giovedì 30 dicembre 2010

S. Lucia alla festa di S. Agata a Catania

(Sante Lucia e Agata - Chiesa di Santa Maria sopra Minerva, Roma)

AVVISO SACRO:

Come da programma ufficiale, pubblicato dall'Arcidiocesi di Catania, anche quest'anno - nell'àmbito delle solenni celebrazioni in onore di Sant'Agata, vergine protomartire catanese del III secolo, patrona principale del capoluogo etneo - una delegazione di devoti di Santa Lucia provenienti da Siracusa si recherà in pellegrinaggio a Catania per rendere omaggio all'illustre martire, venerando il Suo Santo Sepolcro, rinnovando una pia tradizione sull'esempio della gloriosa concittadina Santa Lucia, che il 5 febbraio del lontano anno 301, in occasione del dies natalis di Sant'Agata, visitò devotamente il medesimo sepolcro, col concorso di mirabili prodigi: è un segno concreto del saldo vincolo di fratellanza che unisce le due contigue città siciliane, nel nome della comune devozione alle proprie grandi Sante Patrone, legatissime tra loro.

Quest'anno l'evento si svolgerà domenica 16 gennaio 2011 alle ore 17.30, quando S. E. mons. Salvatore Pappalardo, Arcivescovo Metropolita di Siracusa, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica nella Chiesa di Sant'Agata la Vetere, proprio sul sepolcro della Patrona di Catania, con la partecipazione di una delegazione siracusana ufficiale.

mercoledì 29 dicembre 2010

Hanno detto di S. Lucia ... 5


Il papa Giovanni Paolo II, durante il 'saluto alla città' pronunciato in visita a Siracusa la sera del 5 novembre 1994:


«La vostra terra, fecondata dal sangue dei martiri, ha conosciuto messi rigogliose di vita cristiana. Testimonianza intrepida di fedeltà a Cristo è stata quella offerta dalla gloriosa e amata Santa Lucia, martire del IV secolo, venerata in tutto il mondo cristiano. Il 13 dicembre, durante l’Avvento, sempre si celebra la memoria obbligatoria di S. Lucia. Possa il suo esempio generoso, unito a quello di innumerevoli credenti di ogni epoca, suscitare una nuova fioritura di fervore religioso e di impegno civile, affinché con la collaborazione di tutti siano superate le difficoltà oggi incombenti».

domenica 26 dicembre 2010

Hanno detto di S. Lucia ... 4

(Giambattista Tiepolo, L'ultima Comunione di S. Lucia,
olio su tela 1746-48, Chiesa dei Ss. Apostoli in Venezia)

Tommaso Gargallo (1760-1843), poeta siracusano:

"Verginella gloriosa, di Gesù diletta Sposa ...
dolce respiro sei del viver nostro".

MARTEDI ESPOSIZIONE RELIQUIE E SIMULACRO S. LUCIA

(icona di Natale, monte Sinai sec. VII)

Carissimi devoti di Santa Lucia, siamo ancora immersi nella Luce del Santo Natale di nostro Signore Gesù Cristo e nella contemplazione dell'umile capanna di Betlemme, primo altare delle sofferenze di Cristo e prima silenziosa ma eloquente cattedra delle Sue più sublimi virtù. Gesù, Luce vera che illumina ogni uomo, è il centro della nostra vita e Colui che dà senso ad ogni nostro passo. In questa clima di gioia natalizia, diamo anche avviso - secondo il nostro còmpito di canale informativo luciano - del prossimo appuntamento dei festeggiamenti siracusani in onore di Santa Lucia, per vivere insieme a Lei - nostra cara Sorella nella fede in Cristo - la letizia del Natale.

Nella fedeltà ad una sentita tradizione ininterrotta da oltre un secolo, anche quest'anno - il 28 dicembre - le Sacre Reliquie e il simulacro-reliquiario argenteo della nostra Santa Patrona saranno solennemente esposti alla venerazione dei fedeli nella Cappella di Santa Lucia, nel magnifico Duomo di Siracusa, per commemorare la sicura protezione della Martire Siracusana sui Suoi diletti concittadini manifestatasi in occasione del tremendo maremoto del 28 dicembre 1908 (il famoso "terremoto di Messina"), a perenne memoria di quel mirabile trionfo della carità e della generosità di tutta la Chiesa siracusana nel prestare soccorso alla popolazione messinese colpita dalla catastrofe.

domenica 19 dicembre 2010

Hanno detto di S. Lucia ... 3


In questo giorno festivo della Novena del S. Natale e dell'Ottavario di S. Lucia, continuiamo la nostra antologia - virtuale bouquet di fiori per la nostra amata Patrona - di pensieri più e meno celebri che onorano Lei.
Mons. Giacomo Carabelli, arcivescovo metropolita di Siracusa dal 1921 al 1932:


"Vergine e martire augusta,
l'astro più fulgido del nostro Cielo,
simbolo imperituro di candore e di fede,
di carità e di fortezza".

Hanno detto di S. Lucia ... 2

(Gregorio Tedeschi, S. Lucia dormiente, 1634 -
Altare del Sepolcro della Santa, Siracusa:
prodigiosamente emise una reale sudorazione nel maggio 1735)

"Lucida lucenti lucescis Lucia luce /
Lux mea lucescat Lucia luce tua"

Luminosa Lucia, tu risplendi di splendida luce: /
o Lucia, la mia luce risplenda della tua luce

distico del poeta Gabriello Chiabrera (1552-1638)
posto sulla facciata della chiesa di S. Lucia in Savona

lunedì 13 dicembre 2010

Hanno detto di S. Lucia ... 1


Mentre i devoti sono in cammino lungo le strade di Siracusa per raggiungere in pellegrinaggio i luoghi sacri del martirio e del sepolcro di Santa Lucia, li accompagni idealmente la seguente frase di Santa Caterina da Siena, la quale indicava a tutti i pellegrini e viandanti la "dolce Vergine Lucia, luce bellissima che ci dà lume perché non si erri nel cammino" della vita. Buona processione a tutti!

S. LUCIA 2010: IL "DISCORSO DAL BALCONE" DELL'ARCIVESCOVO

In tempo reale, mentre a Siracusa è in corso la grandiosa e solenne processione trionfale delle Sacre Reliquie e del venerato simulacro-reliquiario della Patrona Santa Lucia, che si snoda secondo il cerimoniale di plurisecolare tradizione, pubblichiamo il discorso pronunciato poco più di un'ora fa dal nostro Arcivescovo S. E. mons. Salvatore Pappalardo dal balcone del Palazzo Arcivescovile al passaggio della processione avviatasi dallo splendido Duomo barocco della città, incastonato nel tempio dorico del VI sec. a. C., verso la Basilica del Santo Sepolcro di Santa Lucia, che raggiungerà nella tarda serata. Ancora auguri di buona festa a tutti!


IL MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO ALL'USCITA DEL SIMULACRO
Carissimi Fratelli e Sorelle,

celebriamo la festa di Santa Lucia proprio nel ventesimo anniversario del tragico evento del sisma che provocò distruzione in tutta la nostra provincia e anche dei morti a Carlentini. Un terrificante evento che si è impresso nella memoria di chi ha vissuto quegli attimi in cui la terra ha tremato.

In questi vent’anni, sia pure con lentezza e difficoltà, le case sono state ricostruite, gli edifici pubblici ristrutturati e le chiese riaperte al culto.

Ci sono, però, terremoti silenziosi ben più gravi che sono più pericolosi per la comunità civile e cristiana. Si tratta di quei terremoti politici, sociali, economici, morali ed educativi che provocano la caduta dei valori, devastano il nostro paese e le nostre città, mortificano le nostre famiglie, disorientano i nostri giovani e ragazzi, rendendo più incerto il domani e mettendo a dura prova la nostra speranza.

Nonostante lo sgomento e la paura di un momento così difficile, nonostante l’orizzonte sembri cupo e il futuro senza prospettive, a nessuno è lecito scoraggiarsi.

È urgente risollevarci ! Non siamo soli ! Dio è dalla nostra parte, vuole il meglio per i suoi figli e ci dona in Santa Lucia un modello da imitare, una Santa dalla quale invocare la forza necessaria per piantare nei cuori il seme della vita buona del Vangelo.

La storia ci ha insegnato che Santa Lucia ha sempre aiutato i siracusani suoi concittadini, ha custodito la nostra città e la nostra Chiesa proteggendoli da ogni pericolo: la peste è stata vinta, la carestia superata, i terremoti e i maremoti domati.

