta e umile fanciulla siracusana, vissuta ormai più di 1700 anni fa, la cui storicità è indubbia ma sulla quale rimangono pochissimi e preziosissimi documenti, fin dall'antichità grandemente amata e venerata dai cristiani di tutto il mondo, è stata da sempre ed è sempre di più oggetto di un amore sterminato e viscerale da parte di tutti i Suoi concittadini d'ogni tempo. Il rapporto tra i Siracusani e la loro dolce Patrona, il legame d'amore che vincola questa Vergine Sposa di Cristo con i Suoi figli della Chiesa apostolica siracusana, ha mantenuto nei secoli un carattere unico e speciale: Santa Lucia è "tutto" per i Siracusani, è modello di vita cristiana, via per arrivare a Cristo, mezzo per unirsi visibilmente alla Chiesa, esempio concreto di realizzazione delle virtù evangeliche. Per questo motivo, anche ogni importante festività liturgica cristologica dell'anno (come il Natale e la Pasqua) per i Siracusani costituisce un'occasione privilegiata per stringersi a glorificare e adorare il Signore tutti insieme, nella Sua Chiesa e attorno al proprio Pastore, come una famiglia: ma nella famiglia dei Siracusani non si vuole far mancare mai - a maggior ragione nei principali momenti di festa - il componente più amato, che è proprio Santa Lucia, quindi - con una piccola posticipazione per evidenti ragioni di opportunità e purezza liturgica - sia nel Tempo di Natale (precisamente il 28 dicembre, anniversario del terremoto del 1908) che nel Tempo di Pasqua (precisamente l'indomani della Resurrezione, il lunedì dell'Angelo), i Siracusani si riuniscono in Cattedrale per stare in compagnia della loro amatissima Patrona e Concittadina, per "festeggiare insieme a Lei", glorificando Dio, le solennità principali della fede cristiana.
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