Anche oggi possiamo e dobbiamo con fiducia guardare a Santa Lucia per imparare da lei a riporre in Dio la nostra fiducia, per trovare in Lui la forza e la generosità di impegnarci in una seria e responsabile ricostruzione morale e sociale. Per questo preghiamo:

O Santa Lucia, vergine e martire siracusana,

suscita uomini e donne della politica non ripiegati su di sé e sui propri limitati interessi, che siano seriamente impegnati nella ricerca della Verità e del Bene comune, facendosi carico con intelligenza e passione dei bisogni di tutti e in particolare delle fasce più deboli, dei disoccupati, dei precari, dei giovani e degli adulti in cerca di un lavoro giustamente retribuito, pulito e dignitoso;

sostieni gli adulti, i genitori, gli insegnanti, i maestri, gli educatori affinché ritornino ad accettare il faticoso e delicato compito di educare le nuove generazioni con autorevolezza e nella verità, diventando modelli di una vita buona e santa;

aiuta le famiglie affinché, vivendo nella pace e nella serenità, possano tornare ad essere palestre di santità, fucina di donne coraggiose e di uomini nuovi disposti a vivere e, se necessario, a morire per i valori autentici della verità, della fedeltà e dell’amore;

proteggi la vita nascente, i fanciulli e i giovani dai soprusi e dalle prevaricazioni degli adulti, possano vivere in serenità e crescere in fortezza e santità;

illumina il cuore e la mente di tutti noi affinché accettiamo le sfide del nostro tempo senza scoraggiarci, rendendoci conto che è dovere di tutti contribuire a ridare speranza e a ricostruire la società nel bene.

Risplenda anche in noi come in te, o nostra Santa Patrona, la luce di Dio che si è fatto Bambino, condividendo la nostra fatica e donandoci la forza del suo amore capace di vincere il male con il bene, di sanare ogni ferita, di rigenerare i cuori, di sconfiggere il peccato e di restituire la vita.

O Santa Lucia, confidiamo nel tuo potente patrocinio: non permettere che i terremoti silenziosi della vita presente mettano in pericolo i tuoi concittadini che ti venerano e invocano da Te aiuto e protezione.

Per questo diciamo con tutto il cuore e con fiducia: EVVIVA SANTA LUCIA !



† Salvatore Pappalardo
Arcivescovo di Siracusa

S. LUCIA 2010: IL MESSAGGIO DEL NOSTRO ARCIVESCOVO


SANTA LUCIA
Messaggio dell'Arcivescovo, alla vigilia della Festa
Festa di Santa Lucia, un appuntamento importante di famiglia


Mentre stiamo celebrando il tempo dell’Avvento che ci prepara al Natale del Signore, ci prepariamo anche a celebrare la festa di Santa Lucia, attesa dai siracusani e da tutti i devoti come un appuntamento importante di famiglia.

La festa della nostra Santa Patrona è l’occasione per rinnovare con Lei la nostra professione di fede in Dio Padre, il quale nel suo Figlio Gesù ci raggiunge ogni giorno mediante lo Spirito Santo.

È la stessa fede in cui ha creduto Santa Lucia e per la quale non ha esitato a dare la vita, accettando il martirio per amore di Gesù.

È la fede che anche noi dobbiamo professare ogni giorno affinché le nostre azioni diventino opere di carità e di speranza per un mondo nuovo.

Guardando a Santa Lucia possiamo imparare da Lei a testimoniare la nostra fede in Dio ogni giorno e scoprire che nella carità verso i più bisognosi incontriamo il Signore che viene.

Santa Lucia è stata modello di carità fattiva. Non si è risparmiata nel servizio ai poveri, donando tutto per essi. In lei rifulge lo splendore della carità del Figlio di Dio che si è fatto uomo per farsi tutto a tutti. Noi che veneriamo Santa Lucia, se vogliamo essere credibili, dobbiamo vivere la carità del Signore verso i più deboli e indifesi, nei quali è presente in modo misterioso Gesù stesso.

Affidiamo a Santa Lucia il nostro impegno di fede, di carità e di speranza per la costruzione di un mondo migliore, affinché la nostra festa sia la testimonianza più autentica del nostro amore a Dio e ai Santi.


Arcivescovado di Siracusa, 12 dicembre 2010.

† Salvatore Pappalardo

Arcivescovo Metropolita di Siracusa

SOLENNITA' DI SANTA LUCIA VERGINE E MARTIRE SIRACUSANA


ALLELUIA!

"GAUDETE!", CI ESORTAVA LA GIORNATA LITURGICA DI IERI, TERZA DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO.

GLORIA A DIO, MERAVIGLIOSO NEI SUOI SANTI!

VERRA' IL SIGNORE, LUCE DEL MONDO, E TUTTI I SUOI SANTI CON LUI!


OGGI SIRACUSA SCOPPIA DI GIOIA, NELLO SCINTILLANTE TRIPUDIO DELLA SUA FESTA PIU' BELLA E PIU' SENTITA: LA SOLENNITA' DI SANTA LUCIA!

E' LEI, TRA I PUR NUMEROSI E INSIGNI ALTRI SANTI SIRACUSANI, LA PATRONA PRINCIPALE, AMATA DI UN AMORE VISCERALE DA TUTTI I SUOI CONCITTADINI D'OGNI TEMPO!


SI PERPETUA ININTERROTTA E SEMPRE VIVA LA REALIZZAZIONE DELLA PROFEZIA ANNUNCIATA DA LUCIA STESSA APPENA PRIMA DI MORIRE:

"VOI SIRACUSANI ONORERETE ME PER GRAZIA DEL SIGNORE NOSTRO GESU' CRISTO, OSSERVANDO DI CUORE I SUOI COMANDAMENTI".


CELEBRIAMO CON GRATITUDINE ED ESULTANZA LA MEMORIA DEL GLORIOSO MARTIRIO DI QUESTA PICCOLA NOBILE VERGINE SIRACUSANA, DONATASI TUTTA A CRISTO, FINO A BENEDIRE COL SUO SANGUE LA NOSTRA PRIVILEGIATA CITTA'.

OSSERVIAMO DI CUORE I COMANDAMENTI DEL SIGNORE: QUESTO E' DAVVERO ONORARE SANTA LUCIA!


VIVA SANTA LUCIA!

domenica 12 dicembre 2010

E' festa! E' arrivata S. LUCIA! - Gli auguri della redazione


Carissimi amici,

auguri di una splendida festa di Santa Lucia, nostra celeste protettrice, piccola grande martire siracusana uccisa oltre 1700 anni fa per aver testimoniato con fortezza e coraggio la Sua salda fede in Cristo, grandemente venerata da tutte le Chiese d'Oriente e d'Occidente in tutto il mondo.

Il Suo esempio ci sproni a imitarLa, le Sue virtù siano luce per ogni nostra azione, la Sua intercessione ci protegga, i Suoi meriti ci ottengano la salvezza eterna.

Ancora auguri, fratelli e sorelle diletti, siate lieti e gioiosi in questa festa per la terra e per il Cielo!!!

VIVA SANTA LUCIA!!!

La redazione del blog

Vigilia di S. Lucia 2010 - Le novità dei festeggiamenti siracusani

A partire da stasera stessa, con la Sacra Rappresentazione della Vigilia di S. Lucia, tradizione siracusana plurisecolare, fino a tutto il Solenne Ottavario ...



















MUSICA E TEATRO
Itinerari d'Autore
Da martedì 14 dicembre dalle ore 21.00 alle ore 23.00, presso le Catacombe di Siracusa, evento teatrale e musicale dal titolo "Itinerari d'Autore".

MUSICA - Catacomba di Santa Lucia, Oratorio dei Quaranta Martiri - ore 21.00

martedi 14 dicembre
SHALOM BUDEER

giovedi 16 dicembre
STEFANIA TOSTO & GIUSEPPE SCAVO

venerdi 17 dicembre
CAPPELLA MUSICALE SIRACUSANA

domenica 19 dicembre
DUO SPELLBOUND

biglietto (solo concerto) € 5,00
biglietto concerto + visita guidata Catacomba di S. Lucia € 8,00


TEATRO - Catacomba di San Giovanni - ore 19.00

28, 29, 30 dicembre 2010 - 3, 4, 5 gennaio 2011

CANTO DI NATALE
con FRANCO MIRABELLA
e la partecipazione di ANDREA LA MONICA (flauto solo)

biglietto € 6,00 (ingresso gratuito ragazzi fino ai 12 anni)

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
per info e prevendita:
0931.64694 - info@kairos-web.com

BUONA FESTA A TUTTI!

SARAUSANA JE', VIVA SANTA LUCIA!

giovedì 9 dicembre 2010

Triduo di S. Lucia 2010 - Filastrocca lombarda dei bambini a S. Lucia



La gloriosa figura della nostra Santa Lucia, fanciulla siracusana di splendida bellezza, ha attirato nel corso dei secoli la simpatia dei cristiani d'ogni dove, ornando il culto ufficiale e la pia devozione con tradizioni popolari genuine e molto sentite.

Una tra queste, antica e tuttora diffusissima in una vasta area dell'Italia settentrionale, è quella di donare ai bimbi dolci e giochi nella notte della festa di Santa Lucia, e anche scambiarsi fraterni doni tra gli adulti: un simbolo concreto della generosità con la quale davvero Lucia, come riferiscono i documenti storiografici più attendibili, elargì i suoi ricchi beni ai poveri e bisognosi della Sua città. In questo triduo luciano, che a Siracusa riveste tradizionalmente la connotazione della solidarietà, è d'uopo ricordare questo aspetto della vita della nostra amata Patrona.

Ecco alcuni versi con i quali i bimbi vivono la magica atmosfera d'incanto dell'attesa della "notte di Santa Lucia":


Santa Lucia bella

dei bimbi sei la stella

per il mondo vai e vai

e non ti stanchi mai

porti confetti e doni

a tutti i bimbi buoni

col tuo asinello alato

e il carrettin fatato

vieni Santa Lucia

vieni presto da me!


mercoledì 8 dicembre 2010

Dall'Immacolata al Triduo di Santa Lucia

LA MADRE IMMACOLATA, ATTRAVERSO IL SEGNO VISIBILE DEL PASSAGGIO DELLA SUA PROCESSIONE DAVANTI ALLA CATTEDRALE, STASERA CEDE IL TESTIMONE DEI FESTEGGIAMENTI DECEMBRINI ALLA MARTIRE LUCIA NOSTRA PATRONA E CONCITTADINA.
DOMANI MATTINA AVRA' INIZIO IL SOLENNE TRIDUO DI SANTA LUCIA NEL DUOMO DI SIRACUSA, CON L'ESPOSIZIONE ALLA VENERAZIONE DEI FEDELI DELLE SACRE RELIQUIE E DEL VENERATO SIMULACRO-RELIQUIARIO ARGENTEO E LE SOLENNI CELEBRAZIONI NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETA' CRISTIANA.

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia" 9

Ignoto del sec. XVII: Dio Padre, Maria Immacolata e Angeli
(Siracusa, Chiesa di Santa Maria della Concezione, pala dell'altare maggiore)

Nella Solennità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, rendiamo omaggio alla nostra Purissima Madre, la Tutta Santa, immenso Cielo che ha contenuto in grembo il Sole della giustizia e della pace: il Salvatore del mondo, Gesù Cristo. Attraverso Lei, Madre di Dio e della Chiesa, accompagnati da Lucia, Vergine e Martire gloriosa, fulgida stella del nostro cielo, andiamo a Gesù, unico centro della nostra vita, nostro Signore e nostro Dio.

E giungiamo anche alla conclusione dell'omelia del Papa che ci ha nutriti quotidianamente in questa Novena in onore di Maria Santissima: l'ultima parte del testo, che abbiamo così pubblicato integralmente, è stata dedicata dal Santo Padre proprio al grandioso mistero d'amore che nel piano divino della salvezza ha coinvolto la Theotokos.
Ai Siracusani ricordiamo che oggi, nella Chiesa parrocchiale dell'Immacolata in Ortigia, alle ore 10.30 il nostro Arcivescovo presiederà la solenne concelebrazione eucaristica e alle ore 17.00, dopo la benedizione dei bambini con la consegna della medaglia miracolosa, si effettuerà la tradizionale processione della Madonna per le vie del centro storico. Buona festa a tutti!
*** *** *** ***
dall'omelia di S. S. Benedetto XVI
per i Primi Vespri della I domenica d'Avvento 2010
(Basilica Vaticana, sabato 27 novembre):


Purtroppo, anche dopo la nascita, la vita dei bambini continua ad essere esposta all’abbandono, alla fame, alla miseria, alla malattia, agli abusi, alla violenza, allo sfruttamento. Le molteplici violazioni dei loro diritti che si commettono nel mondo feriscono dolorosamente la coscienza di ogni uomo di buona volontà. Davanti al triste panorama delle ingiustizie commesse contro la vita dell’uomo, prima e dopo la nascita, faccio mio l’appassionato appello del Papa Giovanni Paolo II alla responsabilità di tutti e di ciascuno: "Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicità" (Enc. Evangelium vitae, 5). Esorto i protagonisti della politica, dell’economia e della comunicazione sociale a fare quanto è nelle loro possibilità, per promuovere una cultura sempre rispettosa della vita umana, per procurare condizioni favorevoli e reti di sostegno all’accoglienza e allo sviluppo di essa.

Alla Vergine Maria, che ha accolto il Figlio di Dio fatto uomo con la sua fede, con il suo grembo materno, con la cura premurosa, con l’accompagnamento solidale e vibrante di amore, affidiamo la preghiera e l’impegno a favore della vita nascente. Lo facciamo nella liturgia - che è il luogo dove viviamo la verità e dove la verità vive con noi - adorando la divina Eucaristia, in cui contempliamo il Corpo di Cristo, quel Corpo che prese carne da Maria per opera dello Spirito Santo, e da lei nacque a Betlemme, per la nostra salvezza. Ave, verum Corpus, natum de Maria Virgine!

martedì 7 dicembre 2010

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia" 8

dall'omelia di S. S. Benedetto XVI
per i Primi Vespri della I domenica d'Avvento 2010
(Basilica Vaticana, sabato 27 novembre):

Ci sono tendenze culturali che cercano di anestetizzare le coscienze con motivazioni pretestuose. Riguardo all’embrione nel grembo materno, la scienza stessa ne mette in evidenza l’autonomia capace d’interazione con la madre, il coordinamento dei processi biologici, la continuità dello sviluppo, la crescente complessità dell’organismo. Non si tratta di un cumulo di materiale biologico, ma di un nuovo essere vivente, dinamico e meravigliosamente ordinato, un nuovo individuo della specie umana. Così è stato Gesù nel grembo di Maria; così è stato per ognuno di noi, nel grembo della madre. Con l’antico autore cristiano Tertulliano possiamo affermare: "E’ già un uomo colui che lo sarà" (Apologetico, IX, 8); non c’è alcuna ragione per non considerarlo persona fin dal concepimento.

lunedì 6 dicembre 2010

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia" 7

dall'omelia di S. S. Benedetto XVI
per i Primi Vespri della I domenica d'Avvento 2010
(Basilica Vaticana, sabato 27 novembre):

Credere in Gesù Cristo comporta anche avere uno sguardo nuovo sull’uomo, uno sguardo di fiducia, di speranza. Del resto l’esperienza stessa e la retta ragione attestano che l’essere umano è un soggetto capace di intendere e di volere, autocosciente e libero, irripetibile e insostituibile, vertice di tutte le realtà terrene, che esige di essere riconosciuto come valore in se stesso e merita di essere accolto sempre con rispetto e amore. Egli ha il diritto di non essere trattato come un oggetto da possedere o come una cosa che si può manipolare a piacimento, di non essere ridotto a puro strumento a vantaggio di altri e dei loro interessi. La persona è un bene in se stessa e occorre cercare sempre il suo sviluppo integrale. L’amore verso tutti, poi, se è sincero, tende spontaneamente a diventare attenzione preferenziale per i più deboli e i più poveri. Su questa linea si colloca la sollecitudine della Chiesa per la vita nascente, la più fragile, la più minacciata dall’egoismo degli adulti e dall’oscuramento delle coscienze. La Chiesa continuamente ribadisce quanto ha dichiarato il Concilio Vaticano II contro l’aborto e ogni violazione della vita nascente: "La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura" (ibid., n. 51).

domenica 5 dicembre 2010

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia" 6

dall'omelia di S. S. Benedetto XVI
per i Primi Vespri della I domenica d'Avvento 2010
(Basilica Vaticana, sabato 27 novembre):

Dio ci ama in modo profondo, totale, senza distinzioni; ci chiama all’amicizia con Lui; ci rende partecipi di una realtà al di sopra di ogni immaginazione e di ogni pensiero e parola: la sua stessa vita divina. Con commozione e gratitudine prendiamo coscienza del valore, della dignità incomparabile di ogni persona umana e della grande responsabilità che abbiamo verso tutti. "Cristo, che è il nuovo Adamo – afferma il Concilio Vaticano II – proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione ... Con la sua incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo" (Cost. Gaudium et spes, 22).

sabato 4 dicembre 2010

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia" 5

dall'omelia di S. S. Benedetto XVI
per i Primi Vespri della I domenica d'Avvento 2010
(Basilica Vaticana, sabato 27 novembre):

L’uomo presenta un’originalità inconfondibile rispetto a tutti gli altri esseri viventi che popolano la terra. Si presenta come soggetto unico e singolare, dotato di intelligenza e volontà libera, oltre che composto di realtà materiale. Vive simultaneamente e inscindibilmente nella dimensione spirituale e nella dimensione corporea. Lo suggerisce anche il testo della Prima Lettera ai Tessalonicesi che è stato proclamato: "Il Dio della pace – scrive san Paolo – vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo" (5,23). Siamo dunque spirito, anima e corpo. Siamo parte di questo mondo, legati alle possibilità e ai limiti della condizione materiale; nello stesso tempo siamo aperti su un orizzonte infinito, capaci di dialogare con Dio e di accoglierlo in noi. Operiamo nelle realtà terrene e attraverso di esse possiamo percepire la presenza di Dio e tendere a Lui, verità, bontà e bellezza assoluta. Assaporiamo frammenti di vita e di felicità e aneliamo alla pienezza totale.

venerdì 3 dicembre 2010

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia" 4

dall'omelia di S. S. Benedetto XVI
per i Primi Vespri della I domenica d'Avvento 2010
(Basilica Vaticana, sabato 27 novembre):

Cari fratelli e sorelle, il nostro radunarci questa sera per iniziare il cammino di Avvento si arricchisce di un altro importante motivo: con tutta la Chiesa, vogliamo celebrare solennemente una veglia di preghiera per la vita nascente. Desidero esprimere il mio ringraziamento a tutti coloro che hanno aderito a questo invito e a quanti si dedicano in modo specifico ad accogliere e custodire la vita umana nelle diverse situazioni di fragilità, in particolare ai suoi inizi e nei suoi primi passi. Proprio l’inizio dell’Anno Liturgico ci fa vivere nuovamente l’attesa di Dio che si fa carne nel grembo della Vergine Maria, di Dio che si fa piccolo, diventa bambino; ci parla della venuta di un Dio vicino, che ha voluto ripercorrere la vita dell’uomo, fin dagli inizi, e questo per salvarla totalmente, in pienezza. E così il mistero dell’Incarnazione del Signore e l’inizio della vita umana sono intimamente e armonicamente connessi tra loro entro l’unico disegno salvifico di Dio, Signore della vita di tutti e di ciascuno. L’Incarnazione ci rivela con intensa luce e in modo sorprendente che ogni vita umana ha una dignità altissima, incomparabile.

giovedì 2 dicembre 2010

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia" 3

dall'omelia di S. S. Benedetto XVI per i Primi Vespri della I domenica d'Avvento 2010

(Basilica Vaticana, sabato 27.11.2010):

Mentre i nostri cuori si protendono verso la celebrazione annuale della nascita di Cristo, la liturgia della Chiesa orienta il nostro sguardo alla meta definitiva: l’incontro con il Signore che verrà nello splendore della gloria. Per questo noi che, in ogni Eucaristia, "annunciamo la sua morte, proclamiamo la sua risurrezione nell’attesa della sua venuta", vigiliamo in preghiera. La liturgia non si stanca di incoraggiarci e di sostenerci, ponendo sulle nostre labbra, nei giorni di Avvento, il grido con il quale si chiude l’intera Sacra Scrittura, nell’ultima pagina dell’Apocalisse di san Giovanni: "Vieni, Signore Gesù!" (22,20).

mercoledì 1 dicembre 2010

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia" 2

Carissimi, continuiamo allora insieme questo intenso periodo di preparazione spirituale alle nostre solenni e care festività decembrine: a questo scopo, augurandoci di farVi cosa gradita e certi di farVi cosa utile, abbiamo pensato di lasciarci accompagnare in questo percorso dalla sapiente e magistrale parola del Santo Padre, Sua Santità Benedetto XVI. Pubblichiamo pertanto a più puntate, in questa nuova rubrica, l'omelia del papa per i Primi Vespri della I domenica d'Avvento di quest'anno, pronunciata nella Basilica Vaticana lo scorso sabato 27 novembre.
Buona lettura!
La redazione del blog
* * *

Cari fratelli e sorelle,

con questa celebrazione vespertina, il Signore ci dona la grazia e la gioia di aprire il nuovo Anno Liturgico iniziando dalla sua prima tappa: l’Avvento, il periodo che fa memoria della venuta di Dio fra noi. Ogni inizio porta con sé una grazia particolare, perché benedetto dal Signore. In questo Avvento ci sarà dato, ancora una volta, di fare esperienza della vicinanza di Colui che ha creato il mondo, che orienta la storia e che si è preso cura di noi giungendo fino al culmine della sua condiscendenza con il farsi uomo. Proprio il mistero grande e affascinante del Dio con noi, anzi del Dio che si fa uno di noi, è quanto celebreremo nelle prossime settimane camminando verso il santo Natale. Durante il tempo di Avvento sentiremo la Chiesa che ci prende per mano e, ad immagine di Maria Santissima, esprime la sua maternità facendoci sperimentare l’attesa gioiosa della venuta del Signore, che tutti ci abbraccia nel suo amore che salva e consola.

PAROLA DI VITA - DICEMBRE 2010

“Nulla è impossibile a Dio” (Luca 1,37)

La domanda di Maria, all'annuncio dell'Angelo: "Com'è possibile questo?" ebbe come risposta: "Nulla è impossibile a Dio" e, a riprova di ciò, le venne portato l'esempio di Elisabetta, che nella sua vecchiaia aveva concepito un figlio. Maria credette e divenne la Madre del Signore.
Dio è onnipotente: questo suo nome si incontra frequentemente nella Sacra Scrittura ed è usato quando si vuole esprimere la potenza di Dio nel benedire, nel giudicare, nel dirigere il corso degli eventi, nel realizzare i suoi disegni.
C'è un solo limite all'onnipotenza di Dio: la libertà umana, che si può opporre alla di lui volontà rendendo l'uomo impotente, mentre sarebbe chiamato a condividere la stessa forza di Dio.
Nulla è impossibile a Dio”
[…] E' una Parola che ci apre ad una confidenza illimitata nell'amore di Dio-Padre, perché, se Dio è e il suo essere è Amore, la fiducia completa in lui non ne è che la logica conseguenza.
Tutte le grazie sono in suo potere: temporali e spirituali, possibili e impossibili. Ed egli le dà a chi le chiede e anche a chi non chiede, perché, come dice il Vangelo, egli, il Padre, "fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni" e a noi tutti chiede di agire come lui, con lo stesso amore universale, sostenuto dalla fede che:
Nulla è impossibile a Dio”
Come vivere dunque questa Parola nella vita di ogni giorno?
Noi tutti dobbiamo affrontare di quando in quando situazioni difficili, dolorose, sia nella nostra vita personale, sia nei rapporti con gli altri. E sperimentiamo a volte tutta la nostra impotenza perché avvertiamo in noi degli attaccamenti a cose e persone che ci rendono schiavi di legami da cui vorremmo liberarci. Ci troviamo spesso di fronte ai muri dell'indifferenza e dell'egoismo e ci sentiamo cadere le braccia di fronte ad avvenimenti che sembrano superarci.
Ebbene, in questi momenti, la Parola di vita può venirci in aiuto. Gesù ci lascia fare l'esperienza della nostra incapacità, non già per scoraggiarci, ma per aiutarci a capire meglio che "nulla è impossibile a Dio"; per prepararci a sperimentare la straordinaria potenza della sua grazia, che si manifesta proprio quando vediamo che con le nostre povere forze non possiamo farcela.
“Nulla è impossibile a Dio”
Ripetendoci questo nei momenti più critici, ci verrà dalla Parola di Dio quell'energia che essa racchiude in sé, facendoci partecipare in qualche modo della stessa onnipotenza di Dio. Ad un patto, però, e cioè che si viva la sua volontà, cercando di irradiare attorno a noi quell'amore che è deposto nei nostri cuori. Così saremo all'unisono con l'Amore onnipotente di Dio per le sue creature, al quale tutto è possibile, ciò che concorre a realizzare i suoi piani sui singoli e sull'umanità.
Ma c'è un momento speciale per poter vivere questa Parola e per sperimentarne tutta l'efficacia: è nella preghiera.
Gesù ha detto che qualsiasi cosa chiederemo al Padre in nome suo egli ce la concederà. Proviamo dunque a chiedergli ciò che ci sta più a cuore con la certezza di fede che a lui nulla è impossibile: dalla soluzione di casi disperati, alla pace nel mondo; dalle guarigioni da malattie gravi, alla ricomposizione di conflitti familiari e sociali.
Se poi siamo in più a chiedere la stessa cosa, in pieno accordo per l'amore reciproco, allora è Gesù stesso in mezzo a noi che prega il Padre e, secondo la sua promessa, otterremo.
Con tale fede nell'onnipotenza di Dio e nel suo Amore, anche noi chiedemmo un giorno per N. che quel tumore, visto su una radiografia, "scomparisse", quasi fosse un errore o un fantasma. E così avvenne.
Questa fiducia sconfinata che ci fa sentire nelle braccia di un Padre al quale tutto è possibile, deve accompagnare sempre le vicende della nostra vita. Non è detto che otterremo sempre ciò che chiederemo. La sua è l'onnipotenza di un Padre e la usa sempre e soltanto per il bene dei suoi figli, che essi lo sappiano o no. L'importante è vivere coltivando la certezza che a Dio nulla è impossibile e questo ci farà sperimentare una pace mai provata.

+ Chiara Lubich

(testo pubblicato su "Città nuova" 1999/22, p. 7)

lunedì 29 novembre 2010

... TRE, DUE, UNO ... FESTAAA!!!


EH SI', SCUSATE LO SFOGO D'ENTUSIASMO, MA NON POSSIAMO CONTENERE LA TREPIDAZIONE E L'EMOZIONE PERCHE' ANCHE QUEST'ANNO, GRAZIE A DIO, SIAMO GIUNTI AL TERMINE DEL FRIZZANTE CONTO ALLA ROVESCIA ANNUALE PER L'INIZIO DEGLI ATTESISSIMI FESTEGGIAMENTI SOLENNI IN ONORE DELLA NOSTRA GRANDE PATRONA: SANTA LUCIA SIRACUSANA, VERGINE E MARTIRE, PROTETTRICE DELLA VISTA E TAUMATURGA VENERATISSIMA IN TUTTO IL MONDO!!!

AUGURI DI BUONA FESTA A TUTTI:

AI SIRACUSANI, CONCITTADINI, PRIMOGENITI ED EREDI DI LUCIA;

AI CIECHI E A TUTTI COLORO CHE SOFFRONO MALATTIE AGLI OCCHI, PER I QUALI LUCIA NUTRE UN AMORE DI PREDILEZIONE;

AI DEVOTI DI TUTTO IL MONDO;

AGLI ABITANTI DI TUTTE LE CITTA' CHE HANNO LUCIA PER PATRONA;

A TUTTE LE DONNE DI NOME "LUCIA";

A TUTTI I BAMBINI, PARTICOLARMENTE AFFEZIONATI A QUESTA PICCOLA DOLCE SANTA SPECIALE;

A TUTTI!!!


AVVISO IMPORTANTE: RICORDIAMO A TUTTI I SIRACUSANI CHE A PARTIRE DA DOMANI, MARTEDI' 30 NOVEMBRE, VERRA' CELEBRATA SOLENNEMENTE LA TRADIZIONALE "TREDICINA" IN ONORE DI SANTA LUCIA, PER PREPARARCI SPIRITUALMENTE ALLA SOLENNITA' DEL 13 DICEMBRE.

DUE VOLTE AL GIORNO, AL SORGERE E AL TRAMONTARE DEL GIORNO, A RITMO CON I SACRIFICI DI LODE MATTUTINO E VESPERTINO DELLA CHIESA:

ALLE ORE 7.30 NELLA BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO DI SANTA LUCIA;

ALLE ORE 18.00 (19.00 NEI GIORNI FESTIVI) IN CATTEDRALE.
E' COSA BUONA, IN PREPARAZIONE ALLA FESTA PATRONALE E ALL'IMMINENTE SOLENNITA' DEL MISTERO DEL NATALE, ATTINGERE ALL'INESAURIBILE FONTE DI GRAZIA DEI SACRAMENTI, CHE CI RIEMPIONO DI CRISTO. PER ESEMPIO, DURANTE QUESTA TREDICINA, FARE UNA BUONA E BEN PREPARATA CONFESSIONE, E RICEVERE CON FEDE E AMORE LA SANTA COMUNIONE, AVENDO PARTECIPATO CON INTENSITA' E ATTENZIONE ALLA SANTA MESSA.
SUL SITO DELLA DEPUTAZIONE DELLA CAPPELLA DI SANTA LUCIA TROVATE IL PROGRAMMA UFFICIALE DELLE CELEBRAZIONI E IL NUOVO NUMERO DEL BOLLETTINO "CON LUCIA A CRISTO".

sabato 27 novembre 2010

"Ad Jesum per Mariam cum Lucia"

"Ecco, il Signore viene e con Lui tutti i Suoi Santi:
quel giorno brillerà una grande luce, alleluia"

Carissimi, un caloroso saluto di ben ritrovati sul nostro blog!
Stasera con i primi vespri della prima domenica del tempo di Avvento, è ritornato finalmente questo attesissimo tempo forte dell'anno liturgico, così caro a tutti i cristiani del mondo!
L'Avvento possiede una ricchezza e una profondità di significati teologici tutti da scoprire, riscoprire e sviscerare, anche grazie alla preghiera ufficiale della Chiesa, che con materna pedagogia ci accompagna ogni giorno a rivivere e riattualizzare i grandi momenti della storia della salvezza.
Provvidenzialmente, in questi giorni si susseguono per noi, in un crescendo di spiritualità e intensa pietà, importanti momenti: alla prima domenica d'Avvento, il "capodanno" della Chiesa, seguirà immediatamente, lunedì 29 novembre, l'inizio della Novena dell'Immacolata in preparazione alla solennità dell'8 dicembre, e l'indomani, martedì 30, l'inizio della Tredicina di Santa Lucia, in preparazione al 13 dicembre.
Nell'attesa della venuta del Signore nostro Gesù Cristo, andiamoGli incontro per mezzo di Maria e in compagnia di Lucia nostra Patrona!
Ed ecco il nostro augurio per cominciare bene:

"Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo!
Fratelli, pregate anche per noi.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi". (1 Ts 5,23-25.28)

lunedì 1 novembre 2010

Un regalo per la festa di tutti i Santi

Oggi 1° novembre, giorno in cui la Chiesa romana celebra la solennità di tutti i Santi, ricorrenza liturgica d'antica istituzione, e primo giorno del mese in cui a Siracusa iniziano i tradizionali solenni festeggiamenti invernali in onore di Santa Lucia Vergine e Martire Siracusana, principale patrona della città e dell'arcidiocesi aretusea, pubblichiamo un'edificante riflessione sulla santità firmata da una penna molto autorevole del cristianesimo del nostro tempo:

Il motivo per cui il cristiano vive sulla terra è quello di raggiungere la santità...

Ma spesso per molti cristiani di oggi, che di cristiano non hanno che il nome, rinunciatari affogati nel mondo, secolarizzati, la sola parola santità" suona anacronistica, relegata in un tempo passato di stile medioevale o in quei luoghi incomprensibili e forse ingombranti come sono i monasteri, quando non è fissazione di menti deboli che credono buttandosi in queste avventure, di scansare le difficoltà della vita e sono avulse dal tempo moderno, dinamico, il cui dio è ormai la tecnica, la scienza quando non è il divertimento, l'edonismo.

L'accelerazione della vita moderna poi, che non lascia fiato, i mezzi di comunicazione che assorbono tutto il tempo libero e non danno più possibilità di pensare, di chiedersi dei perché, rendono quest'idea della santità assolutamente indifferente, per lo meno non importante. "Non posso pensarci, quindi non c'è problema". Manca il tempo, manca la solitudine...

Altri non trovano la strada.

"Come farsi santi?" E' una parola, quale la via, quale l'imbocco? Forse far penitenze come grandi santi, ma non sono cose per questi tempi, anche se in altri momenti potevano andar bene. Forse pregare molto? Lo farei se sapessi che quella è la mia via. Forse darmi a Dio e lasciarmi forgiare da un'obbedienza ad un superiore...ma anche queste son cose che non calzano più con la mentalità moderna.

Quale dunque la via per attuare la santità anche al giorno di oggi?

E' secondo me questa del fare la volontà di Dio, una via moderna per farsi santi. Non occorre entrare in convento, non occorre necessariamente consacrarsi a Dio o farsi preti. No, basta fare quello che Dio vuole da noi (...)

Allora anche una mamma che deve svolgere i lavori di casa, anche l'operaio all'officina, anche la lavoratrice alla catena di montaggio, anche l'ammalato nel suo letto, anche il bambino, anche il vecchietto, anche il padre carico d'affari, anche il poliziotto, anche l'artista, anche lo stradino, anche il missionario, anche lo scrittore, anche la domestica, anche il barista, anche lo sportivo, tutti, tutti, tutti possono farsi santi, perché tutti possono fare la volontà di Dio. Questa strada di santità è via per la massa

Così il mondo, la scuola, gli uffici, le fabbriche, le strade ospitano santi in cammino, che perseverando saranno santi in eterno, ma qui la perseveranza è facile, basta avere il coraggio di non pensare al domani e ributtarsi nell'eterno presente di Dio.

+ Chiara Lubich

PAROLA DI VITA - NOVEMBRE 2010

«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio». (Mt 5,8)

La predicazione di Gesù si apre col discorso della montagna. Davanti al lago di Tiberiade su una collina nei pressi di Cafarnao, seduto, come usavano fare i maestri, Gesù annuncia alle folle l’uomo delle beatitudini. Più volte nell’Antico Testamento risuonava la parola “beato” e cioè l’esaltazione di colui che adempiva, nei modi più vari, la Parola del Signore.

Le beatitudini di Gesù riecheggiavano in parte quelle che i discepoli già conoscevano; ma per la prima volta essi sentivano che i puri di cuore, non solo, come cantava il Salmo, erano degni di salire sul monte del Signore, ma addirittura potevano vedere Dio. Quale era dunque quella purezza così alta da meritare tanto? Gesù l’avrebbe spiegato più volte nel corso della sua predicazione. Cerchiamo perciò di seguirlo per attingere alla fonte dell’autentica purezza.

«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio».

Anzitutto, secondo Gesù, vi è un mezzo sovrano di purificazione: «Voi siete già mondi in virtù della Parola che vi ho annunziato». Non sono tanto degli esercizi rituali a purificare l’animo, ma la sua Parola. La Parola di Gesù non è come le parole umane. In essa è presente Cristo, come, in altro modo, è presente nell’Eucaristia. Per essa Cristo entra in noi e, finché la lasciamo agire, ci rende liberi dal peccato e quindi puri di cuore.

Dunque la purezza è frutto della Parola vissuta, di tutte quelle Parole di Gesù che ci liberano dai cosiddetti attaccamenti, nei quali necessariamente si cade, se non si ha il cuore in Dio e nei suoi insegnamenti. Essi possono riguardare le cose, le creature, sé stessi. Ma se il cuore è puntato su Dio solo, tutto il resto cade.

Per riuscire in questa impresa, può essere utile, durante la giornata, ripetere a Gesù, a Dio, quell’invocazione del Salmo che dice: «Sei tu, Signore, l’unico mio bene!». Proviamo a ripeterlo spesso, e soprattutto quando i vari attaccamenti vorrebbero trascinare il nostro cuore verso quelle immagini, sentimenti e passioni che possono offuscare la visione del bene e toglierci la libertà.

Siamo portati a guardare certi cartelloni pubblicitari, a seguire certi programmi televisivi? No, diciamogli: «Sei tu, Signore, l’unico mio bene» e sarà questo il primo passo che ci farà uscire da noi stessi, ri-dichiarando il nostro amore a Dio. E così avremo acquistato in purezza.

Avvertiamo a volte che una persona o un’attività si frappongono, come un ostacolo, fra noi e Dio e inquinano il nostro rapporto con lui? È il momento di ripetergli: «Sei tu, Signore, l’unico mio bene». Questo ci aiuterà a purificare le nostre intenzioni e a ritrovare la libertà interiore.

«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio».

La Parola vissuta ci rende liberi e puri perché è amore. È l’amore che purifica, con il suo fuoco divino, le nostre intenzioni e tutto il nostro intimo, perché il “cuore” secondo la Bibbia è la sede più profonda dell’intelligenza e della volontà.

Ma c’è un amore che Gesù ci comanda e che ci permette di vivere questa beatitudine. È l’amore reciproco, di chi è pronto a dare la vita per gli altri, sull’esempio di Gesù. Esso crea una corrente, uno scambio, un’atmosfera la cui nota dominante è proprio la trasparenza, la purezza, per la presenza di Dio che, solo, può creare in noi un cuore puro. È vivendo l’amore scambievole che la Parola agisce con i suoi effetti di purificazione e di santificazione.

L’individuo isolato è incapace di resistere a lungo alle sollecitazioni del mondo, mentre nell’amore vicendevole trova l’ambiente sano, capace di proteggere la sua purezza e tutta la sua autentica esistenza cristiana.

«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio».

Ed ecco il frutto di questa purezza, sempre riconquistata: si può “vedere” Dio, cioè capire la sua azione nella nostra vita e nella storia, sentire la sua voce nel cuore, cogliere la sua presenza là dove è: nei poveri, nell’Eucaristia, nella sua Parola, nella comunione fraterna, nella Chiesa.

È un pregustare la presenza di Dio che comincia già da questa vita «camminando nella fede e non ancora in visione» fino a quando «vedremo faccia a faccia» eternamente.

Chiara Lubich

mercoledì 13 ottobre 2010

LA PREGHIERA DEL MESE - OTTOBRE 2010

Nella seguente orazione composta dal card. Corrado Ursi quando era arcivescovo di Napoli, siamo condotti alla riflessione tra Lucia, che porta il nome di "figlia della Luce", e il nostro divenire come Lei "figli della Luce" grazie al sacramento del Battesimo, ritornando ogni volta alla Luce di Cristo attraverso la riconciliazione a Lui che ci viene offerta dal sacramento della Penitenza. Un invito a riscoprire il valore salvifico e vivificante dei sacramenti che abbiamo ricevuto da Cristo stesso operante nei Suoi Apostoli, ancora oggi rappresentati dalla Chiesa:

O gloriosa vergine e martire Lucia, che nel Battesimo ricevesti il nome e la condizione di "figlia della Luce", e vincendo ogni seduzione del male, rinunciando ad ogni piacere carnale per amare Dio e il prossimo con cuore indiviso, irradiasti nei Tuoi giorni e irradi tuttora con la Tua vita verginale la Luce, che è Cristo, intercedi per noi.
Ottienici dal Signore la forza perché possiamo vivere nella grazia divina come veri Suoi figli, mantenendo sempre accesa, nelle tempeste del male e degli scandali, quella fiaccola della fede e della carità che ci fu accesa nel Battesimo alla fiamma del Risorto.
Quando disgraziatamente avessimo a ricadere nella colpa, Egli ci attiri e ci purifichi alla fonte della resurrezione che è il sacramento della Penitenza. Così rifulgerà in noi il volto di Dio e tutti gli uomini, attratti dalla luce delle nostre opere buone, glorificheranno il Padre nostro che è nei cieli.
A Lui l'onore e la gloria nei secoli. Amen.

sabato 2 ottobre 2010

PAROLA DI VITA - OTTOBRE 2010

«Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,39).
Questa Parola la si trova già nell’Antico Testamento.
Per rispondere ad una domanda, Gesù si inserisce nella grande tradizione profetica e rabbinica che era alla ricerca del principio unificatore della Torah, e cioè dell’insegnamento di Dio contenuto nella Bibbia. Rabbi Hillel, un suo contemporaneo, aveva detto: «Non fare al prossimo tuo ciò che è odioso a te, questa è tutta la legge. Il resto è solo spiegazione».

Per i maestri dell’ebraismo l’amore del prossimo deriva dall’amore a Dio che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, per cui non si può amare Dio senza amare la sua creatura: questo è il vero motivo dell’amore del prossimo, ed è «un grande e generale principio nella legge».

Gesù ribadisce questo principio e aggiunge che il comando di amare il prossimo è simile al primo e più grande comandamento, quello cioè di amare Dio con tutto il cuore, la mente e l’anima. Affermando una relazione di somiglianza fra i due comandamenti, Gesù li salda definitivamente e così farà tutta la tradizione cristiana; come dirà lapidariamente l’apostolo Giovanni: «Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede».

«Amerai il prossimo tuo come te stesso».

Prossimo – lo dice chiaramente tutto il Vangelo – è ogni essere umano, uomo o donna, amico o nemico, al quale si deve rispetto, considerazione, stima. L’amore del prossimo è universale e personale al tempo stesso. Abbraccia tutta l’umanità e si concreta in colui-che-ti-sta-vicino.

Ma chi può darci un cuore così grande, chi può suscitare in noi una tale benevolenza da farci sentire vicini – prossimi – anche coloro che sono più estranei a noi, da farci superare l’amore di sé, per vedere questo sé negli altri? È un dono di Dio, anzi è lo stesso amore di Dio che «è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato».
Non è quindi un amore comune, non una semplice amicizia, non la sola filantropia, ma quell’amore che è versato sin dal battesimo nei nostri cuori: quell’amore che è la vita di Dio stesso, della Trinità beata, al quale noi possiamo partecipare.

Dunque l’amore è tutto, ma per poterlo vivere bene occorre conoscere le sue qualità che emergono dal Vangelo e dalla Scrittura in genere e che ci sembra poter riassumere in alcuni aspetti fondamentali.
Per prima cosa Gesù, che è morto per tutti, amando tutti, ci insegna che il vero amore va indirizzato a tutti. Non come l’amore che viviamo noi tante volte, semplicemente umano, che ha un raggio ristretto: la famiglia, gli amici, i vicini…

L’amore vero che Gesù vuole non ammette discriminazioni: non distingue tanto la persona simpatica dall’antipatica, non c’è per esso il bello, il brutto, il grande o il piccolo; per questo amore non c’è quello della mia patria o lo straniero, quello della mia Chiesa o di un’altra, della mia religione o di un’altra. Tutti ama quest’amore. E così dobbiamo fare noi: amare tutti.

L’amore vero, ancora, ama per primo, non aspetta di essere amato, come in genere è dell’amore umano: si ama chi ci ama. No, l’amore vero prende l’iniziativa, come ha fatto il Padre quando, essendo noi ancora peccatori, quindi non amanti, ha mandato il Figlio per salvarci.
Quindi: amare tutti e amare per primi.

E ancora: l’amore vero vede Gesù in ogni prossimo: «L’hai fatto a me» ci dirà Gesù al giudizio finale. E ciò vale per il bene che facciamo e anche per il male purtroppo.
L’amore vero ama l’amico e anche il nemico: gli fa del bene, prega per lui.
Gesù vuole anche che l’amore, che egli ha portato sulla terra, diventi reciproco: che l’uno ami l’altro e viceversa, sì da arrivare all’unità.
Tutte queste qualità dell’amore ci fanno capire e vivere meglio la parola di vita di questo mese.

«Amerai il prossimo tuo come te stesso».

Sì, l’amore vero ama l’altro come sé stesso. E ciò va preso alla lettera: occorre proprio vedere nell’altro un altro sé e fare all’altro quello che si farebbe a sé stessi. L’amore vero è quello che sa soffrire con chi soffre, godere con chi gode, portare i pesi altrui, che sa, come dice Paolo, farsi uno con la persona amata. È un amore, quindi, non solo di sentimento, o di belle parole, ma di fatti concreti.

Chi ha un altro credo religioso cerca pure di fare così per la cosiddetta “regola d’oro” che ritroviamo in tutte le religioni. Essa vuole che si faccia agli altri ciò che vorremmo fosse fatto a noi. Gandhi la spiega in modo molto semplice ed efficace: «Non posso farti del male senza ferirmi io stesso».

Questo mese, dunque, deve essere un’occasione per rimettere a fuoco l’amore del prossimo, che ha così tanti volti: dal vicino di casa, alla compagna di scuola, dall’amico alla parente più stretta. Ma ha anche i volti di quell’umanità angosciata che la tv porta nelle nostre case dai luoghi di guerra e di catastrofi naturali. Una volta erano sconosciuti e lontani mille miglia. Ora sono divenuti anch’essi nostri prossimi.
L’amore ci suggerirà volta per volta cosa fare, e dilaterà a poco a poco il nostro cuore sulla misura di quello di Gesù.

Chiara Lubich

mercoledì 1 settembre 2010

PAROLA DI VITA - SETTEMBRE 2010

"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette" (Mt 18,22).

Gesù con queste sue parole risponde a Pietro che, dopo aver ascoltato cose meravigliose dalla sua bocca, gli ha posto questa domanda: "Signore, quante volte dovrò perdonare a mio fratello, se pecca contro di me? fino a sette volte?". E Gesù: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".
Pietro, probabilmente, sotto l'influenza della predicazione del Maestro, aveva pensato di lanciarsi, buono e generoso com'era, nella sua nuova linea, facendo qualcosa di eccezionale: arrivando a perdonare fino a sette volte. […]
Ma Gesù rispondendo: "…fino a settanta volte sette", dice che per lui il perdono deve essere illimitato: occorre perdonare sempre.
"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".

Questa Parola fa ricordare il canto biblico di Lamech, un discendente di Adamo: "Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settantasette". Così inizia il dilagare dell'odio nei rapporti fra gli uomini del mondo: ingrossa come un fiume in piena.
A questo dilagare del male, Gesù oppone il perdono senza limite, incondizionato, capace di rompere il cerchio della violenza.
Il perdono è l'unica soluzione per arginare il disordine e aprire all'umanità un futuro che non sia l'autodistruzione.
"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".
Perdonare. Perdonare sempre. Il perdono non è dimenticanza che spesso significa non voler guardare in faccia la realtà. Il perdono non è debolezza, e cioè non tener conto di un torto per paura del più forte che l'ha commesso. Il perdono non consiste nell'affermare senza importanza ciò che è grave, o bene ciò che è male.
Il perdono non è indifferenza. Il perdono è un atto di volontà e di lucidità, quindi di libertà, che consiste nell'accogliere il fratello e la sorella così com'è, nonostante il male che ci ha fatto, come Dio accoglie noi peccatori, nonostante i nostri difetti. Il perdono consiste nel non rispondere all'offesa con l'offesa, ma nel fare quanto Paolo dice: "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male" .
Il perdono consiste nell'aprire a chi ti fa del torto la possibilità d'un nuovo rapporto con te, la possibilità quindi per lui e per te di ricominciare la vita, d'aver un avvenire in cui il male non abbia l'ultima parola.
"Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette".
Come si farà allora a vivere questa Parola?
Pietro aveva chiesto a Gesù: "Quante volte dovrò perdonare a mio fratello?".
E Gesù, rispondendo, aveva di mira, dunque, soprattutto i rapporti fra cristiani, fra membri della stessa comunità.
E' dunque prima di tutto con gli altri fratelli e sorelle nella fede che bisogna comportarsi così: in famiglia, sul lavoro, a scuola o nella comunità di cui si fa parte.
Sappiamo quanto spesso si vuole compensare con un atto, con una parola corrispondente, l'offesa subita.
Si sa come per diversità di carattere, o per nervosismo, o per altre cause, le mancanze di amore sono frequenti fra persone che vivono insieme. Ebbene, occorre ricordare che solo un atteggiamento di perdono, sempre rinnovato, può mantenere la pace e l'unità tra fratelli.
Ci sarà sempre la tendenza a pensare ai difetti delle sorelle e dei fratelli, a ricordarsi del loro passato, a volerli diversi da come sono… Occorre far l'abitudine a vederli con occhio nuovo e nuovi loro stessi, accettandoli sempre, subito e fino in fondo, anche se non si pentono.
Si dirà: "Ma ciò è difficile". Si capisce. Ma qui è il bello del cristianesimo. Non per nulla siamo alla sequela di Cristo che, sulla croce, ha chiesto perdono al Padre per coloro che gli avevano dato la morte, ed è risorto.
Coraggio. Iniziamo una vita così, che ci assicura una pace mai provata e tanta gioia sconosciuta.

Chiara Lubich

sabato 28 agosto 2010

Lucia, nostra "compagna di viaggio"

(Ignazio Marabitti: S. Lucia, facciata del Duomo di Siracusa)

"Beato l'uomo che trova in Te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio" (Salmo 84,6).
La vita di ciascuno di noi è un viaggio.
La vita di ogni cristiano è un santo viaggio, cioè un viaggio verso la santità, verso la propria santificazione.
E, come dice l'Apostolo San Paolo, "è volontà di Dio la vostra santificazione" (1 Tessalonicesi 4,3).
Siamo tutti in viaggio, dunque, per farci santi.
C'è chi ha già compiuto eccellentemente questo viaggio prima di noi, giungendo gloriosamente alla meta: i Santi. La devozione ai Santi non è allotria o idolatria o superstizione o ingenuità: è degna parte del patrimonio eterno della fede cristiana.
Il magistero del papa sia sempre la nostra guida e il faro di questo cammino di tutti i cristiani "in viaggio".
Nella più recente udienza generale, lo scorso mercoledì, il Santo Padre Benedetto XVI ha detto, tra il resto: "Ognuno dovrebbe avere qualche santo che gli sia familiare, per sentirlo vicino con la preghiera e l’intercessione, ma anche per imitarlo. Siate certi che diventeranno buone guide per amare ancora di più il Signore e validi aiuti per la vostra crescita umana e cristiana".
Noi sappiamo bene che questo è vero, perché lo abbiamo sperimentato personalmente e incontestabilmente: Lei, Lucia, la piccola nobilissima vergine siracusana che ha donato totalmente la Sua vita a Cristo e ha affrontato per Lui, con coraggio eroico, il martirio e la morte.
Lei, Lucia, è la nostra dolcissima e amatissima "compagna di viaggio". Con Lucia a Cristo!
A tutti, allora, ... "buon viaggio"!

sabato 7 agosto 2010

DOMANI ESPOSIZIONE RELIQUIE E SIMULACRO DI S. LUCIA


AVVISO SACRO - Domani, domenica 8 agosto, le Sacre Reliquie e il simulacro-reliquiario argenteo di S. Lucia verranno solennemente esposti alla venerazione dei fedeli nel Duomo di Siracusa, ininterrottamente dalle ore 7.30 fino al termine delle funzioni religiose. Sante Messe alle ore 8.00, 10.30, 12.00 e 19.00.

Occasione eccezionale per accostarsi a quei santissimi resti del corpo verginale della nostra Patrona che la Sua e nostra città di Siracusa custodisce gelosamente qual preziosissimo tesoro, e per ammirare quello splendido capolavoro dell'argenteria e oreficeria siciliana tra XVI e XVII sec. che è il meraviglioso simulacro-reliquiario (contiene infatti alcuni frammenti di costole della Santa in una teca posta all'altezza del petto) posto sulla cassa reliquiaria (originariamente destinata a contenere l'intero corpo della martire siracusana, tuttora a Venezia) istoriata da sei bassorilievi argentei raffiguranti alcuni episodi salienti della vita di Lucia.

Tutti, siracusani e forestieri, sono invitati a questo importante appuntamento di preghiera.

Sarausana jè, viva Santa Lucia!!!

mercoledì 4 agosto 2010

PAROLA DI VITA - AGOSTO 2010

Agosto: mese mariano.

Vi splende al centro una gemma preziosa: la solennità dell'Assunzione in Cielo della Madre di Dio, l'Immacolata e sempre Vergine Maria Santissima, che a Siracusa festeggeremo grandiosamente con la tipica processione a mare, nel meraviglioso Porto Grande (nella cui occasione domanderemo la grazia che esso non venga mai deturpato e distrutto da illecite manovre politiche).

Coronano tale solennità, tutt'intorno, tante grandi e piccole celebrazioni mariane, alcune d'àmbito locale e altre diffuse universalmente.

Tra queste, per noi Siracusani, brilla un vero e proprio faro per l'anno liturgico: la solennità della Beata Vergine Maria delle Lacrime, nell'anniversario della prodigiosa Lacrimazione del Cuore Immacolato di Maria, avvenuta a Siracusa dal 29 agosto al 1° settembre 1953, approvata dalla scienza e dalla Chiesa.

Per il nostro tradizionale appuntamento mensile con la lettura della Sacra Scrittura, secondo l'esempio di Santa Lucia, meditiamo pertanto su una delle Beatitudini di Maria:

"E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore." (Lc 1,45)

Questa Parola fa parte di un avvenimento semplice e altissimo al tempo stesso: è l'incontro fra due gestanti, fra due madri, la cui simbiosi spirituale e fisica con i loro figli è totale. Sono esse la loro bocca, i loro sentimenti. Quando parla Maria, il bambino di Elisabetta fa un balzo di gioia nel suo ventre. Quando parla Elisabetta sembra che le parole le siano messe sulle labbra dal Precursore. Ma mentre le prime parole del suo inno di lode a Maria sono rivolte personalmente alla madre del Signore, le ultime sono dette in terza persona: "Beata colei che ha creduto".
Così la sua "affermazione acquista carattere di verità universale: la beatitudine vale per tutti i credenti, concerne coloro che accolgono la Parola di Dio e la mettono in pratica e che trovano in Maria il modello ideale" .
"E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore."
E' la prima beatitudine del Vangelo che riguarda Maria, ma anche tutti coloro che la vogliono seguire e imitare.
C'è uno stretto legame, in Maria, tra fede e maternità, come frutto dell'ascolto della Parola. E Luca qui ci suggerisce qualcosa che riguarda anche noi. Più avanti nel suo Vangelo Gesù dice: "Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica" .
Anticipando quasi queste parole, Elisabetta, mossa dallo Spirito Santo, ci annuncia che ogni discepolo può diventare "madre" del Signore. La condizione è che creda alla Parola di Dio e che la viva.
"E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore."

Maria, dopo Gesù, è colei che meglio e più perfettamente ha saputo dire "sì" a Dio. E' soprattutto questa la sua santità e la sua grandezza. E se Gesù è il Verbo, la Parola incarnata, Maria, per la sua fede nella Parola è la Parola vissuta, ma creatura come noi, uguale a noi.
Il ruolo di Maria come madre di Dio è eccelso e grandioso. Ma Dio non chiama solo la Vergine a generare Cristo in sé. Seppure in altro modo, ogni cristiano ha un simile compito: quello di incarnare Cristo fino a ripetere, come san Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" .
Ma come attuare ciò?
Con l'atteggiamento di Maria verso la Parola di Dio e cioè di totale disponibilità. Credere dunque, con Maria, che si realizzeranno tutte le promesse contenute nella Parola di Gesù e affrontare, come Maria, se occorre, il rischio dell'assurdo che alle volte la sua Parola comporta.
Grandi e piccole cose, ma sempre meravigliose, accadono a chi crede nella Parola. Si potrebbero riempire dei libri con i fatti che lo provano.
Chi può dimenticare quando, in piena guerra, credendo alle parole di Gesù "chiedete e vi sarà dato" abbiamo chiesto tutto quello di cui tanti poveri in città avevano bisogno e vedevamo arrivare sacchi di farina, scatole di latte, di marmellata, legna, vestiario?
Anche oggi accadono le stesse cose. "Date e vi sarà dato" e i magazzini della carità sono sempre pieni, essendo regolarmente svuotati.
Ma ciò che colpisce di più è come le parole di Gesù sono vere sempre e dovunque. E l'aiuto di Dio arriva puntuale anche in circostanze impossibili, e nei punti più isolati della terra, come è accaduto poco tempo fa ad una madre che vive in grande povertà. Un giorno si è sentita spinta a dare i suoi ultimi soldi ad una persona più povera di lei. Credeva a quel "date e vi sarà dato" del Vangelo. E aveva una grande pace nell'animo. Poco dopo è arrivata la sua bambina più piccola e le ha mostrato un dono appena ricevuto da un anziano parente che, per caso, era passato di lì: nella sua manina c'erano i soldi moltiplicati.
Una "piccola" esperienza come questa ci spinge a credere nel Vangelo; e ciascuno di noi può provare quella gioia, quella beatitudine che viene dal vedere realizzate le promesse di Gesù.
Quando, nella vita di tutti i giorni, nella lettura delle Sacre Scritture ci incontreremo con la Parola di Dio, apriamo il nostro cuore all'ascolto, con la fede che ciò che Gesù ci chiede e promette si avvererà. Non tarderemo a scoprire, come Maria e come quella madre, che Egli mantiene le sue promesse.

+ Chiara Lubich

(tratto da: "Città Nuova" 1999/14, p. 33)